tag:blogger.com,1999:blog-69835717046007478922024-02-21T10:51:03.119+01:00Il GiornalieriDiario di politica, attualità, scienze, storia, curiositàLUIGI A. MORSELLOhttp://www.blogger.com/profile/00738190835326712679noreply@blogger.comBlogger15773125tag:blogger.com,1999:blog-6983571704600747892.post-55464691046904618872012-02-05T14:47:00.001+01:002012-02-05T23:24:25.243+01:00Da il Cittadino del 30 Gennaio 2012<br />
<div style="text-align: center;">
<b><span style="font-size: x-large;">Ultimo addio al direttore “innovatore”</span></b></div>
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<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">Picchetto d’onore per i funerali di Morsello a San Lorenzo</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRlsRSAaqkIag_2p99-jN3de17x_4OvZ0hHpEGNqBGFwxsnYuZbU92NXi4AB8SnrBYEVM5gNd-OGFBLS88FAE4Fprp2Hd-hrR29yK4PkTfzzrzcsnZjKDnp0r97Nu4etQE5t7WVTnt-sRi/s1600/picchetto.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="193" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRlsRSAaqkIag_2p99-jN3de17x_4OvZ0hHpEGNqBGFwxsnYuZbU92NXi4AB8SnrBYEVM5gNd-OGFBLS88FAE4Fprp2Hd-hrR29yK4PkTfzzrzcsnZjKDnp0r97Nu4etQE5t7WVTnt-sRi/s320/picchetto.JPG" width="320" /></a></div>
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<br /></div>
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Il picchetto della polizia penitenziaria “saluta” la salma di Morsello (riquadro)</div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Picchetto d’onore per l’addio a Luigi Morsello, ex direttore della Casa circondariale di Lodi. Sabato mattina sono stati celebrati i funerali per il 74enne che per anni ha guidato il carcere del capoluogo. Attorno al feretro si è riunita una grande folla, oltre alla moglie e ai figli. E in omaggio all’uomo, che ha innovato il sistema detentivo nazionale, gli agenti dell’amministrazione penitenziaria si sono schierati in alta uniforme sul sagrato della chiesa di San Lorenzo. Le esequie sono state celebrate dal parroco di San Lorenzo, don Attilio Mazzoni. A fianco a lui, sull’altare, per la liturgia eucaristica anche il cappellano della struttura di via Cagnola, don Luigi Gatti, e l’ex assistente spirituale della Casa circondariale, monsignor Mario Ferrari. «Ha trascorso la sua esistenza nel mondo della giustizia umana ricorda quest’ultimo aveva un’intelligenza vivacissima e un carattere gioviale, forse a volte un po’ burbero, ma era solo un’impressione che nel giro di breve tempo si dissolveva». Il sacerdote ha quindi ricostruito la brillante carriera dell’ex direttore, che aveva ricoperto ruoli importanti in ben 18 istituti, dal Nord al Sud del Paese. Era arrivato a Lodi nel settembre del 1997 ed era rimasto nel capoluogo fino al pensionamento, nel gennaio 2005. Molto apprezzato da molti, si è distinto per il coraggio di alcune iniziative. È stato infatti il primo direttore di carcere in Italia che ha avviato, proprio a Lodi, il reinserimento lavorativo dei detenuti che avevano compiuto reati come violenze sessuali o pedofilia. «La detenzione deve avere anche il fine di favorire il reinserimento sociale sottolinea monsignor Mario Ferrari dobbiamo educare coloro che sono detenuti a tornare nella comunità, con uno spirito rinnovato. Questo obiettivo Morsello l’ha perseguito nel suo lavoro. Le colpe hanno infatti certamente una responsabilità personale, ma ci sono anche responsabilità sociali e famigliari che non si possono negare». </div>
<div style="text-align: justify;">
Alla cerimonia funebre ha partecipato anche il provveditore per le carceri lombarde, Luigi Pagano, oltre al comandante della polizia penitenziaria, Raffaele Ciaramella, diversi agenti impegnati in via Cagnola, e il volontario in carcere e assessore del Comune di Lodi, Andrea Ferrari. Luigi Morsello era stato infatti uno dei promotori dell’inserto che esce in allegato al Cittadino, intitolato “Uomini liberi”, e aveva dato impulso a diversi iniziative per aprire le porte del carcere alla città. La salma è stata sepolta al cimitero di San Bernardo.</div><div class="blogger-post-footer">http://www.goleminformazione.it/</div>LUIGI A. MORSELLOhttp://www.blogger.com/profile/00738190835326712679noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-6983571704600747892.post-56792393509188435922012-01-26T23:40:00.001+01:002012-01-26T23:40:10.618+01:00<span class="titolo" style="background-color: white; border-bottom-style: none; border-color: initial; border-image: initial; border-left-style: none; border-right-style: none; border-top-style: none; border-width: initial; color: #666666; font-family: Verdana; font-size: 30px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">Addio a Morsello, cambiò il carcere</span><span style="background-color: white; font-family: Verdana;"></span><span class="test" id="test" style="background-color: white; border-bottom-style: none; border-color: initial; border-image: initial; border-left-style: none; border-right-style: none; border-top-style: none; border-width: initial; font-family: Verdana; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">(26 gennaio 2012)</span><br />
Aveva appena compiuto 74 anni. Luigi Morsello, il direttore di carcere che ha innovato il sistema detentivo italiano, se n’è andato ieri mattina, intorno alle 6, nel suo letto d’ospedale. Da 15 giorni era ricoverato per problemi di fegato e non si è più ripreso. La sua scomparsa lascia un grande vuoto nel mondo penitenziario. Molto apprezzato per le sue doti umane, Morsello era arrivato a Lodi nel settembre del 1997 ed era rimasto qua fino al pensionamento, nel gennaio 2005. Proveniva da una lunga esperienza, nelle carceri italiane. Era stato in 18 istituti, dal Nord al Sud dello stivale, affrontando anche momenti difficili, negli anni caldi della contestazione, finendo persino a processo, per essere poi assolto. Morsello non faceva mistero neanche della sua malattia, la depressione bipolare che l’aveva condotto persino a spararsi un colpo di pistola. L’aveva dichiarato, senza problemi, nel corso di un’intervista rilasciata al direttore del «Cittadino» Ferruccio Pallavera, alla vigilia del pensionamento. Negli ultimi anni era riuscito a curarla, con l’uso di un farmaco che nessuno gli aveva mai consigliato. Era molto soddisfatto per questo. Eppure il tentativo di suicidio, aveva detto pensando in positivo, l’aveva legato ancora di più alla vita, alla moglie e ai suoi tre figli.<br />
Parole di cordoglio arrivano dal provveditore Luigi Pagano. «È stato un mio direttore - commenta - e poi un amico quando è andato in pensione. Ci scrivevamo molto. La sua era una personalità a tutto tondo. Si interessava di tutto e su tutto aveva un’idea. Un’idea non da bar, ma da tecnico che entra nei dettagli con competenza. Era un uomo puntiglioso. Le sue note erano piene di riferimenti giurisprudenziali e bibliografici. Ci siamo visti l’ultima volta a Lodi per il suo libro “La mia vita dentro”», che era stato poi presentato anche in Parlamento.<br />
«Era un direttore decisionista - aggiunge Pagano -, ovunque andasse lasciava il segno. Quando arrivava in un istituto, in quattro e quattro otto sistemava le cose. A tutto pensava, tranne che si potesse riposare. È stato il primo direttore di carcere in Italia che ha avviato, proprio a Lodi, il reinserimento lavorativo dei detenuti che avevano compiuto reati come violenze sessuali o pedofilia. Ci voleva un bel coraggio, in una struttura di provincia come la Cagnola, in quel periodo. Sulla base di questa sua esperienza è stato aperto un reparto analogo, successivamente, a Bollate. Ovunque andasse risolveva i problemi aperti. Era un burbero apparente: dietro la facciata si nascondeva un’infinita generosità». Sabato Pagano avrebbe dovuto partecipare all’inaugurazione dell’anno giudiziario. Invece ha scelto di venire con i suoi collaboratori ai funerali che si terranno nella chiesa di San Lorenzo, alle 9. (La salma partirà dalla casa, al 4 di via Vignati e sarà sepolta al cimitero di San Bernardo). «Era una persona originale - aggiunge con affetto il comandante della Cagnola Raffaele Ciaramella -, esercitava l’autorità senza problemi, non posso che dire bene di lui. Io e tutto il personale siamo molto rattristati e vicini alla famiglia. Per tutto il giorno non abbiamo parlato d’altro».<br />
Pasquale Franco dell’Associazione lodigiana volontariato carcere riconosce a Morsello «doti di grande umanità. «Era una persona molto disponibile - racconta -. Ci diceva sempre: “Trovate un lavoro a questi detenuti che li facciamo uscire tutti. Il carcere non serve a niente. Se queste persone vanno fuori guadagnano qualcosa e mantengono la famiglia. Non si redimono certo stando in branda”. Avevamo portato anche il lavoro in carcere. La Bassani motori forniva i motori da avvolgere e assemblavano le plafoniere della Brocca. Poi le porte si sono aperte e i detenuti hanno iniziato a lavorare per la cooperativa San Nabore e per la Luna. Alcuni lavorano ancora lì adesso. Morsello era un uomo capace di comprendere i grandi drammi esistenziali che si nascondono dietro le persone ristrette. «Se ci fossimo trovati nelle stesse circostanze di vita di queste persone - diceva - avremmo fatto anche noi come loro. Veniva sempre incontro ai volontari. Capiva che eravamo preziosi. Morsello ha umanizzato il carcere». Il volontario di “Los Carcere” Andrea Ferrari è sinceramente commosso. «A lui - dice - devo il mio ingresso in carcere come volontario, insieme ad Alex Corlazzoli e Cristiano Marini. Con lui e il direttore del Cittadino abbiamo dato il via al giornale “Uomini liberi”. Sotto la sua direzione a Lodi abbiamo avuto il record di “articoli 21”, cioè di detenuti che uscivano in permesso di lavoro. Nonostante l’età, aveva molto più a cuore il lavoro all’esterno che le attività ludiche in carcere. Era uno che riusciva a pensare a tutto, persino a progetti sul territorio. Dopo il suo pensionamento il nostro rapporto di incontri è stato sempre costante. Parlavamo di tutto, di carcere, ma anche di politica. Amava molto questa città (Morsello era nato in Basilicata e si era laureato all’università di Napoli, ndr). La sua perdita non sarà facile da compensare. Morsello andava fino in fondo nelle sue battaglie. Quando mi capitava di andare in direzione, già in lontananza sentivo la musica classica che usciva dal suo ufficio. L’augurio è che ritrovi là dove andrà la musica che amava tanto e che questa gli dia serenità».<br />
<div style="clear: both; color: #666666; font-weight: bold; padding-right: 25px; text-align: right;">
Cristina Vercellone</div><div class="blogger-post-footer">http://www.goleminformazione.it/</div>LUIGI A. MORSELLOhttp://www.blogger.com/profile/00738190835326712679noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-6983571704600747892.post-41781032954219425122012-01-26T10:41:00.003+01:002012-01-26T15:43:41.463+01:00<br />
<br />
Cari amici blogger, il babbo è mancato questa mattina presto.<br />
Mancherà a tutti moltissimo.Era un uomo straordinario.<br />
Daniela<div class="blogger-post-footer">http://www.goleminformazione.it/</div>LUIGI A. MORSELLOhttp://www.blogger.com/profile/00738190835326712679noreply@blogger.com25tag:blogger.com,1999:blog-6983571704600747892.post-68769484196790368762012-01-07T12:13:00.001+01:002012-01-07T12:14:07.819+01:00C’è del marcio in Danimarca<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYMLlwQ2zlGzeqtV7e1R5DDyIKCYnAQDg6_NDI2H7B3-z-RDuSDp3ab0djE8rY-hGYRnjoG1-tz-vXDFLpRQ0q8RSz_QhikpfzlPIm_RUr8DTso25BPEDjZTZaPL7O3mQ8peigrw6je0Yc/s1600/MARCO+TRAVAGLIO.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYMLlwQ2zlGzeqtV7e1R5DDyIKCYnAQDg6_NDI2H7B3-z-RDuSDp3ab0djE8rY-hGYRnjoG1-tz-vXDFLpRQ0q8RSz_QhikpfzlPIm_RUr8DTso25BPEDjZTZaPL7O3mQ8peigrw6je0Yc/s1600/MARCO+TRAVAGLIO.jpg" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKOXoT2YSK6xvJQr-n-445px_JgbIQlLJkI1Cq9wPvOzFo7hvGFt2ERuhSzBI2MyFleKU7oSBDJ35g8Pkcc76qh_0Ibs1Iz1W3CkoAcKythtamDqutnJbf7SHGiiSjNY5u9ICVxRvIlM5J/s1600/logo+Il+Fatto+Quotidiano.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="118" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKOXoT2YSK6xvJQr-n-445px_JgbIQlLJkI1Cq9wPvOzFo7hvGFt2ERuhSzBI2MyFleKU7oSBDJ35g8Pkcc76qh_0Ibs1Iz1W3CkoAcKythtamDqutnJbf7SHGiiSjNY5u9ICVxRvIlM5J/s320/logo+Il+Fatto+Quotidiano.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">di Marco Travaglio<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;"><br /></span><br />
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Ieri e oggi il Fatto pubblica il calendario
dei processi eccellenti del 2012: una lista impressionante di politici, ex
premier (uno, il solito), presidenti del Senato in carica (uno, il solito), ex
ministri, ex sottosegretari, governatori, sindaci, assessori, banchieri,
finanzieri, imprenditori, generali e altri presunti servitori dello Stato
imputati o già condannati in primo grado per reati gravissimi. Il fior fiore
della “classe dirigente” alla sbarra. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Basta quell’elenco a spiegare l’improvviso ritorno di fiamma per
il “dramma delle carceri”, che naturalmente non li angoscia per l’esorbitante
numero delle persone attualmente in galera, ma per quello altrettanto
spaventoso dei Vip che potrebbero finirci presto. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Intanto il principale partito di opposizione, la </span><b><span style="font-family: Verdana;">Lega Nord</span></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">,
denuncia il vero scandalo che ammorba la politica italiana: la festa di
Capodanno del premier Monti e famiglia nell’alloggio di servizio di Palazzo
