Claudia Fusani
La Repubblica
25 luglio 2008
In cerca di segretario e di linea
Un solo momento di unità, contro l'emergenza immigrazione decisa dal governo
Un solo momento di unità, contro l'emergenza immigrazione decisa dal governo
CHIANCIANO - Al secondo giorno, più divisi che mai. L'unica cosa che unisce i 650 delegati del VII congresso di Rifondazione comunista, quello che "o la va o la spacca", è la mozione votata all'unanimità contro la decisione del governo Berlusconi di dichiarare lo stato d'emergenza sull'immigrazione. Per il resto cinque sono le mozioni con cui l'assise è cominciata giovedì, e cinque restano nonostante gli interventi e le dichiarazioni programmatiche. Anzi, forse sono proprio gli interventi che non aiutano a far trovare una strada comune per il futuro di Rifondazione.
Il risultato è che resta uno solo il segretario candidato, Nichi Vendola, ma è di minoranza.
La maggioranza guarda, attacca, dice no, prende tempo.
Ferrero e i suoi fanno circolare nei vialetti del centro termale di Chianciano, in mezzo a squadre di signori e signore in fila col bicchiere in mano a consumare la loro dose di acqua, voci di una possibile candidatura dell'ex ministro alla Solidarietà sociale. Scherzando, Bertinotti si offre a Ferrero come "segretario di mediazione".
L'emozione di Bertinotti. L'intervento più scenografico, oggi, è stato quello dell'ex segretario Franco Giordano, salito sul palco come semplice delegato. Fa mea culpa: "E' stata una sconfitta storica, non si può minimizzare la portata". Ma guarda avanti: "Adesso bisogna superare le divisioni interne. Da Vendola è arrivata l'idea possibile per una ricomposizione unitaria del partito, è giunto il momento di far tacere le piccole ambizioni e meschinità. Se non è così, chi ha più filo tessa". E rilancia: "Solo investendo nella ricostruzione di una sinistra, possiamo vivere, creando un campo largo, un orizzonte distinto e autonomo dal Pd" ma che parla col Pd, altrimenti "l'esodo dalla politica e la vocazione minoritaria sarà il trionfo della marginalità". Molti applausi, emozione tenuta a bada, una volta giù dal palco un bagno di abbracci. Il più lungo quello di Fausto Bertinotti che si emoziona. L'ipotetico applausometro, se ci fosse, assegnerebbe forse proprio a Giordano il più alto numero di applausi. A Bertinotti quelli più emozionati. A Vendola quelli della speranza. Al giovane Acerbo (portavoce della mozione Ferrero, la 1) quelli più arrabbiati.
Due linee politiche. Sono e restano nettamente due.
Due linee politiche. Sono e restano nettamente due.
Una, quella della mozione 2 (Vendola, Giordano, Migliore, Bertinotti, la ex maggioranza di Rc) vuole ricominciare da Rifondazione per ricostruire un nuovo blocco sociale a sinistra. Il rapporto con il Pd è possibile, ma non scontato. Di sicuro non sta con Di Pietro e la sua piazza, "con chi ha votato contro la Commissione d'inchiesta sul G8 di Genova". Divide il giustizialismo, nuova declinazione della questione morale, invocato invece dai delegati della prima mozione che, va da sé, vedono il Pd solo come un nemico da combattere.
Possibili scenari. Per la prima volta, Rifondazione arriva a congresso con i giochi tutti da fare, nulla di scontato, meno che mai il segretario.
In sintesi sono possibili almeno tre scenari.
1) Vendola (mozione 2) ha il 47 % ma non la maggioranza assoluta. L'ex cossuttiano Claudio Grassi (mozione 1, Ferrero, 40 per cento) ha dato cenni di una possibile intesa con Vendola: si porterebbe dietro la metà dei delegati della mozione 1; significherebbe la maggioranza per il governatore della Puglia. Ma Grassi fa due passi avanti, due indietro e torna sempre alla casella di partenza. Come se alzasse continuamente il prezzo. Ad esempio: "Nichi dovrebbe dire un no secco alla costituente di sinistra". Ma questo è un prezzo impossibile. Se Grassi, che parlerà domattina, dovesse alla fine decidere di lasciare Ferrero, Vendola diventerebbe segretario sulla base di un accordo politico di maggioranza.