Chigi. Un baccanale trimalcionico così scandaloso da indurre </span><b><span style="font-family: Verdana;">Roberto Calderoli</span></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">, novello </span><b><span style="color: purple; font-family: Verdana;">Catone il Censore</span></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">, a invocare le immediate dimissioni
di Monti, previe scuse agli italiani, e a presentare un’interrogazione
parlamentare per sapere “se corrisponda alla verità la notizia secondo cui la
notte dell’ultimo dell’anno si siano tenuti dei festeggiamenti presso la
Presidenza del Consiglio dei Ministri in Palazzo Chigi” e “chi ha sostenuto gli
oneri diretti e indiretti della serata” perchè “mentre i cittadini sono
costretti a tirare la cinghia, per usare un eufemismo, dalle misure del suo
governo, sarebbe incredibile, oltre che gravissimo, se venisse confermato
che il premier ha utilizzato un Palazzo istituzionale e il relativo personale
per una festa privata”. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Il neomoralizzatore padano dev’essere lo stesso che prendeva
soldi da Fiorani e non batteva ciglio quando il suo premier (il solito)
scarrozzava nani, ballerine e mignotte sugli aerei di Stato o faceva scortare
le Papi-girl da plotoni di poliziotti e carabinieri. Purtroppo gli è andata
male: Monti ha risposto di aver cenato sobriamente con una decina di parenti
stretti senza spendere un euro di denaro pubblico: “gli acquisti di cotechino,
lenticchie, tortellini e dolce sono stati effettuati a proprie spese dalla
signora Monti”, che poi ha provveduto a cucinare e servire in tavola. A
mezzanotte e un quarto erano già tutti a dormire. Una scena di tale sobrietà e
mestizia che parlare di “festa” pare davvero eccessivo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Ma, non contento della figuraccia, Calderoli ha voluto
collezionarne una seconda con un’intervista alla Stampa in cui insiste a definire
la cena “assolutamente inaccettabile” perchè “la signora Monti che sparecchia e
lava i piatti non me la vedo” e a pretendere “una risposta nelle sedi
istituzionali”. Bravo, parole sante, avanti così. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Ma, se gli scandali della politica italiana sono questi, fa bene
il Corriere ad allestire un paginone intitolato “<b>Corruzione in Europa, gli scandali degli altr</b>i”. Direbbe Totò:
malcostume, mezzo gaudio. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Il bello è che, fra gli scandali degli altri, c’è il caso del <i>presidente tedesco Wulff</i> sull’orlo delle
dimissioni per aver telefonato a un cronista della Bild pregandolo di
interrompere una campagna di stampa contro di lui (l’ingenuo non sa che, in
questi casi, si chiama direttamente l’Agcom per far chiudere un programma tv
sgradito o l’editore del giornale per far licenziare il direttore). <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">C’è il caso, ancor più inquietante, del ministro della Difesa
britannico <b>Liam Fox </b>che avrebbe
spacciato un amico per un collaboratore per portarlo nei viaggi ufficiali (non
gli era venuto in mente di spacciarlo per igienista dentale o nipote di
Mubarak). <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">E soprattutto c’è il caso gravissimo della premier danese, <b>Helle Thorning-Schmidt</b>, travolta dallo
scandalo non per una casa pagata a sua insaputa da un pubblico appaltatore, ma
per la “dichiarazione fiscale poco trasparente del marito inglese”. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Tutto sommato, a noi va di lusso: abbiamo solo un premier che
mangia cotechino e lenticchie nell’alloggio di Palazzo Chigi. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">C’è del marcio, in Danimarca.<o:p></o:p></span></div><div class="blogger-post-footer">http://www.goleminformazione.it/</div>LUIGI A. MORSELLOhttp://www.blogger.com/profile/00738190835326712679noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-6983571704600747892.post-8282046705835622832012-01-07T12:01:00.000+01:002012-01-07T12:04:58.818+01:00La droga del proibizionismo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAwE1NZz_bINdtgNrZJNgzHxaeAJ4wrgxYrWMxWOa0a0tPOXuFBC4obfTmVVPLN6By7mVy8X11BvDv1wmgjb2pHKOgzarC6XSwur9uSV0gL98YV3fK-OsniEOKXd3fFnwjTkUTjqwgvs8j/s1600/BRUNO+TINTI+1.asp" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAwE1NZz_bINdtgNrZJNgzHxaeAJ4wrgxYrWMxWOa0a0tPOXuFBC4obfTmVVPLN6By7mVy8X11BvDv1wmgjb2pHKOgzarC6XSwur9uSV0gL98YV3fK-OsniEOKXd3fFnwjTkUTjqwgvs8j/s1600/BRUNO+TINTI+1.asp" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbcp8IWeNtRGILu668UJB9hCmB4kiRO3oSH1IUyERll1IZC2B6JPKzzn9Y2iS5pYqByGLtYf92Tz6G8R__otjkuLk2z6V1ft-9y1plNk6b5LT_PwuFOFaUafUNdQdisXrqaaz3sXdf-_7W/s1600/logo+Il+Fatto+Quotidiano.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="118" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbcp8IWeNtRGILu668UJB9hCmB4kiRO3oSH1IUyERll1IZC2B6JPKzzn9Y2iS5pYqByGLtYf92Tz6G8R__otjkuLk2z6V1ft-9y1plNk6b5LT_PwuFOFaUafUNdQdisXrqaaz3sXdf-_7W/s320/logo+Il+Fatto+Quotidiano.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">BRUNO TINTI<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Ho un amico laureato (anche) in teologia. Ci capita di
discutere. Oggi abbiamo litigato sulla necessità del “male”, sulle scelte tra i
“mali”, sull’ananke, la “necessità” che ci impone di fare non ciò che si
dovrebbe ma ciò che si deve; sul traffico di stupefacenti. Gli ho detto (ma lui
fa lo stesso mestiere che facevo io e quindi tutte queste cose le sapeva
benissimo) che la percentuale di successo nel <b>contrasto al traffico di
droga </b>è ridottissima. Che per sequestrare il 5 % del traffico di
cocaina dall’America del Sud agli Usa si spendono miliardi di dollari. Che,
secondo la Commissione Globale sulle politiche delle droghe, in dieci anni, dal
1998 al 2008, i consumatori di oppiacei sono aumentati del 34,5 % (da 12,9
milioni a 17,35); quelli di cocaina del 27 % e i dipendenti dalla cannabis sono
aumentati da <st1:metricconverter productid="147 a" w:st="on">147 a</st1:metricconverter>
160 milioni.<br />
<br />
Lui mi ha detto che la ragione per cui si combatte la droga è che<b> la
droga è “male”</b> e che combatterla è un imperativo etico. E che comunque
anche una minima diminuzione del traffico si traduce in difficoltà di approvvigionamento.
Io gli ho detto che impedire ai cartelli della droga di tenere in schiavitù
intere nazioni (Colombia, Bolivia, Perù, Messico, Afghanistan, Pakistan e paesi
emergenti dell’est europeo), di assassinare migliaia (magari di più?) di
persone ogni anno, di condizionare la vita politica ed economica di milioni di
persone; mi pareva imperativo etico di maggiore rilievo che combattere spinelli
e righe di coca. Lui mi ha detto (non è mica scemo): “Lo so, tu vorresti
legalizzare l’uso delle droghe: se le vendi in farmacia a 30 euro la dose i
trafficanti spariscono di incanto. E per la verità anche la microcriminalità
dei drogati che scippano e rapinano per comprarsi la dose. Ma non va bene
perché a questo punto la facilità di approvvigionamento porterebbe a un
incremento dell’uso”.<br />
<br />
Io gli ho detto che l’incremento c’era già, ogni anno e che comunque oggi, <b>con
il proibizionismo, s’incrementa il marketing</b>. Gli spacciatori stanno fuori
delle scuole e regalano le prime dosi per farsi i clienti. È intervenuta sua
figlia: “È vero papà, fuori della mia scuola lo sanno tutti che Ciccio è il
capo dei ragazzi che ti vendono la marijuana”. Gli ho dato qualcos’altro di cui
preoccuparsi: “Secondo te in qualsiasi discoteca c’è difficoltà a procurarsi
ogni tipo di droga?”. “Il male va combattuto – ha concluso; secondo te, se una
banda di terroristi sequestra 100 studenti e minaccia di ucciderli se lo Stato
non ti ammazza (tu, il più probo e brillante degli uomini – ho annuito
entusiasticamente), sarebbe giusto ammazzarti per salvare 100 ragazzi? Sarebbe
una barbarie”. “No, non sarebbe giusto – gli ho detto – ma non per la ragione
che dici tu. Perché, se lo Stato cedesse al ricatto, domani prenderebbero altri
100 studenti e gli ordinerebbero di ammazzare te, il secondo più probo e
brillante etc etc”. Prima che desse fondo alla sua preparazione di filosofia
teoretica gli ho dato il KO: <b>l’ipse dixit che è alla base della filosofia
tommasea</b>. “Guarda che tutto questo lo dice quella Commissione di cui ti ho
parlato”: “Terminare con la criminalizzazione delle droghe. Sfidare i luoghi
comuni sbagliati invece di rafforzarli. Incoraggiare i governi a sperimentare
modelli di regolamentazione giuridica della droga per minare il potere del
crimine organizzato e salvaguardare la salute e la sicurezza dei cittadini.”
Non l’ho convinto.<br />
<br />
<b><i>Il Fatto Quotidiano, 6 Gennaio 2012</i><o:p></o:p></b></span></div><div class="blogger-post-footer">http://www.goleminformazione.it/</div>LUIGI A. MORSELLOhttp://www.blogger.com/profile/00738190835326712679noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6983571704600747892.post-34891528786331816312012-01-07T11:51:00.001+01:002012-01-07T11:51:55.684+01:00Non ci provate<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRwNLJNGp1HI11a79Wcm5DezuMHjslyBRqkyaitW7rZztfuP6zYSKGUCXrFTndLOHNuasBXBnVxFrrD51PRly3x6EC3CVxCmuBRIrwdeRZK9LiWJQtyb1gaeaw73_PNJFyde-d9r1QtLLR/s1600/MARCO+TRAVAGLIO.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRwNLJNGp1HI11a79Wcm5DezuMHjslyBRqkyaitW7rZztfuP6zYSKGUCXrFTndLOHNuasBXBnVxFrrD51PRly3x6EC3CVxCmuBRIrwdeRZK9LiWJQtyb1gaeaw73_PNJFyde-d9r1QtLLR/s1600/MARCO+TRAVAGLIO.jpg" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEju6mvqxI1wnLr3PqXzSPdRlqd0WhQ0LOaIVp83g2UG15hfOs_eTM4aGl3DkjSbXSWNznWCupqUBQYyE5iv5OZNQQOoMqSd0B8exqzNMvGy9EHXA3Nbo0YSfBOOPmI_mMTIW4mikDX9ZQzu/s1600/logo+Il+Fatto+Quotidiano.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="118" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEju6mvqxI1wnLr3PqXzSPdRlqd0WhQ0LOaIVp83g2UG15hfOs_eTM4aGl3DkjSbXSWNznWCupqUBQYyE5iv5OZNQQOoMqSd0B8exqzNMvGy9EHXA3Nbo0YSfBOOPmI_mMTIW4mikDX9ZQzu/s320/logo+Il+Fatto+Quotidiano.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal">
<b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">MARCO TRAVAGLIO<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Il <i>Corriere della Sera</i> comunica: “Non sarà una
sentenza della Consulta a far saltare il clima di tregua in Parlamento, non
sarà la Corte a provocare fibrillazioni che metterebbero in difficoltà il
governo di emergenza nazionale: in prossimità del verdetto sui referendum
elettorali, istituzioni e partiti di ‘maggioranza’ sono stati rassicurati sul
fatto che i quesiti per abrogare il Porcellum verranno bocciati. Così le forze
politiche contrarie ai referendum non sarebbero costrette a muoversi d’urgenza
per cambiare la legge, con l’obiettivo di evitare la consultazione. Una corsa
affannosa contro il tempo alzerebbe il rischio di tensioni tra i partiti che si
scaricherebbero sull’esecutivo. Con la bocciatura dei referendum, verrebbe
quindi messo in sicurezza il sistema politico, non il sistema elettorale”.
Secondo <i>Repubblica</i>, anch’essa molto informata, sei giudici
sarebbero pro referendum, cinque contro e quattro incerti. Fra i contrari
figurano i soliti <b>Luigi Mazzella</b> e <b>Paolo Maria
Napolitano</b> (<u><a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/07/11/indovina-chi-viene-a-cena/38652/" target="_blank">noti per la cena con B., Letta e Alfano prima della decisione
sul lodo Alfano</a></u>), oltre a <b>Grossi </b>(nominato dal
presidente Napolitano),<b>Frigo</b> (indicato dal Pdl) e al presidente <b>Quaranta</b> (eletto
dalla Corte dei conti e gradito al Pdl). Non sappiamo se tutto ciò sia vero, ma
è molto probabile, visto che ieri nessuno ha smentito nulla.<br />
<br />
Quindi, a una settimana dalla sentenza dell’11 gennaio, la <b>Corte
costituzionale</b>, “giudice delle leggi” e massimo presidio di legalità del
Paese, fa filtrare a due giornali, ai “partiti di maggioranza” e a imprecisate
“istituzioni” gli orientamenti dei suoi membri, che devono restare segreti
anche dopo la decisione, figurarsi prima. E se <i>Repubblica </i>attribuisce
le divisioni a questioni giuridiche (il presunto “vuoto legislativo” che
seguirebbe all’abolizione del Porcellum, peraltro smentito dai promotori che
vogliono resuscitare il precedente Mattarellum), il <i>Corriere</i> dà
una lettura tutta politica. Come se spettasse alla Consulta “mettere in
sicurezza il sistema politico” (manco fosse una fognatura da coibentare) o
preoccuparsi della “tregua in Parlamento” e del “governo di emergenza
nazionale” (che i partiti, pur di sventare il referendum, rovescerebbero per
andare al voto anticipato). E come se il referendum non fosse la più alta
espressione della democrazia diretta, ma una cosa sporca da “evitare” a ogni
costo per scongiurare “tensioni tra i partiti” e “sull’esecutivo”. Il tutto in
barba a quei poveri illusi (<b>1.210.466 cittadini</b>) che hanno firmato il
referendum pensando di vivere in una democrazia. Ora invece apprendono che non
bisogna disturbare i manovratori: una casta, anzi una cosca di partitocrati
nascosti dietro un pugno di banchieri e “tecnici” autoproclamatisi salvatori
della Patria.<br />
<br />
Destra e sinistra non esistono più: sopravvive solo la cultura autoritaria e
oligarchica di queste sedicenti sentinelle del Bene che si sono autoinvestite
del compito di confiscare la sovranità popolare e decidere loro, riunite in
qualche tunnel, catacomba, loggia o angiporto, cosa è giusto per noi. <b>Il
silenzio della Consulta fa il paio con quello dei partiti</b>: anche quelli che
sei mesi fa esultavano per i referendum contro nucleare, acqua privata e
impunità dopo averli sabotati in ogni modo; anche quelli (Pd e Fli) che hanno
raccolto le firme contro il Porcellum con Parisi, Segni, Di Pietro e Vendola.
Bersani e Fini non hanno nulla da dire su una Consulta che preannuncia la
bocciatura del referendum? Nel 2009, alla vigilia della sentenza sul lodo
Alfano – l’ha accertato il Tribunale del Riesame di Roma – la <b>P3</b> riuscì
“a ottenere l’assicurazione sul voto, nel senso voluto dai sodali, di sette dei
15 giudici della Corte”. Poi uno cambiò idea e il lodo fu bocciato nove a sei:
ma “resta il fatto che tale ingerenza ci fu e venne esercitata su almeno sei
giudici costituzionali che anticiparono a un soggetto come il Lombardi la loro
decisione”. Ora la P3 è imputata per un’impressionante serie di reati. Ma i sei
giudici sono sempre alla Consulta. <b>Nessun’istituzione ha pensato di
stanarli e cacciarli</b>. Nessun monito si è levato dai colli più alti contro
questo scandalo a cielo aperto. Da oggi però quei sei giudici infedeli devono
sentirsi osservati: 1.210.466 cittadini italiani li guardano.<br />
<br />
<b><i>Il Fatto Quotidiano, 6 gennaio 2012</i><br />
</b><br />
<i>(Aggiornamento del 6 Gennaio 2012, 19.17) - La Corte Costituzionale ha
diffuso oggi una nota in cui “smentisce categoricamente le fantasiose illazioni
relative a presunte dichiarazioni attribuite dalla stampa a componenti della
Corte in relazione alla prossima decisione riguardante l’ammissibilità dei
quesiti referendari in materia elettorale”. </i><o:p></o:p></span></div>
<br />
<br /><div class="blogger-post-footer">http://www.goleminformazione.it/</div>LUIGI A. MORSELLOhttp://www.blogger.com/profile/00738190835326712679noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6983571704600747892.post-67869602517308324192012-01-07T11:38:00.001+01:002012-01-07T11:38:34.592+01:00Caso Raphael Rossi, il Mattino: ‘Rapporto finito per questioni di soldi e di consulenze’<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDCuBLyH7OaCiVKlzLgs3pplLAWHssYYWPjXN1Vgu-DvV65Y1POvByB9oh0NKnttjqXPmRL8ILbcikpgrNq-b6MVHXpF6zOraAg0o1aF3zkv85ynM9gYVpPQXppo1O4f76WvDCfWgWP12n/s1600/raphael-rossi-rullo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDCuBLyH7OaCiVKlzLgs3pplLAWHssYYWPjXN1Vgu-DvV65Y1POvByB9oh0NKnttjqXPmRL8ILbcikpgrNq-b6MVHXpF6zOraAg0o1aF3zkv85ynM9gYVpPQXppo1O4f76WvDCfWgWP12n/s1600/raphael-rossi-rullo.jpg" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEgLVrXz3wDmRi1Cd9zHaAEcbaCXBB5BaJKj1XpR3V9sKB_aluaadYljMyqmKfzTlmCJRDYaAYweqQq1IEiy4i-Ic9ErFgnVxQoa-pr9w5rdizCkA5GXsKIJi6wtNMpMlaWw25AG7gPQVv/s1600/logo+Il+Fatto+Quotidiano.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="118" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEgLVrXz3wDmRi1Cd9zHaAEcbaCXBB5BaJKj1XpR3V9sKB_aluaadYljMyqmKfzTlmCJRDYaAYweqQq1IEiy4i-Ic9ErFgnVxQoa-pr9w5rdizCkA5GXsKIJi6wtNMpMlaWw25AG7gPQVv/s320/logo+Il+Fatto+Quotidiano.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">VINCENZO IURILLO</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Il quotidiano di Napoli cita un report commissionato ai
dirigenti di Asìa dal vice sindaco con delega all’Ambiente, Tommaso Sodano, sui
sei mesi della presidenza Rossi<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Dietro il licenziamento o le dimissioni che dir si voglia di <b>Raphael
Rossi</b> dalla presidenza di Asìa, la municipalizzata dei rifiuti di
Napoli, ci sarebbe stato uno scontro su questioni di soldi. E più precisamente,
sui costi di gestione e sulle consulenze firmate dal giovane manager venuto da
Torino su chiamata del sindaco <b>Luigi de Magistris</b> per
rilanciare un’azienda ingrippata e per avviare sul serio la raccolta
differenziata nella città delle emergenze continue. E’ la tesi che fa capolino
da un documentato articolo di <b>Adolfo Pappalardo</b> su <i>Il
Mattino</i>. Nel quale si fa riferimento a un report commissionato ai dirigenti
di Asìa dal vice sindaco con delega all’Ambiente, <b>Tommaso Sodano</b>,
sui sei mesi della presidenza Rossi. Interpellato per dire la sua sulla
vicenda, Sodano preferisce non commentare precisando però di non aver
commissionato nessuna relazione. Ma non ne smentisce il contenuto, limitandosi
ad aggiungere “che quando c’è un cambio di management in un’azienda è normale
che chi subentri voglia sapere come ha lavorato chi lo ha preceduto”.<br />
<br />
Il report citato dal Mattino, punta il dito su 5 consulenze decise da Rossi per
un totale di 150.000 euro circa. Quattro di queste consulenze sono state
chieste ai collaboratori più fidati di Rossi, provenienti anch’essi da Torino:
si chiamano <b>Robiati, Di Polito, Varisotti e Vecchiotti</b>e da tempo
fanno squadra con il manager torinese. La quinta consulenza riguarda Studium,
società che si occupa di studi in materie ecologiche, fondata dal professore di
Sociologia della Sapienza di Roma <b>Domenico De Masi</b>. Sono tutte consulenze
inferiori alle 50.000 euro, limite entro il quale Rossi, conformemente ai pieni
poteri attribuitigli dall’azionista (il Comune di Napoli), poteva deliberare
senza informare il Cda. Circostanza che però avrebbe fatto arrabbiare qualcuno,
indispettito dal non aver potuto analizzare il curriculum e le competenze dei
professionisti scelti. O forse semplicemente per non averne potuti indicare
altri al loro posto. Malumori comunque generici, quelli messi nero su
bianco sul documento, nel quale sarebbero finite anche le spese relative alla
presidenza Rossi. Lo stipendio del manager torinese ammontava a circa 2500 euro
al mese. Ai quali, però, si dovrebbero aggiungere un rimborso non forfettario
di 2400 euro, il costo dell’appartamento in affitto occupato dal manager, le
spese telefoniche e il rimborso delle spese di viaggio andata e ritorno verso
Torino, dove Rossi ha casa e famiglia.<br />
<br />
In assenza di spiegazioni convincenti da chi avrebbe dovuto fornirle, le
ragioni dell’avvicendamento di uno dei simboli della rivoluzione arancione alla
guida di Asìa, assomigliano a un complicato puzzle di tasselli. Andrebbero
incastratati tutti e bene, per avere un quadro chiaro. Ma i tasselli stanno
emergendo in maniera frammentaria, uno alla volta, e forse ne mancano ancora diversi.
Cosicché il quadro riporta molti pezzi bianchi e altri poco chiari. Del puzzle
fanno sicuramente parte i numerosi ‘no’ pronunciati da Rossi, i cui pieni
poteri hanno finito per infastidire qualcuno, e ricordati sul blog aperto sulla
versione web de ‘Il Fatto Quotidiano’, tra i quali quello all’assunzione di 23
ex lavoratori ultracinquantenni del bacino Napoli 5, sul quale ha riferito ai
magistrati che indagano sull’Immondizia Connection a Napoli. E un tassello
importante del puzzle è sicuramente il deterioramento dei rapporti con Sodano,
che su molte vicende sindacali e gestionali ha assunto posizioni diametralmente
opposte a quelle di Rossi. Ora spunta il tassello delle spese di gestione
dell’Asìa. Sulle quali Rossi ha assicurato che spiegherà tutto nelle prossime
ore sul suo blog.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div><div class="blogger-post-footer">http://www.goleminformazione.it/</div>LUIGI A. MORSELLOhttp://www.blogger.com/profile/00738190835326712679noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6983571704600747892.post-79351222838488046732012-01-06T20:45:00.001+01:002012-01-06T20:45:14.323+01:00Monti va a Parigi: “Lavoriamo mano nella mano con Francia e Germania”<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGshQuVjkCE-ISwkzqrMhU062kNCSTadcAcmBsOhCj71SOyLyHfbjqbSge9uIAc-CW27NKm-8jPaXzf6ErVns8nWj2Y5UgWURZJ7x9nQOlg5FiGqaKXv3BTXnEWPRVm1iuX_JlH4_f6LP-/s1600/Monti-Sarkozy_interna.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGshQuVjkCE-ISwkzqrMhU062kNCSTadcAcmBsOhCj71SOyLyHfbjqbSge9uIAc-CW27NKm-8jPaXzf6ErVns8nWj2Y5UgWURZJ7x9nQOlg5FiGqaKXv3BTXnEWPRVm1iuX_JlH4_f6LP-/s1600/Monti-Sarkozy_interna.jpg" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeNXP7NFALYyDLbufWqbkYfxgaAwcKv37HYR9WjGH6i_LxuGd5300FcFRxvHJulL6Y771pVRrF3swraB4glFvlRZcT8AF2ATlIosJ865RK7MbVlp9BoOQLCixoMoGpbLMxWY75DHyXxz3R/s1600/logo+Il+Fatto+Quotidiano.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="118" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeNXP7NFALYyDLbufWqbkYfxgaAwcKv37HYR9WjGH6i_LxuGd5300FcFRxvHJulL6Y771pVRrF3swraB4glFvlRZcT8AF2ATlIosJ865RK7MbVlp9BoOQLCixoMoGpbLMxWY75DHyXxz3R/s320/logo+Il+Fatto+Quotidiano.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Si terrà a Roma il 20 gennaio il vertice a tre con Nicolas
Sarkozy e Angela Merkel. Il presidente del Consiglio italiano dice: "E'
essenziale che ogni stato membro faccia fino in fondo quello che deve fare per
consolidare il bilancio e realizzare riforme"<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;"><a href="http://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2012/01/Monti-Sarkozy_interna.jpg"></a>Due
incontri programmati per la giornata parigina di <b>Mario Monti</b>, che
prima è andato dal premier <b>Francois Fillon</b> e nel tardo
pomeriggio è arrivato all’Eliseo dal presidente Sarkozy. ”L’Italia lavora mano
nella mano con la Francia, così come con la Germania, per proseguire insieme
verso la costruzione europea”, ha detto il presidente del Consiglio al termine
di un pranzo di lavoro di un’ora e mezza con Fillon, che ha detto di essere
“molto grato al presidente Monti per il lavoro eccezionale che sta facendo per
restituire valore alla costruzione europea e alla zona Euro”. Il premier
francese ha aggiunto che “tra Francia e Italia c’è un’identità di vedute quasi
totale”. Nel primo pomeriggio, Monti si è spostato a Bercy, sede del ministero
dell’Economia per il convegno economico ‘Nouveau Monde’ – al quale partecipano
anche il ministro per lo Sviluppo economico, <b>Corrado Passera</b>, e il
viceministro dell’Economia, <b>Vittorio Grilli</b>. Passera ha chiarito
che “ancora non abbiamo una soluzione alla crisi finanziaria”, precisando che
“non esiste comunque una soluzione unica ma diverse”. Tra queste, sicuramente
il nuovo Patto di bilancio Ue, il “<b>fiscal compact</b>“, è un “passo nella
giusta direzione”, come anche il semestre europeo, ma “l’Ue deve essere
all’altezza delle sua aspettative”. Per questo “abbiamo bisogno di più
innovazione, ricerca e investimenti, dobbiamo avere il coraggio di costruire
questa competitività e affrontare la crisi con gli strumenti giusti”, ha
ammonito il ministro. “Certamente ci stiamo muovendo nella buona direzione,
certamente non ci stiamo muovendo sufficientemente veloci”, ha concluso
Passera.<br />
<br />
Al termine del convegno economico Monti ha ribadito che l’ “Europa è in un
momento cruciale, con equilibri in continuo cambiamento”. Poi è passato a
parlare della crescita che “in Europa rischia di fermarsi, mentre i Brics sono
in forte crescita”. Il <b>modello sociale europeo,</b> ha proseguito
il premier, “prima veniva visto con distanza da parte di Usa e Cina, mentre
dopo la crisi economica anche questi paesi hanno dedicato maggiore attenzione
al sistema sociale”. Secondo il presidente del Consiglio, l’Ue, dopo la crisi
vede confermata anche la sua scelta costitutiva di fare governo “di governance
multi-laterale”. E conclude: “Bisogna evitare che l’euro diventi un elemento di
divisione in questo periodo di crisi, per questo bisogna rimediare alla crisi
dell’eurozona. L’Italia ha messo in opera un pacchetto in vigore dal 1 gennaio
che comporta un radicale cambiamento del sistema delle pensioni e viaggia verso
il pareggio di bilancio nel 2013″.<br />
<br />
E’ durato poco più di un’ora l’incontro con <b>Nicolas Sarkozy. </b>I
due presidenti si sono presentati per una brevissima conferenza stampa, in cui
Sarkozy ha assicurato:”Italia e Francia condividono la stessa identità di
vedute per risolvere la crisi dell’euro”. Fissato per il prossimo 20 gennaio il
nuovo vertice a tre con <b>Angela Merkel</b>,
a Roma. ”Siamo d’accordo sul fatto che in una fase così delicata per l’unione
europea e l’eurozona è essenziale che che ogni stato membro faccia fino in
fondo ciò che deve fare per consolidare i bilanci e le riforme”, ha detto Monti
al termine del colloquio in cui si è parlato probabilmente del fondo Salva
Stati e delle modifiche al Trattato di Lisbona, oltre che della preparazione
dei prossimi appuntamenti europei, in particolare il Consiglio europeo del 30
gennaio. Gennaio sarà infatti un mese di intense consultazioni per dare
all’Europa un nuovo volto: l’11 gennaio Monti incontrerà a Berlino il
cancelliere <b>Angela Merkel</b> per discutere della crisi economica
europea e in particolare di quella che coinvolge i paesi dell’eurozona. Alla
fine del mese si recherà a Londra per incontrare il premier britannico <b>David
Cameron</b>, mentre altri viaggi sono in programma nelle prossime settimane a
Washington e Tripoli. Intanto Cameron ha ribadito oggi la sua intenzione di
“fare tutto il possibile” affinché i firmatari del nuovo trattato Ue non usino
istituzioni come Commissione e Corte di Giustizia per portare avanti il lavoro
dell’Europa senza la partecipazione di Londra. “Non dovrebbero prendere
decisioni che riguardano il mercato unico e la competitività: Non si può avere
un trattato fuori dell’Ue che inizia a fare ciò che andrebbe fatto all’interno
dell’Unione”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div><div class="blogger-post-footer">http://www.goleminformazione.it/</div>LUIGI A. MORSELLOhttp://www.blogger.com/profile/00738190835326712679noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6983571704600747892.post-63155220264373424262012-01-06T17:12:00.001+01:002012-01-06T20:40:25.590+01:00Unicredit mette in guardia chi investe “L’euro potrebbe saltare”<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbJa5uYIpN71WzhHBUSJ1S2t3ovkBPSsCxYIC9OMy7M4sclLI_vUCkYxWJ_PatYy64hF9RCr4HBbu_S4_XN28hKzfmvzMxlkbAK72cT1I6eP_J_K2uvEjZW14MjPveKclfB2aTiWOLg3b8/s1600/unicredit_interna1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbJa5uYIpN71WzhHBUSJ1S2t3ovkBPSsCxYIC9OMy7M4sclLI_vUCkYxWJ_PatYy64hF9RCr4HBbu_S4_XN28hKzfmvzMxlkbAK72cT1I6eP_J_K2uvEjZW14MjPveKclfB2aTiWOLg3b8/s1600/unicredit_interna1.jpg" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNyrMHAOYR-tVIqnRy7__mffNv2gG0_GyqohsqTx4GLeTL043Ggailsi-YqXRIxVH507tCneuwQYMB36vsza8I_R9ftR3z8WJ4dY3uUIpZt0WCJfpT47rhyMwcXgGFzGOpLtKCZnsAqyNC/s1600/logo+Il+Fatto+Quotidiano.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="118" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNyrMHAOYR-tVIqnRy7__mffNv2gG0_GyqohsqTx4GLeTL043Ggailsi-YqXRIxVH507tCneuwQYMB36vsza8I_R9ftR3z8WJ4dY3uUIpZt0WCJfpT47rhyMwcXgGFzGOpLtKCZnsAqyNC/s320/logo+Il+Fatto+Quotidiano.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">L'avviso nel prospetto dell'aumento di capitale. Improvvisa
missione di Monti a Bruxelles. Per il premier giro d'incontri con i vertici Ue:
in gioco la trattativa sul rigore per i conti pubblici<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;"><a href="http://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2012/01/unicredit_interna1.jpg"></a>Con<a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/05/borse-picco-spread-sopra-quota-500sale-benzina-verde-eurolitro/181722/" target="_blank"> i mercati europei che si avvitano al ribasso e lo spread
italiano che torna a volare oltre i 520 punti </a>si fa presto a
concludere che gli investitori finanziari vedono nuovi guai in arrivo per
l’euro. Ma per capire davvero quanto siano aumentati negli ultimi mesi il
pessimismo e la sfiducia sul futuro della moneta unica può essere utile dare
un’occhiata a un paio di paginette del <b>prospetto informativo</b> <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/04/unicredit-vara-laumento-capitale-piccoli-azionisti-potrebbero-restarne-fuori/181561/" target="_blank">dell’aumento di capitale di <b>Unicredit</b> che
prenderà il via lunedì prossimo</a>. “Rischi connessi alla crisi del debito
dell’area euro”, questo il titolo di uno dei paragrafi del voluminoso documento
pubblicato. È la prima volta che una grande banca italiana, mentre si appresta
a chiedere denaro ai propri azionisti, decide di mettere in guardia i
risparmiatori anche da una possibile dissoluzione della valuta continentale.