1) Vendola (mozione 2) ha il 47 % ma non la maggioranza assoluta. L'ex cossuttiano Claudio Grassi (mozione 1, Ferrero, 40 per cento) ha dato cenni di una possibile intesa con Vendola: si porterebbe dietro la metà dei delegati della mozione 1; significherebbe la maggioranza per il governatore della Puglia. Ma Grassi fa due passi avanti, due indietro e torna sempre alla casella di partenza. Come se alzasse continuamente il prezzo. Ad esempio: "Nichi dovrebbe dire un no secco alla costituente di sinistra". Ma questo è un prezzo impossibile. Se Grassi, che parlerà domattina, dovesse alla fine decidere di lasciare Ferrero, Vendola diventerebbe segretario sulla base di un accordo politico di maggioranza.
2) Vendola segretario sulla base di un accordo di programma tra le varie mozioni. Il tutto almeno per un anno, fino alle Europee. E' l'ipotesi più probabile. Significa che nel partito restano due linee politiche diverse unite però da alcuni punti: opposizione al governo Berlusconi, ricostruzione di un blocco nuovo a sinistra; rilancio di Rifondazione; alle Europee con il simbolo di Rifondazione.
3) Il venticello di Chianciano non porta consiglio e si arriva al Comitato politico che domenica mattina dovrà eleggere il segretario. Si va cioè, alla conta. Lacrime e sangue.
3) Il venticello di Chianciano non porta consiglio e si arriva al Comitato politico che domenica mattina dovrà eleggere il segretario. Si va cioè, alla conta. Lacrime e sangue.
La mozione Ferrero potrebbe trovare nel frattempo un candidato (lo stesso Ferrero?) che unisce gli altri quattro documenti di minoranza e vince.
Oppure Fosco Giannini (7,7%) si astiene, Vendola diventa segretario ma di minoranza.
L'ipotesi peggiore. "Vendola ha voluto le primarie in questo congresso e ha perso, non ha la maggioranza" ripete l'ex ministro Ferrero.
Si annunciano per la serata riunioni delle singole mozioni.
In cerca di una soluzione.
COMMENTO
Faccio fatica a credere che quanto leggo stia avvenendo per davvero. Questo (ormai) partitello, che ha raccolto, si fa per dire, alle ultime politiche poco meno di un milione di voti, si sta sbranando, tutti contro tutti.
Ammiro Nicki Vendola, un politico pugliese che riesce ad attrarre ed esercita una fascinazione ben più efficace del fumoso e oscuro Fausto Bertinotti, che si ostina a voler credere che Rifondazione Comunista possa essere rifondata.
Stento a credere che questo partito, capace solo di lotte, anche intestine, abbia avuto ambizioni di governare il Paese.
Declinare capacità di lotta a capacità di governo comporta oggi, nell'attuale e, per ora, immodificabile poverissimo assetto culturale del Paese (leggasi: ellettori), comporta la necessità di un sano pragmatismo e il ridimensionamento (non l'accantonamento) di spinte ideali ed idelogiche, pena l'emarginazione e l'espulsione dal Parlamento Nazionale (com'è avvenuto) ed anche Europeo, come sta per accadere se passa la legge dello sbarramento al 5% fortissimamente voluta da Silvio Berlusconi e per niente affatto ostacolato dalla (si faper dire) opposizione del PD.
Dunque è certo che sarà approvata a settembre, alla ripresa dei lavori parlamentari.
Ormai sono dei reduci, sono fuori dallo scenario politico attuale e prossimi ad essere consegnati alla Storia, alla stessa stregua del Partito Comunista Francese, ormai influente nello schacchiere politico francese.
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