Certo, è solo un’ipotesi tra molte altre che, secondo i manager di Unicredit
potrebbero influenzare nei prossimi mesi l’andamento della banca. Il solo fatto
che <b>un rischio euro</b> venga menzionato riesce però a dare l’idea
delle tensioni e dei timori sul mercato.<br />
<br />
“Le preoccupazioni relative all’aggravarsi della situazione del debito sovrano
dei Paesi dell’Area Euro potrebbero portare alla reintroduzione, in uno o più
Paesi dell’Area Euro di valute nazionali o, in circostanze particolarmente
gravi, all’abbandono dell’Euro”. Questo è quanto si legge a pagina 66 del
prospetto. Insomma, nei prossimi mesi non è da escludere neppure <b>un
ritorno alla vecchia lira</b>. Semplice ipotesi, ovviamente, ma i vertici del
secondo gruppo bancario italiano, il più attivo oltrefrontiera con una forte
presenza in Germania, non hanno potuto fare a meno di segnalare il rischio
euro. “È una forma di tutela legale contro un rischio di carattere sistemico”,
precisa una fonte ufficiale di Unicredit.<br />
<br />
Un rischio che adesso, però, è diventato ben più concreto rispetto al recente
passato. Prospetto a parte, va detto che ieri Unicredit ha trascinato al
ribasso l’intera Borsa italiana. Alla vigilia dell’aumento di capitale il
titolo del colosso bancario ha perso addirittura il 17 %, che si aggiunge alla
caduta del 16 % registrata mercoledì. Il crollo si spiega in parte con il forte
sconto (43 %) rispetto al prezzo di mercato a cui le nuove azioni verranno collocate.
Molti operatori hanno così preferito vendere adesso per poi ricomprare da
lunedì. Ieri, però, è stato l’intero <b>settore bancario</b> a
perdere terreno in Borsa per effetto anche della nuova impennata dello spread.<br />
<br />
E ad aumentare la sensazione di allarme presente sui mercati ha contribuito
anche la notizia dell’improvvisa e inaspettata partenza di <b>Mario Monti</b> alla
volta di Bruxelles per alcuni incontri, non meglio specificati, con i vertici
Ue. Il premier ha così aperto la sua campagna d’Europa: curiosamente però, per
la cosa più importante che farà a palazzo Chigi, le sue doti accademiche non
conteranno niente. Quel che serve oggi è un bel po’ di politica: guidare,
convincere, mediare. Se, infatti, il premier non riesce a persuadere il duo <b>Merkel-Sarkozy</b> ad
abbandonare i furori rigoristi del nuovo Patto fiscale europeo per l’Italia,
l’Ue e la sua moneta non c’è futuro. Vedremo poi i particolari, ma appare
chiaro che gli investitori non si fidano del cosiddetto<b> “accordo salva
euro” </b>a trazione tedesca. Ieri la Borsa di Milano s’è persa per strada
11, 3 miliardi di euro (-3, 6 %) e lo spread Btp-Bund, come detto, è tornato
sopra i 520 punti. Se a questo si aggiunge che il differenziale coi titoli
tedeschi ieri ha colpito anche <b>Francia </b>(150) e <b>Spagna</b> (380),
si capisce che gli investitori si stanno convincendo che l’euro è destinato al
decesso e chiedono tassi di interesse adatti alle (future) monete nazionali.<br />
<br />
Questo è il quadro che <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/05/napolitano-monti-dimostrera-litalia-affidabile/181740/" target="_blank">Mario Monti si è trovato davanti ieri a Bruxelles, accompagnato
dalle “referenze” di <b>Giorgio Napolitano</b></a>: “Monti ha tutti i
titoli per porre all’Ue questioni che riguardano il modo di garantire rigore e
crescita”, ha detto il Colle. “Inoltre – ha aggiunto Napolitano – il decreto
approvato dal Parlamento è la prova come l’Italia sia, anche sul debito
pubblico, affidabile”. Tanta enfasi è giustificata dal fatto che oggi gli
sherpa dei vari governi cominciano la trattativa sulle modifiche alla <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/12/09/europa-velocita-sulla-crisi-londra-sfila-sulle-nuove-regole-fiscali-bilancio/176313/" target="_blank">bozza di <b>Trattato intergovernativo</b> firmata il
9 dicembre</a>. I tempi sono stretti: un paio di settimane per la stesura
definitiva, accordo al Consiglio europeo del 30 gennaio, firma definitiva a
marzo. Si tratta di un testo pericolosissimo: sanzioni automatiche per gli
sforamenti del deficit e un percorso di rientro al 60 % del rapporto debito/Pil
a colpi di un ventesimo l’anno (per l’Italia significa 45-50 miliardi), per non
citare che le due minacce più gravi. I professori hanno proposto alcuni
emendamenti il cui senso è “va bene il rigore, ma bisogna tenere conto del
ciclo economico”, cioè che siamo in recessione. Tradotto: se non cresciamo,
anche con la spesa pubblica, siamo morti.<br />
<br />
Ora che sa cosa vuole fare, però, a Monti resta la cosa più difficile:
convincere la Merkel e gli altri paesi nordici. Monti insomma cerca alleati (<b>Polonia</b> e <b>Belgio </b>non
bastano): oggi ci proverà con Sarkozy, la commissione è già dalla sua parte e
mercoledì potrà presentarsi alla Cancelliera tedesca avendo chiara la
situazione. Con una freccia al suo arco: con la <b>Gran Bretagna</b> già
fuori dai giochi, il potere di veto dell’Italia è enorme.<br />
<br />
<b>di Vittorio Malagutti e Marco Palombi</b><br />
<br />
<b>da <i>Il Fatto Quotidiano</i> del
6 gennaio 2012<o:p></o:p></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div><div class="blogger-post-footer">http://www.goleminformazione.it/</div>LUIGI A. MORSELLOhttp://www.blogger.com/profile/00738190835326712679noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6983571704600747892.post-23530870158665160412012-01-05T19:55:00.001+01:002012-01-05T19:57:30.731+01:00Costi della politica: la mia lettera aperta a Mario Monti<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOi9-jkV6PuK7HTvXr5vYf_COURKyRaa8irNS-MbomHuJzFcP3RQZCEBoNZIYbNhKmpEErqkQBO474lspJIKGKRBcz7ImhWc4YIM-xzxi3ObRzXSjkFHnDDt0AHC0sAxQU-JHH05s4yO5g/s1600/ANTONIO+DI+PIETRO+IN+CHIARO.bmp" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="275" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOi9-jkV6PuK7HTvXr5vYf_COURKyRaa8irNS-MbomHuJzFcP3RQZCEBoNZIYbNhKmpEErqkQBO474lspJIKGKRBcz7ImhWc4YIM-xzxi3ObRzXSjkFHnDDt0AHC0sAxQU-JHH05s4yO5g/s320/ANTONIO+DI+PIETRO+IN+CHIARO.bmp" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-L9tOLkbmwHw/TwXyPRhBtqI/AAAAAAAA67U/qWpVc2wEy9Q/s1600/LOGO+ITALIA+DEI+VALORI.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-L9tOLkbmwHw/TwXyPRhBtqI/AAAAAAAA67U/qWpVc2wEy9Q/s1600/LOGO+ITALIA+DEI+VALORI.gif" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Illustrissimo Professor
Monti,<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">come certamente Ella ricorderà, i Gruppi Parlamentari
dell'Italia dei Valori hanno inteso conferire a Lei ed al Suo Governo una
fiducia motivata, formalmente depositata in Parlamento, fondata su contenuti
chiari, precisi ed inequivocabili.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Parte essenziale della nostra fiducia era basata sulla
significativa decurtazione dei costi della politica e sull’equità sociale.
L'opera di razionalizzazione istituzionale rappresenta, infatti, una “questione
di credibilità” dinanzi all’Italia e non solo si rivela urgente sotto il
profilo finanziario, ma si rende necessaria per tentare di riavvicinare i
cittadini alle istituzioni, vista la delicata fase che sta attraversando il
Paese.<br />
Nell'ambito delle Sue comunicazioni programmatiche, Lei ebbe a dichiarare che:
«Di fronte ai sacrifici che sono stati e che dovranno essere richiesti ai
cittadini, sono ineludibili interventi volti a contenere i costi di
funzionamento degli organi elettivi».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Tale ineludibilità, Illustre Presidente, implica necessariamente
un immediato, efficace e reale intervento in tal senso, partendo da tutto ciò
che è possibile fare subito dando così al Paese il buon esempio. Le nostre
proposte sono:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">- Soppressione immediata delle Province con compiti, funzioni e
personale dipendente da affidare a Comuni e Regioni;<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">- Diminuzione del numero dei deputati e dei senatori
(complessivamente a 500), dei componenti dei consigli e delle giunte regionali;<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">- Riduzione di tutti i consigli di amministrazione delle società
pubbliche mentre in quelle che hanno fatturati minimi vanno sciolti o ridotti
ad un solo componente;<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">- Riduzione dell'indennità e soppressione degli assegni vitalizi
per i membri del Parlamento e dei consiglieri regionali, nonché il contestuale
incremento delle dotazioni del fondo nazionale per le politiche sociali;<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">- Modifiche al rimborso delle spese per consultazioni
elettorali;<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">- Soppressione del Consiglio nazionale dell'economia e del
lavoro, per la riduzione dei costi della politica;<br />
<br />
- Soppressione dei rimborsi delle spese di viaggio e di trasporto per i
parlamentari cessati dal mandato;<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">- Modifiche con tagli sostanziali alle sedi di rappresentanza
delle regioni all'estero e all'istituzione di un 'Palazzo Italia' a Bruxelles;<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">- Taglio radicale della dotazione e l'uso di autovetture di
servizio delle pubbliche amministrazioni;<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;"><br />
E’ importante che la parola “equità” da Lei usata trovi una coerenza tra il
dire e il fare del governo, in particolare sulla riduzione dei costi della
politica, anche con provvedimenti legislativi urgenti.<br />
Questo, nella piena consapevolezza che i cittadini, martoriati ed angosciati
dalla perdurante crisi economica e dall’ultima manovra finanziaria, possano
riscontrare un cenno di dignità da parte delle Istituzioni repubblicane.
Sappiamo bene che alcuni provvedimenti non rientrano nelle competenze del
governo, ma la maggior parte di essi possono essere presi in considerazione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">A tal proposito, <i><u><a href="http://www.antoniodipietro.com/Proposte_idv_tagli_politica.pdf">allego
alla presente l’elenco delle proposte da noi presentate in Parlamento.</a></u></i><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Con i miei più cordiali saluti,<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">On. Antonio Di Pietro</span></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;"><br />
<i>Presidente nazionale<br />
Italia dei Valori</i><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div><div class="blogger-post-footer">http://www.goleminformazione.it/</div>LUIGI A. MORSELLOhttp://www.blogger.com/profile/00738190835326712679noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6983571704600747892.post-36999039194398462262012-01-05T18:53:00.000+01:002012-01-05T18:53:44.184+01:00Padre e figlia uccisi, paura e rabbia dal mondo dei social network<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-agQhs0UYB7k/TwXjOZgO_-I/AAAAAAAA664/1M3G--4901c/s1600/cd47f47da5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="261" src="http://4.bp.blogspot.com/-agQhs0UYB7k/TwXjOZgO_-I/AAAAAAAA664/1M3G--4901c/s320/cd47f47da5.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-SGrMhpc36tU/TwXjQO7e1SI/AAAAAAAA67A/4-nwgJhabjs/s1600/LOGO+LA+STAMPA.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="48" src="http://1.bp.blogspot.com/-SGrMhpc36tU/TwXjQO7e1SI/AAAAAAAA67A/4-nwgJhabjs/s320/LOGO+LA+STAMPA.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">«La mia città è messa male. Ci vuole qualcosa. Uno scatto
d'orgoglio, un sussulto di coscienza, una qualsiasi reazione. Qualcosa».
L’indignazione è uno di quei sentimenti che sui social network corre veloci. Su
Twitter e Facebook sono bastate poche parole per esprimere la rabbia e il
cordoglio per la tragedia che ha coinvolto Zhoun Zen, commerciante cinese
di 31 anni, e la figlia di sei mesi, uccisi ieri notte nel quartiere
romano di Tor Pignattara.<br />
<br />
Sentimenti che si legano alla paura per una città che appare ogni
giorno più minacciosa e violenta. Roma come «Far West»: una similitudine che
riverbera di cinguettio in cinguettio. Un ragazzo scrive: «Quanto successo a
Roma è la prova che la Capitale è fuori controllo». Un altro si esprime con
toni da guerra civile: «siamo in una città da coprifuoco».<br />
<br />
I pensieri sono indirizzati all’amministrazione romana, ma soprattutto
nell’aria c’è l’amaro per le promesse non mantenute: «Alemanno ha vinto a Roma
con la tiritera della sicurezza, ricordiamocelo», oppure «ringrazio il sindaco
per il piano sicurezza». Il sarcasmo, quello, non manca mai: «Alemanno che ha
vinto sull’insicurezza, quando si dimette?».<br />
<br />
Non manca anche questa volta il rimprovero che alcune comunità dei
social network avevano già fatto ai media qualche settimana fa, in occasione
dell’omicidio di Mor Diop e Samb Modou, i senegalesi uccisi qualche
settimana fa a Firenze da un killer xenofobo: «Ucciso un cinese con la figlia.
No, ucciso un uomo con un nome, con una famiglia, un vissuto. E una bambina
come la mia, come le vostre».<br />
<br />
Si ha paura di dimenticare, anche, e un messaggio a 140 caratteri a volte è
l'unico rimedio all'oblio: «si fa prima quando le vittime sono gli ultimi, gli
emarginati, gli immigrati». E anche: «Ho idea che nessuno intitolerà mai una
via o quant'altro alla bimba cinese uccisa ieri sera a Roma in una rapina».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div><div class="blogger-post-footer">http://www.goleminformazione.it/</div>LUIGI A. MORSELLOhttp://www.blogger.com/profile/00738190835326712679noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6983571704600747892.post-18730107326061919202012-01-05T18:48:00.001+01:002012-01-05T18:48:31.470+01:00Roma, Alemanno: "Fermare le belve"<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNoHa5EsMHUrX-oSBRjcot577ardh8agsE0T6o7nlA1eBaXn_cXfx1cDksbaSOpupyZDhCDPoBoe1ytZuRrV_T8_AlssRSpWSHT9BLgFgyBV1FciKPDnhq0PTIys3TvrSGmZyqUKVmVq3r/s1600/alemanno.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="242" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNoHa5EsMHUrX-oSBRjcot577ardh8agsE0T6o7nlA1eBaXn_cXfx1cDksbaSOpupyZDhCDPoBoe1ytZuRrV_T8_AlssRSpWSHT9BLgFgyBV1FciKPDnhq0PTIys3TvrSGmZyqUKVmVq3r/s320/alemanno.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-Ecd7zJZrqj8/TwXiMwUgbHI/AAAAAAAA66s/sdDHllxO0L0/s1600/LOGO+LA+STAMPA.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="48" src="http://1.bp.blogspot.com/-Ecd7zJZrqj8/TwXiMwUgbHI/AAAAAAAA66s/sdDHllxO0L0/s320/LOGO+LA+STAMPA.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">«L’ultimo tragico episodio di violenza che ha portato alla morte
di una bambina di pochi mesi e di suo padre è veramente troppo. La pazienza di
Roma e dei romani è finita. Ci sono belve criminali che agiscono nella nostra
città che devono essere fermate a tutti i costi». Alemanno interviene sulla
rapina tragica che ieri notte ha portato all’uccisione di un negoziante con la
bambina di pochi mesi.<br />
<br />
«Ci sono troppa droga e troppe armi che circolano nei quartieri più a rischio -
aggiunge il sindaco di Roma - Sono mesi che denuncio questa emergenza criminale
ma le misure che fino adesso sono state attuate sono chiaramente inadeguate.
Chiediamo al Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico che si svolgerà
questo pomeriggio con la partecipazione del Ministro e dei vertici delle Forze
dell’Ordine di decidere insieme alla magistratura misure emergenziali per
riprendere il controllo del territorio debellando un tessuto criminale che in
questi mesi è cresciuto oltre ogni misura. Roma si attende fatti e non promesse».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div><div class="blogger-post-footer">http://www.goleminformazione.it/</div>LUIGI A. MORSELLOhttp://www.blogger.com/profile/00738190835326712679noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6983571704600747892.post-88863009570377924682012-01-05T18:44:00.000+01:002012-01-05T18:44:26.728+01:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-wkaJNAhgWyY/TwXerFff2bI/AAAAAAAA66Q/IMH8DJxUSrU/s1600/VLADIMIRO+ZAGREBELSKY.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-wkaJNAhgWyY/TwXerFff2bI/AAAAAAAA66Q/IMH8DJxUSrU/s1600/VLADIMIRO+ZAGREBELSKY.jpg" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-aiyEXWt7MGQ/TwXesD9MhZI/AAAAAAAA66Y/OF3EoNxP_Gc/s1600/LOGO+LA+STAMPA.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="48" src="http://3.bp.blogspot.com/-aiyEXWt7MGQ/TwXesD9MhZI/AAAAAAAA66Y/OF3EoNxP_Gc/s320/LOGO+LA+STAMPA.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">VLADIMIRO ZAGREBELSKY<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">L’attenzione focalizzata sulle difficoltà economiche e
finanziarie dell’Italia e dell’Europa e la discussione sulle misure prese o da
prendere per uscire dalla crisi, rischia di mettere in ombra, sotto la pressione
dell’urgenza, un tratto fondamentale dell’Unione europea. Da lungo tempo ormai
l’iniziale esclusivo scopo di creare un mercato comune si è arricchito di
componenti diverse, di natura culturale e politica. Di esse si dà conto in
apertura del <b><u>Trattato sull’Unione</u></b>,
dichiarando che essa «</span><b><i><u><span style="color: navy; font-family: Verdana;">si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della
libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del
rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a
minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società
caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza,
dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini</span></u></i></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">». La coerenza con quei principi
delle leggi e dei comportamenti di ciascuno dei ventisette Paesi membri è <b>condizione per l’adesione</b> all’Unione e <b>per l’esercizio dei diritti</b> che essa
comporta. Tanto che la partecipazione di uno Stato membro può essere sospesa se
gli organi dell’Unione constatano che esiste un rischio di violazione grave di
quei valori. Le vicende in corso in Ungheria ci aiutano a ricordarcene.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">L’</span><b><span style="font-family: Verdana;">Ungheria</span></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> ha aderito (ha chiesto di aderire ed
è stata accolta) all’Unione europea nel 2004, superando i <b>test di democraticità e di compatibilità del sistema economico.</b> Da
allora il Paese ha vissuto </span><b><u><span style="font-family: Verdana;">gravi crisi economiche e politiche</span></u></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">, ora giunte a un punto che allarma
gli organi dell’Unione e l’opinione pubblica ungherese ed europea. Alle
critiche provenienti dall’Unione e da altri Stati, il </span><b><span style="font-family: Verdana;">primo ministro ungherese Orban</span></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> reagisce proclamando che nessuno può dettare al suo
Paese ciò che deve fare. Con ciò solletica il suo elettorato e il nazionalismo
ungherese, ma </span><b><u><span style="font-family: Verdana;">nega in radice la logica
dell’appartenenza a una comunità come l’Unione.</span></u></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> In Europa le vicende interne agli
Stati membri, siano esse economiche o relative alla democrazia e alle libertà
civili, riguardano tutti, istituzioni europee e cittadini. Non è irrilevante
che ogni cittadino di ciascuno Stato membro sia anche cittadino dell’Unione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Vinte le elezioni politiche e ottenuti, per il gioco della legge
elettorale, più di due terzi dei seggi parlamentari, </span><b><u><span style="color: maroon; font-family: Verdana;">il governo ha introdotto modifiche alla Costituzione e alle leggi
che confliggono con i valori propri dell’Unione</span></u></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">. Sono stati fatti inquietanti
richiami alla «ungheresità» etnica che urtano gli Stati confinanti in cui
vivono minoranze magiare, </span><b><u><span style="font-family: Verdana;">è stata abolita la indipendenza della
Banca centrale e sono state drasticamente ridotte l’indipendenza della
magistratura e la libertà della stampa.</span></u></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> Un’ampia epurazione è in corso. Il presidente della <b>Corte suprema</b>, già giudice della <b>Corte europea dei diritti dell’uomo</b>, si
è dimesso. <b>Il reclutamento dei nuovi
magistrati è ormai nelle mani di un organismo che risponde al governo. La
composizione della Corte costituzionale è modificata per legarla alla
maggioranza di governo</b>. <b>La stampa,
le radio e televisioni sono sottoposte a limitazioni e controlli che hanno
iniziato a produrre dimissioni e licenziamenti di giornalisti non in linea.</b>
Il quadro che deriva dal contemporaneo attacco alla magistratura e alla stampa,
il terzo e il quarto potere in democrazia, è per un verso classico in ogni
regime autoritario e per l’altro è in esplicita rotta di collisione con i
principi di democrazia su cui l’Unione europea si fonda e che sono comuni a
tutti gli Stati membri.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Merita di essere particolarmente richiamato un aspetto delle
riforme che il governo ungherese, forte della sua maggioranza, ha introdotto<b>. Si tratta dell’attribuzione a un organo
amministrativo legato al governo della possibilità di obbligare i giornalisti a
svelare l’identità delle loro fonti di informazione.</b> <b><u>La Corte costituzionale, prima della modifica della sua
composizione, ne ha constatato la incostituzionalità, rilevando che solo il
giudice può obbligare in casi eccezionali il giornalista a rivelare le sue
fonti. </u></b>Un orientamento della Corte costituzionale in linea con la
giurisprudenza della Corte europea dei diritti umani e la pratica esistente
negli altri Paesi dell’Unione. L’eccezionalità della violazione del segreto
delle fonti, ammessa solo quando sia assolutamente necessaria per tutelare
fondamentali interessi pubblici, è una regola indispensabile per consentire
alla stampa di svolgere il suo ruolo di informazione e controllo nella società
democratica. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Per rimarcare la distanza tra le pretese del governo ungherese e
la pratica negli altri Paesi si può ricordare la recente sentenza della <b>Cassazione francese</b>, che ha annullato
un’indagine promossa dal pubblico ministero (che in Francia dipende dal ministro
della giustizia), per individuare le fonti dei giornalisti che avevano ottenuto
e pubblicato notizie da una istruttoria penale riguardante anche personaggi
politici della maggioranza governativa. La Corte di Cassazione, richiamando la
Convenzione europea dei diritti umani, ha osservato che le notizie pubblicate,
da un lato avevano un notevole interesse per il pubblico e dall’altro non
mettevano in pericolo essenziali esigenze di segretezza e ha annullato
l’indagine. Proteggere le fonti delle notizie raccolte dai giornalisti, è
necessario per evitare che esse si inaridiscano e per consentire alla società
di far emergere notizie imbarazzanti per il potere, mantenendo vivo il
dibattito democratico. Poiché la sola volontà della maggioranza non basta a dar
linfa a una democrazia. L’indipendenza della magistratura, la libertà della
stampa e la completezza dell’informazione della opinione pubblica, sono
condizioni essenziali per la vitalità delle istituzioni della democrazia a
garanzia dei diritti e delle libertà dei cittadini. Centottant’anni orsono
Tocqueville, segnalando i pericoli della dittatura della maggioranza, scriveva
che «quando sento la mano del potere appesantirsi sulla mia fronte, poco
m’importa di sapere chi mi opprime, e non sono maggiormente disposto a infilare
la testa sotto il giogo solo perché un milione di braccia me lo porge».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div><div class="blogger-post-footer">http://www.goleminformazione.it/</div>LUIGI A. MORSELLOhttp://www.blogger.com/profile/00738190835326712679noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6983571704600747892.post-50613826703608732612012-01-05T18:26:00.000+01:002012-01-05T18:26:19.063+01:00Adesso si dimetta il leghista<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-huKWIj3hCFs/TwXcst84CoI/AAAAAAAA65o/UnR3P0VyAQA/s1600/CESARE+MARTINETTI.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-huKWIj3hCFs/TwXcst84CoI/AAAAAAAA65o/UnR3P0VyAQA/s1600/CESARE+MARTINETTI.jpg" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-vBCB23bWwnI/TwXcuWvl0aI/AAAAAAAA65w/20RYWunEP88/s1600/LOGO+LA+STAMPA.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="48" src="http://3.bp.blogspot.com/-vBCB23bWwnI/TwXcuWvl0aI/AAAAAAAA65w/20RYWunEP88/s320/LOGO+LA+STAMPA.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">CESARE MARTINETTI<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Va bene l’opposizione ci mancherebbe -, incalzante e persino
beffarda. Va bene la denuncia che non deve esitare al cospetto di nessuno. Ma
il leghista Calderoli ieri ha superato ogni limite: del buon gusto capita
spesso - e dell’intelligenza politica.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Denunciare come una «festa» la cena privata del professor Monti
con i suoi famigliari a Palazzo Chigi la sera del 31 dicembre ed aver chiesto
le dimissioni del presidente del Consiglio è semplicemente ridicolo. Calderoli
ha trascorso anni in un governo il cui capo era lui sì un organizzatore di
«feste» (mai denunciate dal moralizzatore leghista) e la Lega ha prodotto negli
anni vere carnevalate come il trasferimento dei ministeri a Monza. E
soprattutto la denuncia si è rivelata totalmente infondata.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><u><span style="color: #993366; font-family: Verdana;">La misura e
l’eleganza del professor Monti dovrebbero indurre Calderoli alle dimissioni.
Temiamo non accada.<o:p></o:p></span></u></b></div><div class="blogger-post-footer">http://www.goleminformazione.it/</div>LUIGI A. MORSELLOhttp://www.blogger.com/profile/00738190835326712679noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6983571704600747892.post-65258744929408334072012-01-05T18:14:00.001+01:002012-01-05T18:14:18.910+01:00E ora difendiamo chi produce<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-eFmulX61H3c/TwXWHZN29_I/AAAAAAAA65U/ZFnrHH6TncA/s1600/LUCA+RICOLFI.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-eFmulX61H3c/TwXWHZN29_I/AAAAAAAA65U/ZFnrHH6TncA/s1600/LUCA+RICOLFI.jpg" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVol-PEmnUfCvXRj-sRGVguGg5oNN7lZl6bpZNrcswwgB3FMgHvWDJi2EZ-SkoPQYAxMwsJAIWmBHGRpDAKm8EMF6fc64TPQA1jy_nBunod18wWT2Fa8Ap2gi_6cFuq41XFy09HjGXKn23/s1600/LOGO+LA+STAMPA.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="48" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVol-PEmnUfCvXRj-sRGVguGg5oNN7lZl6bpZNrcswwgB3FMgHvWDJi2EZ-SkoPQYAxMwsJAIWmBHGRpDAKm8EMF6fc64TPQA1jy_nBunod18wWT2Fa8Ap2gi_6cFuq41XFy09HjGXKn23/s320/LOGO+LA+STAMPA.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">LUCA RICOLFI<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Lo so, ci sono cose che oggi non si possono dire. Non si può
parlare dell'articolo 18, non si può dire quel che ha detto Grillo, non ci si
può sottrarre alla guerra santa contro gli evasori e gli speculatori, non si
possono difendere i ricchi (un clima così pesante e antiliberale da indurre
Alesina e Giavazzi a ricordare che la ricchezza non è una colpa). Abbiamo
bisogno di certezze e di capri espiatori. La certezza di non perdere quel che
abbiamo. I capri espiatori su cui scaricare ogni responsabilità per i tempi
duri che viviamo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Così, una plumbea nuvola di cecità e di conformismo sta
lentamente avvolgendo un po’ tutto e tutti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><u><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Il governo sta
finalmente, faticosamente e meritoriamente aprendo il dossier delle
liberalizzazioni</span></u></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">,
ma il clima che si respira è di prudenza e di sospetto, specie in materia di
mercato del lavoro. Gli altolà e gli avvertimenti scattano automatici, non per
quel che uno ha fatto effettivamente, ma già solo per quello che potrebbe aver
pensato, o avere in animo di pensare (vedi quel che è successo al ministro <b>Elsa Fornero</b>, rea di aver osato dire
che si doveva parlare di mercato del lavoro «senza tabù»).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">In un clima siffatto, io vedo il pericolo che, nel dibattito
pubblico dei prossimi mesi, <b><u>si
mettano da parte alcuni dati di fondo</u></b>, che sono cruciali per prendere
decisioni sagge, ma appaiono urticanti o «politically taboo» a quasi tutti i
soggetti in campo. Quali dati? </span><b><u><span style="color: maroon; font-family: Verdana;">Il primo dato</span></u></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> è che <b><u>la pressione fiscale sull'economia regolare è la più alta del mondo
sviluppato (</u></b></span><b><u><span style="color: maroon; font-family: Verdana;">intorno al 60%</span></u></b><b><u><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">), e così il livello di tassazione sulle imprese, il cosiddetto </span></u></b><b><u><span style="color: maroon; font-family: Verdana;">Total Tax Rate (68.6%).</span></u></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> Questo è un handicap di fondo dell'Italia, che è stato
ulteriormente aggravato dalle manovre finanziarie di Berlusconi, e in misura
ancora maggiore da quella di Monti. Questo livello abnorme di tassazione si
accompagna da sempre a norme vessatorie nei confronti di qualsiasi violazione
(anche solo formale, o di entità irrisoria) delle regole fiscali, per non
parlare dei comportamenti arroganti, intimidatori, o semplicemente umilianti
degli emissari del fisco, che ovviamente non sono la regola ma di cui esistono
purtroppo innumerevoli testimonianze, talora drammatiche e commoventi. Mi
spiace doverlo dire, ma mi sono convinto che oggi in Italia un sentimento di
paura verso l'Amministrazione pubblica sia ampiamente giustificato anche quando
non si sia commesso alcun errore, reato o violazione. E tutto mi fa pensare
che, affamato da decenni di spesa pubblica in deficit, lo Stato stia in questi
anni accentuando il suo volto rapace e intimidatorio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><u><span style="color: maroon; font-family: Verdana;">Il secondo dato</span></u></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> di fondo è la <b><u>strabica selettività della repressione dell'evasione</u></b>. Ci
sono intere zone del Paese in cui quasi tutto è in nero, si sa perfettamente
dove si annidano gli abusi più clamorosi (compreso il caporalato e varie forme
di sfruttamento del lavoro degli immigrati che ricordano i tempi della
schiavitù), ma si preferisce chiudere ipocritamente un occhio, concentrando
l'azione sulle porzioni del Paese in cui l'evasione c'è, ma è molto più
contenuta. Pur di salvare il principio astratto che il lavoro deve essere
pagato decentemente e iperprotetto, <b><u>Stato
e sindacati</u></b> tollerano di buon grado che <b><u>in un quarto del territorio nazionale</u></b> si possa operare in
modo del tutto irregolare, non solo sul versante dei salari ma su quasi tutto
il resto (dal mancato pagamento del canone Rai alla violazione di ogni norma
igienica, di sicurezza, antinfortunistica, etc.). Il fatto è che se volesse
intervenire contro l'illegalità, lo Stato dovrebbe militarizzare circa un
quarto del territorio nazionale, e distruggere un paio di milioni di posti di
lavoro, che si reggono sui bassi salari.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><u><span style="color: maroon; font-family: Verdana;">C'è un terzo dato</span></u></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> di fondo, che mi pare fondamentale
ora che si sta per aprire lo spinoso capitolo del mercato del lavoro<b><u>: da un paio di anni l'Italia sta
riducendo la sua base produttiva.</u></b> Fallimenti, chiusure volontarie di
attività, bassi investimenti, distruzione di posti di lavoro, si stanno
susseguendo senza interruzione dal 2008. Un po' dipende da un fatto nuovissimo,
e cioè che questa crisi è, dal 1945, la prima in cui si prende in
considerazione non solo l'eventualità di un double dip (doppia recessione, la
prima nel 2009, la seconda nel 2012), ma anche l'ipotesi che </span><b><u><span style="color: maroon; font-family: Verdana;">la crescita non tornerà mai più</span></u></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">, come ha già tristemente
sperimentato il Giappone negli ultimi due decenni. In queste condizioni a molti
pare inutile resistere in attesa di una ripresa che forse non ci sarà né l'anno
prossimo né mai. Un po', però, dipende anche da un altro dato che ci si rifiuta
di vedere, e cioè che lavorare e produrre in Italia sta diventando sempre più
proibitivo sul piano dei </span><b><u><span style="color: maroon; font-family: Verdana;">costi di produzione</span></u></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Quando dico costi di produzione, però, non intendo solo le voci
che sono al centro della prossima trattativa governo-Confindustria-sindacati.
E' chiaro che salari e profitti sono troppo tassati, è chiaro che le imprese
medio-grandi hanno troppi vincoli, è chiaro che in Italia si fa troppo poca
ricerca, è chiaro che c'è troppo poca concorrenza sul mercato interno, è chiaro
che bisogna aumentare la produttività del lavoro. E tuttavia, attenzione, non
possiamo esagerare con la colpevolizzazione dei produttori, siano essi le
imprese (cui si rimprovera cattiva organizzazione e scarsa innovazione), i
lavoratori autonomi (cui si rimprovera di evadere le tasse), o i lavoratori
dipendenti (cui si rimprovera di non essere abbastanza produttivi). Come tutti,
vedo anch'io diversi furbi e farabutti che evadono spudoratamente il fisco, ma
sempre più frequentemente mi capita di incontrare persone per bene, che
gestiscono in modo efficiente un'attività, ma si trovano ormai di fronte al
dilemma se chiudere o «fare del nero», e per lo più - proprio perché sono
persone oneste - scelgono di chiudere.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><u><span style="color: maroon; font-family: Verdana;">Il tasso di
occupazione, la produttività e la competitività</span></u></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> non dipendono solo dai <b><u>rapporti fra capitale e lavoro</u></b>,
come sembra suggerire l'attuale enfasi sulle relazioni industriali, ma anche da
alcune fondamentali condizioni esterne all'impresa: <b><u>il costo dell'energia, il costo del credito, i tempi di pagamento
della Pubblica amministrazione, il costo degli adempimenti burocratico-fiscali,
l'efficienza della giustizia civile</u></b>. E' ingenuo pensare che l'operaio
tedesco, che guadagna di più di quello italiano, sia più produttivo
essenzialmente perché più stakanovista o meglio attrezzato dal suo datore di
lavoro. Il valore aggiunto di un'impresa è <b>la
differenza fra il valore della sua produzione e i suoi costi</b>, e lo
svantaggio dell'Italia su questi ultimi è abissale. Fatti 100 i costi unitari
dei Paesi a noi più comparabili (Germania, Francia, Regno Unito, Spagna), i
costi dell'Italia sono circa 120 per la benzina, 170 per il gasolio, 250 per
l'energia elettrica, 300 per i tempi di pagamento della Pubblica
amministrazione, 400 per il rispetto dei contratti (senza contare gli ulteriori
aggravi prodotti dalle recenti manovre «salva Italia»).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Se poi a tutto questo aggiungiamo </span><b><u><span style="font-family: Verdana;">la tassazione più
pesante del mondo sviluppato, la rigidità del nostro mercato del lavoro
regolare, l'enorme prelievo sul reddito e sulla ricchezza operato con le ultime
manovre</span></u></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">, il
quadro si capovolge: </span><b><u><span style="color: maroon; font-family: Verdana;">la domanda non è più perché l'Italia
non cresce, ma perché i produttori non hanno ancora gettato la spugna. </span></u></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Da questo punto di vista i governi
che si sono succeduti negli ultimi anni mi paiono tutti molto simili. Sotto la
pressione dei mercati, non hanno mancato di chiederci dei sacrifici, per
«rimettere a posto i conti pubblici». Ma ben poco hanno fatto per abbassare in
modo apprezzabile i costi di chi produce ricchezza, quasi a lasciar intendere
che il problema della produttività riguardi essenzialmente le parti sociali.
Temo sia stato un errore, e che la chiusura di tanti negozi, attività, imprese,
che osserviamo così spesso oggi nelle nostre città, ne sia l'amara conseguenza.<o:p></o:p></span></div><div class="blogger-post-footer">http://www.goleminformazione.it/</div>LUIGI A. MORSELLOhttp://www.blogger.com/profile/00738190835326712679noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6983571704600747892.post-17511183963705972162012-01-05T17:33:00.001+01:002012-01-05T17:33:32.431+01:00Politici e associazioni ebraiche "Sospendere il professore neonazista"<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-7Xc3-461UMk/TwXP29NrM5I/AAAAAAAA65A/S8OYx5S24xE/s1600/052946284-0d1de513-013d-4e0c-ac1d-ef68666eb1c2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-7Xc3-461UMk/TwXP29NrM5I/AAAAAAAA65A/S8OYx5S24xE/s1600/052946284-0d1de513-013d-4e0c-ac1d-ef68666eb1c2.jpg" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgeZdLbPZPUIwyWezwLhFLp-_0cm82z1E7xvwdyPdCKBfDAcoKF9jGn-9vYfMm86SLGOWoYd-M05PnB4YXwsrDCH5UWkSXJY6Xz5JsvdnLNVV2ic8D5GqBd1jSmURFo3Z7iMrDoIy63oR2R/s1600/LOGO+LA+REPUBBLICA.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="66" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgeZdLbPZPUIwyWezwLhFLp-_0cm82z1E7xvwdyPdCKBfDAcoKF9jGn-9vYfMm86SLGOWoYd-M05PnB4YXwsrDCH5UWkSXJY6Xz5JsvdnLNVV2ic8D5GqBd1jSmURFo3Z7iMrDoIy63oR2R/s320/LOGO+LA+REPUBBLICA.png" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><i><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">di MARCO PASQUA</span></i></b><b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">A poche ore dalla pubblicazione della notizia dei deliri
antisemiti e xenofobi di </span><b><span style="font-family: Verdana;">Renato Pallavidini</span></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">, docente di storia e filosofia in un
liceo classico torinese, la Procura ha aperto un fascicolo, incaricando la
Digos di svolgere tutte le indagini del caso. Oggi pomeriggio, inoltre, il
docente, che sul suo profilo Facebook ha insultato e minacciato ebrei,
omosessuali, immigrati e disabili, è stato convocato negli uffici della Questura.
Qui dovrà spiegare perché sia arrivato a paventare la possibilità di fare una
strage in sinagoga, usando la sua pistola, oppure perché abbia invitato i suoi
amici a giocare al "tiro a segno" con alcuni immigrati che stazionano
nei pressi della sua abitazione. Affermazioni che hanno comprensibilmente
suscitato la reazione delle comunità ebraiche ma anche di una parte del
mondo politico. Tutti concordi nel sostenere la necessità di sospendere
definitivamente dall'insegnamento Pallavidini, che, attualmente, è in malattia
(fino al prossimo mese di marzo).<br />
<br />
Il primo a prendere posizione, via Twitter, è </span><b><span style="color: maroon; font-family: Verdana;">Walter Veltroni</span></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">, antesignano - da
sindaco di Roma - dei viaggi della Memoria. "Un negazionista
che vuole la strage degli ebrei e invoca Mengele per punire le donne di 'se non
ora quando' sembra un po' in contraddizione. Spero che il Ministro Profumo,
oltre alla magistratura, si occupi dei minacciosi propositi di questo
'professore'". Una posizione che trova d'accordo il collega del Pd, </span><b><span style="color: maroon; font-family: Verdana;">Emanuele Fiano</span></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">, che preannuncia un'interrogazione parlamentare al
ministro dell'Istruzione: "Quelle di Pallavidini sono minacce che non
vanno sottovalutate. Mi auguro che il ministro intervenga al più presto e che
il suddetto personaggio venga estromesso per sempre dall'insegnamento perché è
evidente che tra la propaganda all'odio razziale e la possibilità di insegnare
ai ragazzi la storia e il pensiero dell'umanità esiste un conflitto impossibile
da superare". <br />
<br />
Su Facebook, </span><b><span style="color: maroon; font-family: Verdana;">Paola Concia</span></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> si chiede perché Pallavidini
"non sia stato ancora licenziato e arrestato". <b>Renzo Gattegna</b>, presidente dell'Unione delle comunità ebraiche e <b>Beppe Segre</b>, presidente della comunità
ebraica di Torino, in una nota congiunta ricordano quanto sia importante, a
partire proprio dalle scuole, "tramandare il senso più autentico della
Memoria, analizzare i meccanismi dell'odio predisposti da uomini contro uomini
affinché essi non abbiano più a ripetersi".<br />
<br />
"Desta molta preoccupazione il fatto che un docente di un noto liceo
classico torinese utilizzi il mondo dei social network, nello specifico
Facebook, per pubblicare materiale fotografico di chiaro stampo neonazista e
indirizzare inequivocabili minacce verso ebrei, omosessuali, disabili e
immigrati - scrivono Gattegna e Segre - Esprimere con forza
la condanna e il biasimo degli ebrei torinesi e italiani è quasi pleonastico
tanta è l'infamia, l'aggressività e la violenza verbale vomitata nella rete da
questo presunto 'maestro di vita'". L'auspicio è che d'ora in poi tale
individuo, oltre a subire un regolare processo che ne accerti le
responsabilità, sia finalmente messo in condizione di non poter più nuocere ai
giovani, né all'interno di una qualsiasi aula italiana né sulla rete".<br />
<br />
"Ancora una volta dobbiamo constatare che purtroppo il negazionismo vive
nelle nostre scuole come nei nostri atenei - osserva il presidente
dell'Ugei, <b>Daniele Massimo Regard</b> -
Non siamo disposti ad abbassare la testa e ad ignorare le 'gestà di questi
personaggi. Non ci fanno paura, né oggi né mai. Chiediamo al ministro
dell'Istruzione di intervenire e sospendere definitivamente il signor
Pallavidini dal suo incarico".<br />
<br />
Affermazioni, quelle di Pallavidini, che non stupiscono Stefano Gatti,
ricercatore dell'Osservatorio sul pregiudizio antiebraico della Fondazione CDEC
di Milano, ben consapevole del fatto che, in Italia, "negli ultimi anni
l'antisemitismo, di cui il negazionismo è ormai magna pars, si è fatto sempre
più attivo e aggressivo". Il problema, secondo Gatti, è che "la
pericolosità di personaggi come Pallavidini non viene presa nella giusta
considerazione. Recentemente c'è stato il caso Casseri, ma prima c'era stato
l'omicidio/suicidio di Stefano Anelli, noto saggista 'cospirativista'.
Purtroppo si tende a presentare questi personaggi come degli eccentrici e basta".<br />
<br />
Il comitato </span><b><span style="color: maroon; font-family: Verdana;">“Se non ora quando”,</span></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> insultato dal professore (secondo il
quale le donne che manifestano dovrebbero “essere deportate nei lager”) replica
con </span><b><span style="color: maroon; font-family: Verdana;">Francesca Izzo</span></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">: “Non ci sono davvero commenti. Penso che le autorità
scolastiche dovrebbero intervenire. Una persona che fa determinate
affermazioni, mi sembra assolutamente inadatta a svolgere la funzione di
docente”.<br />
<br />
Quanto a Pallavidini, sulla sua pagina Facebook, dove continua a raccogliere i
complimenti di giovani neofascisti, ha voluto ringraziare "tutti i
camerati per la loro solidarietà". "Volevo togliere il mio profilo da
Facebook, ma ho deciso di perseverare. Il contatto fra di noi è troppo prezioso
da regalare alla manovalanza sionista che ci spia", ha scritto il docente.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">(05 gennaio 2012)</span></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div><div class="blogger-post-footer">http://www.goleminformazione.it/</div>LUIGI A. MORSELLOhttp://www.blogger.com/profile/00738190835326712679noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6983571704600747892.post-53728966555140854802012-01-05T17:27:00.001+01:002012-01-05T17:27:43.564+01:00Assalto fascista a prostitute e trans Paura, dieci contusi nello scontro<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDG0gBPke1GTvz54Mb-OLhQfpo_uo6cZDYGbShG50Djt6a8iOmEshtsJDPmp0yIie8GQT8ICphQ0yTzDdrVWhgrpqfGnvr6rHPp7TxceKwFkIPd2gxbS0PwRCI7-npPoO8Nu9XQ8hglPoc/s1600/123349851-01842753-2934-47a6-826a-443adf02074e.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDG0gBPke1GTvz54Mb-OLhQfpo_uo6cZDYGbShG50Djt6a8iOmEshtsJDPmp0yIie8GQT8ICphQ0yTzDdrVWhgrpqfGnvr6rHPp7TxceKwFkIPd2gxbS0PwRCI7-npPoO8Nu9XQ8hglPoc/s1600/123349851-01842753-2934-47a6-826a-443adf02074e.jpg" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-Izt4EAgbA4g/TwXPI6rg6WI/AAAAAAAA640/jMsqdFII3ZE/s1600/LOGO+LA+REPUBBLICA.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="66" src="http://2.bp.blogspot.com/-Izt4EAgbA4g/TwXPI6rg6WI/AAAAAAAA640/jMsqdFII3ZE/s320/LOGO+LA+REPUBBLICA.png" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Al grido di 'Viva il Duce!', quattro giovani della provincia di
Ancona hanno assalito armati di estintori e di una tanica di gasolio un gruppo
di prostitute romene e trans italiani, che ieri notte si prostituivano lungo la
Statale <st1:metricconverter productid="16, a" w:st="on">16, a</st1:metricconverter>
Porto Sant'Elpidio (Fermo).<br />
<br />
Il raid ha lasciato sul campo una decina di contusi, e poco dopo, grazie alla
descrizione fornita dalle vittime, i quattro autori dell'assalto sono stati
identificati e denunciati dai Carabinieri. A bordo della loro vettura avevano
anche una tanica piena di urina, probabilmente destinata ad un successivo
'lancio'. Si erano procurati gli estintori rubandoli da alcuni distributori di
benzina della zona. Dovranno rispondere di questo furto, e di lesioni
personali, getto pericoloso di cose e danneggiamento.<br />
<br />
Non è escluso che la banda sia la stessa che un anno fa aveva dato vita ad
un'analoga spedizione anti-prostitute.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">(05 gennaio 2012)</span></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div><div class="blogger-post-footer">http://www.goleminformazione.it/</div>LUIGI A. MORSELLOhttp://www.blogger.com/profile/00738190835326712679noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6983571704600747892.post-53047879137639222402012-01-05T15:40:00.001+01:002012-01-05T15:40:55.481+01:00Torino, prof neo-nazista su Facebook "Potrei fare una strage in sinagoga"<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwhOCSuHLU2IgL34VEvZCvDP5K_d6hYyi3m4w1bNj1mW4JmeoXvM-VtTdBR-r-8SyHo7ROju1mgDBqzVV8WlQkCkvCyeTWpSs2Ib7kEXR_BSEjDQtED7IYL0BsWDy9Oq-oERUkLyf1lVZa/s1600/123349851-01842753-2934-47a6-826a-443adf02074e.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwhOCSuHLU2IgL34VEvZCvDP5K_d6hYyi3m4w1bNj1mW4JmeoXvM-VtTdBR-r-8SyHo7ROju1mgDBqzVV8WlQkCkvCyeTWpSs2Ib7kEXR_BSEjDQtED7IYL0BsWDy9Oq-oERUkLyf1lVZa/s1600/123349851-01842753-2934-47a6-826a-443adf02074e.jpg" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<b style="text-align: justify;"><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Renato Pallavidini </span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirKld051uSuFUi_qy2GEr8SCo_0IknsyYnozrxu7Kzgw48jSiyk4TL15-n3Z0x9uhkTIVRqvECNeIrFE1neFXl8b5Jew4WuiZH0vDqUlCwioh2wRUTMYu9z_9j0f0wk3GkcvPvgJ8sxjWn/s1600/LOGO+LA+REPUBBLICA.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="66" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirKld051uSuFUi_qy2GEr8SCo_0IknsyYnozrxu7Kzgw48jSiyk4TL15-n3Z0x9uhkTIVRqvECNeIrFE1neFXl8b5Jew4WuiZH0vDqUlCwioh2wRUTMYu9z_9j0f0wk3GkcvPvgJ8sxjWn/s320/LOGO+LA+REPUBBLICA.png" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><i><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">di MARCO PASQUA</span></i></b><b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Minaccia di fare una strage, pistola alla mano, nella sinagoga
di Torino. Vorrebbe anche giocare "al tiro a segno" con gli stranieri
che spacciano sotto la sua abitazione. Frasi choc, firmate da un docente
torinese, già finito al centro di uno scandalo, nel 2007: </span><b><span style="font-family: Verdana;">Renato Pallavidini</span></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">, ai tempi insegnante nel liceo Cavour, <a href="http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/01/30/il-professore-antisemita.html">venne
accusato di essere negazionista </a> e di aver offeso la memoria
delle milioni di vittime dell'Olocausto.<br />
<br />
Ora torna a colpire, con <b><u>una serie
impressionante di deliri antisemiti e xenofobi</u></b>, usando la platea
virtuale che gli è offerta da Facebook e da un profilo nel quale campeggiano
numerose foto del </span><b><span style="font-family: Verdana;">Duce</span></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> e di </span><b><span style="font-family: Verdana;">Hitler.</span></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> A quest'ultimo attribuisce il merito
di aver "sconfitto gli ebrei".<br />
<br />
Molto attivo nelle pagine dei militanti neofascisti, ai quali dispensa consigli
e inviti a organizzare una "lotta durissima", Pallavidini, classe
1956, è attualmente in malattia (retribuita fino al 31 marzo 2012). Ma, secondo
quanto riferito dallo stesso, è ancora titolare di una cattedra al liceo
classico d'Azeglio, di Torino. E qui, secondo l'orario disponibile sul sito
della scuola, ha insegnato nell'anno scolastico 2010/2011.<br />
<br />
Con alcuni studenti è ancora rimasto in contatto, proprio attraverso il suo
profilo Facebook. E' qui che dà spazio ai suoi </span><b><u><span style="font-family: Verdana;">insulti contro ebrei,
omosessuali, disabili e immigrati.</span></u></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> </span><b><u><span style="color: maroon; font-family: Verdana;">Arrivando persino a minacciare di
compiere una strage.</span></u></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">
Il 29 dicembre, dopo aver pubblicato una foto con una stretta di mano tra il
Duce e Hitler, si rivolge ai gestori di Facebook: "Avviso ai luridi
bastardi ebrei che ci controllano in quella terra di merda e di froci chiama
California. Se mi togliete questa foto, vado con la mia pistola, alla sinagoga
vicinissima a casa mia e stendo un po' di parassiti ebrei che la frequentano.
Vi conviene stuzzicare il can che dorme?".<br />
<br />
Pochi giorni prima, il 23 dicembre, se l'era presa con alcuni spacciatori:
"Vicino a casa mia, a Torino, c'è una piazzetta dove stazionano ogni sera
almeno 7/8 negroni che spacciano. C'è qualcuno che mi aiuta nel tiro a
segno?". Un amico virtuale gli propone di lanciare una granata. "Vedo
che basta gettare il sasso e le idee proliferano", gli risponde il docente
di storia e filosofia.<br />
<br />
Non si fa problemi neanche ad inviare un'e-mail al sindaco di Torino, Piero
Fassino, in cui dichiara di rifiutarsi di pagare l'Ici "per l'assistenza a
negri, zingari, ecc, nonché mongoloidi e handicappati. Applicate la politica
del dott. Mengele. Le grane me le cerco, ma c'è bisogno anche di un urlo
liberatore, visto che non si può usare il mitra", scrive in uno status il
23 novembre.<br />
<br />
A chi gli chiede spiegazioni circa la sua vicenda professionale e le accuse di
negazionismo, risponde paragonandosi ad Hitler: "Sono insegnante di storia
e filosofia in un liceo classico - afferma il 5 agosto - e, infatti, nel 2007
gli ebrei hanno cercato di farmi fuori senza riuscirci. Alla fine sono riusciti
a farmi assegnare solo due settimane di sospensione nel 2008, poi ho fatto
ricorso e l'ho vinto. Hanno dovuto reintegrarmi lo stipendio e lo scatto
d'anzianità. Sono molto orgoglioso di essere una delle poche persone, dopo la
morte del Führer, che è riuscita nel suo piccolo a sconfiggere gli ebrei".<br />
<br />
Una "vittoria" che ha anche voluto ribadire in un'e-mail provocatoria
inviata all'Osservatorio sul pregiudizio anti-ebraico della Fondazione Cdec di
Milano: "Io comunque ho avuto la piena riconferma della mia cattedra
liceale, alla faccia vostra".<br />
<br />
Si vanta anche di aver visitato la tomba del "camerata Hess", nel
1989, e "di avervi deposto fiori". "Lo spirito del camerata Hess
- sentenziava il 21 luglio - sarà sempre presente nel mio. Heil Hitler!".<br />
<br />
Dopo essersela presa con le "femministe represse" - durante i giorni
delle manifestazioni del gruppo di "Se non ora quando" - auspica che
queste vengano "deportate in massa nei lager". Quando viene inviata
una busta con proiettili al presidente del Consiglio, <b>Mario Monti</b>, e a </span><b><span style="font-family: Verdana;">Silvio Berlusconi</span></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">, esulta: "Finalmente qualcosa
si muove". Ma non risparmia neanche il presidente della Repubblica, <b>Giorgio Napolitano.<br />
<br />
</b>E quello che potrebbe sembrare, stando a questi deliranti affermazioni, un <a href="http://firenze.repubblica.it/cronaca/2011/12/13/news/il_killer_era_iscritto_a_casa_pound-26544957/">nuovo
e pericoloso Gianluca Casseri </a>, rivolge un pensiero proprio all'autore
della <a href="http://firenze.repubblica.it/cronaca/2011/12/13/news/colpi_di_pistola_in_piazza_dalmazia-26530382/">strage
di Firenze </a>: "Camerata Casseri Presente", afferma il 13
dicembre, commentando la notizia della sparatoria in cui persero la vita due
senegalesi.<br />
<br />
Raggiunto telefonicamente, si limita a parlare di "provocazioni" e
dice: "Perché le devo spiegare il senso di quello che scrivo su Facebook?
Da quando le comunità ebraiche mi hanno attaccato, il mio atteggiamento verso
di loro è cambiato". Poi sul sito avverte tutti di "fare
attenzione" perchè "siamo sorvegliati da Repubblica".<br />
<br />
<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">(05 gennaio 2012)</span></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div><div class="blogger-post-footer">http://www.goleminformazione.it/</div>LUIGI A. MORSELLOhttp://www.blogger.com/profile/00738190835326712679noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6983571704600747892.post-82538499302488598832012-01-05T15:19:00.001+01:002012-01-05T15:19:36.866+01:00Monti vola a Bruxelles Lunedì Fornero vedrà Cisl e Uil<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-VtUbftRfJG8/TwWwm5634RI/AAAAAAAA64E/XJrCYcXk8Go/s1600/123349851-01842753-2934-47a6-826a-443adf02074e.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-VtUbftRfJG8/TwWwm5634RI/AAAAAAAA64E/XJrCYcXk8Go/s1600/123349851-01842753-2934-47a6-826a-443adf02074e.jpg" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6O49zAJF3N1J0uIta52N8iwgtAGdG3Sx7THftROT5tLVlWELCoFMdSI71DNzRyuS9aPEdBLwnHZGBl1MPm4bYmSzIX5OLpROyxfiRX0RwSyQLxcdsiQPrr4HYm6uf-uJQzzNHpaiXlcDP/s1600/LOGO+LA+REPUBBLICA.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="66" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6O49zAJF3N1J0uIta52N8iwgtAGdG3Sx7THftROT5tLVlWELCoFMdSI71DNzRyuS9aPEdBLwnHZGBl1MPm4bYmSzIX5OLpROyxfiRX0RwSyQLxcdsiQPrr4HYm6uf-uJQzzNHpaiXlcDP/s320/LOGO+LA+REPUBBLICA.png" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Il governo stringe i tempi. Oggi <b>Mario Monti</b>, ha lasciato a sorpresa Palazzo Chigi: <b>destinazione Bruxelles</b>. Non è
ancora chiaro se il capo del governo avrà incontri con i vertici delle
istituzioni comunitarie ma ci sono contatti in corso di definizione. Nel
frattempo si procede a tappe forzate anche sulla riforma del lavoro. Con
l'esecutivo che conferma la volontà di incontrare separatamente Cgil, Cisl e
Uil. Una scelta che non piace alla Cgil e che invece Cisl e Uil hanno accolto
senza eccessive remore. E così il calendario è già pronto: lunedì il ministro
del Lavoro, <b>Elsa Fornero</b>, incontrerà
i leader di Cisl e Uil. <b>Raffaele Bonanni</b>
sarà ricevuto alle <st1:metricconverter productid="14,30 in" w:st="on">14,30 in</st1:metricconverter>
via Veneto. A seguire Fornero vedrà <b>Luigi
Angeletti</b> che, dalle pagine del Corsera, tira una stoccata alla Camusso:
"Scambiava la forma per la sostanza. Ci ha indebolito, ha distorto
l'obiettivo".<br />
<br />
Ieri la tensione tra Cgil e governo sembra essere calata. <a href="http://www.repubblica.it/politica/2012/01/04/news/manovra_lavoro-27580843/">Grazie
ad un incontro "informale" </a> tra la Fornero e </span><b><span style="color: maroon; font-family: Verdana;">Susanna Camusso</span></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">. "Si è trattato di un confronto usuale e informale per
definire l'agenda" ha precisato il titolare del Welfare. Mentre la Camusso
ha confermato la disponibilità del suo sindacato alla trattativa, a condizione
che il governo non riproponga l'abolizione dell'articolo 18 dello statuto dei
lavoratori.<br />
<br />
<b>Monti,</b> intanto, sta intanto mettendo
a punto il calendario dei suoi impegni internazionali. Prima tappa domani
a Parigi per incontrare il presidente <b>Nicolas
Sarkozy</b>, mentre l'11 gennaio sarà poi a Berlino dove incontrerà il
cancelliere <b>Angela Merkel</b>.
Nell'ultima settimana di gennaio il premier si recherà a Londra per incontrare
il premier britannico <b>David Cameron. </b>Una
serie di faccia a faccia necessari per preparare la riunione del consiglio
europeo convocata per il 30 gennaio.<br />
<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">(05 gennaio 2012)</span></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div><div class="blogger-post-footer">http://www.goleminformazione.it/</div>LUIGI A. MORSELLOhttp://www.blogger.com/profile/00738190835326712679noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6983571704600747892.post-15007635151243115862012-01-05T15:08:00.003+01:002012-01-05T15:20:26.655+01:00Referendum, rischio bocciatura incerti 4 giudici della Consulta<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-POJKT2UOAGs/TwWtSFFqEXI/AAAAAAAA63c/KbkoQ1d9TWE/s1600/123349851-01842753-2934-47a6-826a-443adf02074e.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-POJKT2UOAGs/TwWtSFFqEXI/AAAAAAAA63c/KbkoQ1d9TWE/s1600/123349851-01842753-2934-47a6-826a-443adf02074e.jpg" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj43Y9slnXOVDAPCHp86z3jLmeiasIUWEKUcKXhBwzXXwxvqqCJUOzwWZuI7yRm8GTRd7AJpSPbRSFB3EXbR2WfPJherpTa3D_wKIUAEr8DLi1ESwtQGQ_bKmHMA1W9EAa5xS5vTeJpvs0H/s1600/LOGO+LA+REPUBBLICA.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="66" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj43Y9slnXOVDAPCHp86z3jLmeiasIUWEKUcKXhBwzXXwxvqqCJUOzwWZuI7yRm8GTRd7AJpSPbRSFB3EXbR2WfPJherpTa3D_wKIUAEr8DLi1ESwtQGQ_bKmHMA1W9EAa5xS5vTeJpvs0H/s320/LOGO+LA+REPUBBLICA.png" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><i><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Di LIANA MILELLA</span></i></b><b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Il commento più esplicito: "Questa volta è un
casino...". Quello più elegante: "Ammettiamolo, non è una
passeggiata". Quello più problematico: "Ci troviamo di fronte a una
questione che tutto è, fuorché banale". Il più realistico: "La
decisione non è affatto scontata". Proprio così. A una settimana dalla
seduta della Consulta sui due quesiti che chiedono di abrogare la legge
elettorale Calderoli del 2005 - meglio nota come Porcellum - la partita è
apertissima. Sei giudici per il sì, cinque per il no, ben quattro incerti.<br />
<br />
Ma si deve pur dar conto dello scetticismo generalizzato su un possibile esito
positivo. Per le ragioni che un'alta toga sintetizza così: "Tutta la
giurisprudenza della Corte è sempre andata in un'unica direzione: non decidere
in modo da lasciarsi alle spalle un vuoto normativo. In materia elettorale poi,
la questione già di per sé delicata, diventa delicatissima. In Italia le leggi
elettorali sono costituzionalmente protette, il Paese non può restarne senza.
Si potrebbe votare domani, e una legge dev'esserci".<br />
<br />
Questa è la paura che si respira alla Corte, aggravata da un'ulteriore
riflessione: "Mai come adesso, con un governo tecnico a palazzo Chigi e in
un quadro d'incertezza politica, bisogna essere attenti a rivoluzionare i
paletti giuridici". È questo che rischia di sconfiggere chi sostiene il
referendum. Il comitato promotore con a capo il costituzionalista <b>Andrea Morrone</b>, chi ha
raccolto1.210.466 firme, <b>da Di Pietro a
Vendola, a Segni,</b> a una consistente parte del Pd, agli oltre cento giuristi
che hanno sottoscritto la piena ammissibilità.<br />
<br />
Per dirla con un'altra fonte della Corte: "Sentiamo la pressione della
gente, schierata contro norme che tagliano fuori la scelta popolare. Ma la
Corte dev'essere molto attenta a stabilire un principio che varrà per tutte le
decisioni future".<br />
<br />
Tra le 15 alte toghe che hanno ricevuto via mail la ricca documentazione del
relatore <b>Sabino Cassese</b>, c'è anche <b>Sergio Mattarella</b>, un passato di spicco
nella Dc e poi nel centrosinistra, padre del Mattarellum, la legge del '93 che
i referendari vorrebbero resuscitare. Una coincidenza, visto che solo il 5
ottobre il Parlamento lo ha mandato alla Corte.<br />
<br />
<b><u>Lui, riservato come sempre, non parla</u></b>.
Ma i boatos dicono che <b><u>non si farà da
parte</u></b>, come pure qualcuno, tra i nemici del referendum, aveva
sussurrato. L'astensione alla Consulta è solo un savoir faire, stavolta
negativa perché l'ex ministro potrà mettere la sua decennale esperienza
parlamentare al servizio della decisione.<br />
<br />
Che ruota intorno a un interrogativo: </span><b><u><span style="color: maroon; font-family: Verdana;">se una legge,
cancellata da una successiva, può tornare a "rivivere" e ridiventare
operativa</span></u></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">. Alla
Corte, e tra i più insigni giuristi, la parola usata è
"riviviscenza". Come scrive <b>Alessandro
Pace</b> - il costituzionalista che l'11 gennaio difenderà le ragioni del
secondo quesito referendario - la questione è se la Mattarella possa
"riespandersi". Lui è convinto di sì, e lo ha argomentato nella
memoria di 19 cartelle che ieri ha depositato alla Corte.<br />
<br />
Due giorni prima, in 38 pagine, altrettanto ha fatto un altro costituzionalista
di grido, <b>Federico Sorrentino</b>, per
sostenere le ragioni del primo referendum. Il primo cancella d'un colpo tutta
la legge, il secondo elimina i cosiddetti "alinea", le frasi che
servivano per abrogare il Mattarellum e che, se soppresse, lo farebbero
rivivere.<br />
<br />
Ma bisogna prestare orecchio ai tam tam della Corte per rendersi conto che mai
decisione fu più tormentata di questa. Ecco i dubbi nelle parole di un giudice:
"La Corte non sta decidendo se il Porcellum è, o non è, una buona legge, e
molti di noi sono convinti che non lo sia.<br />
<br />
Qui la questione è se i quesiti sono ammissibili o no. Se dovessimo ipotizzare
che uno dei due lo è, faremmo fare alla Corte una virata di 360 gradi rispetto
alla sua precedente giurisprudenza, che esclude la riviviscenza delle norme
abrogate. Appena l'anno scorso, con la sentenza 24 sui servizi pubblici locali,
lo abbiamo ribadito. Se decidessimo l'opposto, dovremmo fare lo stesso per
qualsiasi caso futuro".<br />
<br />
Senza una legge c'è un "buco" normativo. Questo fa dire all'ex
presidente della Consulta <b>Valerio Onida</b>
l'opposto di quello che molti pensano: "Proprio per non lasciare un vuoto
la Corte fa rivivere la legge precedente". Per evitare che il Paese resti
senza norme elettorali. Buone o cattive che siano. C'è però una terza via,
ipotizzata dal costituzionalista <b>Alessandro
Pizzorusso</b>: </span><b><span style="color: maroon; font-family: Verdana;">la Corte solleva davanti a se stessa
l'incostituzionalità del Porcellum visto che i rilievi critici non sono
mancati. E tutto sarebbe rinviato al futuro.<br />
</span></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">(05 gennaio 2012)</span></b></div><div class="blogger-post-footer">http://www.goleminformazione.it/</div>LUIGI A. MORSELLOhttp://www.blogger.com/profile/00738190835326712679noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6983571704600747892.post-44517401994177448802012-01-05T13:50:00.001+01:002012-01-05T13:50:28.051+01:00Governo, intervenire spetta solo a Camere su indennità "non ci sono poteri sostitutivi"<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-fyfaorG-THg/TwWbq-5i3bI/AAAAAAAA63A/rL_L8c3rgRg/s1600/MARIO+MONTI.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="136" src="http://2.bp.blogspot.com/-fyfaorG-THg/TwWbq-5i3bI/AAAAAAAA63A/rL_L8c3rgRg/s320/MARIO+MONTI.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-7SI7BA_J66s/TwWbro-RWFI/AAAAAAAA63E/Hyv9oz254OY/s1600/123349851-01842753-2934-47a6-826a-443adf02074e.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://4.bp.blogspot.com/-7SI7BA_J66s/TwWbro-RWFI/AAAAAAAA63E/Hyv9oz254OY/s320/123349851-01842753-2934-47a6-826a-443adf02074e.jpg" width="295" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxVxYKQg5-zOeP0fGUoh6dHv2DD_ADkXLQkH5oiVzc4eBV2ykS-2YSELmiIQ2KtkdFDsCQovW81mqJKYf8S7AxCGFTCX2JZWl8X_LLmE0yr8wCNOqxMejaXTI9q5kacdmJ8SoFBkyhypEm/s1600/LOGO+LA+REPUBBLICA.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="66" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxVxYKQg5-zOeP0fGUoh6dHv2DD_ADkXLQkH5oiVzc4eBV2ykS-2YSELmiIQ2KtkdFDsCQovW81mqJKYf8S7AxCGFTCX2JZWl8X_LLmE0yr8wCNOqxMejaXTI9q5kacdmJ8SoFBkyhypEm/s320/LOGO+LA+REPUBBLICA.png" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Sui trattamenti economici dei parlamentari la competenza è delle
Camere. "Non esistono poteri sostitutivi" del governo in materia. A
puntualizzare è palazzo Chigi con una nota dopo la giornata di polemiche di
ieri e l'incontro tra il premier <b>Mario
Monti</b> e il presidente dell'Istat, <b>Enrico
Giovannini</b>, che ha guidato <a href="http://www.repubblica.it/politica/2012/01/03/news/stipendi_parlamentari-27522922/">la
commissione incaricata </a> del confronto con le retribuzioni degli
eletti in altri sei Paesi europei.<br />
<br />
"In relazione al titolo di un quotidiano secondo il quale, in caso di
inerzia del Parlamento in merito ai trattamenti economici dei senatori e dei
deputati, interverrebbe il governo, la presidenza del Consiglio fa sapere che
la competenza appartiene alle Camere e non esistono poteri sostitutivi in
materia", si legge nella nota del governo.<br />
<br />
Dopo <a href="http://www.repubblica.it/politica/2012/01/04/news/stipendi_costi_politica-27585311/">l'incontro
di ieri con Giovannini </a>, Monti aveva dichiarato che il governo avrebbe
tenuto "conto dei risultati della commissione per le successive
determinazioni di propria competenza". Ma per il presidente della
commissione ora resta da capire se i dati forniti sugli stipendi dei parlamentari
bastino a prendere decisioni per i tagli. "La commissione è composta da
esperti, anche internazionali, che non hanno interessi particolari in questa
questione e sono al servizio dello Stato e hanno fatto del loro meglio. E'
stato un lavoro di tipo tecnico. La legge ci imponeva una scadenza, noi
l'abbiamo rispettata pubblicando quello che ritenevamo pubblicabile ancorché,
come alcuni giornali hanno correttamente riportato, con una serie di note
metodologiche molto dettagliate", ha spiegato Giovannini ai microfoni di
Radio 24.<br />
<br />
<a href="http://www.repubblica.it/rubriche/la-parola/2012/01/04/news/costi_della_politica-27605149/"><b>LA
PAROLA.</b> <b>Costi della politica</b> </a><br />
<a href="http://inchieste.repubblica.it/it/espresso/2011/07/25/news/i_privilegi_di_montecitorio-19583946/index.html"><b>RE
Le inchieste I privilegi</b> </a><br />
<a href="http://rivara.blogautore.repubblica.it/2012/01/04/portaborse-alla-riscossa/"><b>BLOG</b> <sup>5</sup></a> - <a href="http://temi.repubblica.it/repubblica-sondaggio/?pollId=2979"><b>Sondaggio Tagli
alle spese militari: cosa ne pensate?</b> </a><br />
<br />
"Il punto è se queste informazioni possano essere sufficienti, parliamo
dei parlamentari, per assumere delle decisioni. Noi crediamo che, al di là del
fatto di calcolare una media aritmetica ponderata come dice la legge, che deve
essere calcolata su dati perfettamente comparabili, le informazioni fornite
possano essere di ausilio a chi deve prendere decisioni. </span><b><u><span style="color: maroon; font-family: Verdana;">I dati sono sufficienti non solo per dibattere nella pubblica
opinione ma anche per prendere decisioni da parte di chi queste decisioni le
deve prendere</span></u></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">",
ha concluso.<br />
<br />
Dopo l'incontro con il premier Monti non sono arrivate da Giovannini ulteriori
indicazioni sulla strada da seguire: "Non è semplice arrivare al
'numeretto magico' per stabilire qual è la media europea", ha spiegato. Ma
"questo non è il nostro compito, noi dobbiamo fornire i dati di base e
calcolare le medie retributive degli altri Paesi. Cosa che, per ora, non
abbiamo fatto perché ci sono così tante differenze e variabili che in alcuni
casi è addirittura rischioso ipotizzare tetti retributivi", ha concluso il
presidente della commissione.<br />
<br />
Le reazioni dei parlamentari sulla questione però non si placano. <a href="http://www.repubblica.it/politica/2012/01/04/news/stipendi_costi_politica-27585311/">Dopo
le ultime due giornate di polemica </a>, oggi il senatore Pdl </span><b><span style="font-family: Verdana;">Raffaele Lauro</span></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">, ha annunciato una "nuova e più dettagliata interrogazione
urgente al presidente del Consiglio sui potenziali conflitti di interesse di
alcuni ministri, viceministri e sottosegretari". Per Lauro "la
questione della trasparenza, al fine di prevenire conflitti di interessi,
costituisce una regola fondamentale delle democrazie occidentali".
Dall'ufficio di presidenza del Pdl, </span><b><span style="font-family: Verdana;">Gianfranco Rotondi</span></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> aggiunge come sia "necessario
tornare al mandato parlamentare gratuito per tagliare le unghie ai poteri forti
che soffiano sulla campagna anticasta. Si vuole un popolo contro il parlamento
per non rischiare un parlamento contro le cose che si stanno progettando".<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">(05 gennaio 2012)</span></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div><div class="blogger-post-footer">http://www.goleminformazione.it/</div>LUIGI A. MORSELLOhttp://www.blogger.com/profile/00738190835326712679noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6983571704600747892.post-52857494534247999302012-01-05T13:07:00.001+01:002012-01-05T13:07:34.097+01:00IL MASTINO EQUITALIA MA SOLO CON I PICCOLI<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-NtwjHZ-Llbg/TwWQKkPoOvI/AAAAAAAA62s/ePuLCRQKVFw/s1600/GetContent+%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="283" src="http://3.bp.blogspot.com/-NtwjHZ-Llbg/TwWQKkPoOvI/AAAAAAAA62s/ePuLCRQKVFw/s320/GetContent+%25282%2529.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhO_9lcD11RWHVuH1uXUQxN6hs2G4jfM-nIIdM99Nk7N3yeACTKzz9sFxdksHdtCCakz0iLFrBS6b6kPiJf9oei2zEsFkkFh7-mxREXrN8rIf4_dQn9xQOlz3tK1wFNWAryoOU17IlKCO2v/s1600/logo+Il+Fatto+Quotidiano.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="118" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhO_9lcD11RWHVuH1uXUQxN6hs2G4jfM-nIIdM99Nk7N3yeACTKzz9sFxdksHdtCCakz0iLFrBS6b6kPiJf9oei2zEsFkkFh7-mxREXrN8rIf4_dQn9xQOlz3tK1wFNWAryoOU17IlKCO2v/s320/logo+Il+Fatto+Quotidiano.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Una cartella esattoriale
può trasformarsi in un incubo, ma i grandi evasori si salvano<o:p></o:p></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">di Sara Nicoli<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">A volte centrano il bersaglio. Come a Cortina, dove il blitz di
Capodanno ha effettivamente portato l’Agenzia delle entrate a segnare un punto
a suo favore. Altre volte i “blitz” Equitalia – il braccio armato del fisco –
non li fa contro i veri evasori fiscali, bensì contro quei cittadini che le
tasse le pagano, ma hanno piccole pendenze che l’attuale sistema di riscossione
e tassazione trasforma nel peggiore degli incubi. Fino, spesso, a sfiorare la
tragedia. Ma chi è “il mastino” Equitalia che sta togliendo il sonno agli
italiani?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><u><span style="color: maroon; font-family: Verdana;"> I
soci di Stato<o:p></o:p></span></u></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> EQUITALIA è una società pubblica (<b>51% Agenzia delle Entrate, il 49% Inps</b>)
incaricata della riscossione nazionale dei tributi. In particolare, esercita <b><u>sia la riscossione “non da ruolo”,</u></b>
che riguarda per esempio l’Ici e le entrate pagate col modello F23, </span><b><u><span style="color: maroon; font-family: Verdana;">sia quella “a mezzo ruolo” attraverso la notifica di cartelle di
pagamento.</span></u></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">
Dunque ha funzioni prevalentemente strategiche, di indirizzo e di
controllo dell’attività degli agenti della riscossione, mentre gli agenti si
occupano degli aspetti operativi dell’incasso, gestendo gli sportelli e i
rapporti con i contribuenti e con gli enti. Nel 2010 l’Ente ha ottenuto 1,29
miliardi di euro di ricavi, di cui 1,22 miliardi derivanti dall’incasso di
commissioni sull’attività di riscossione conto terzi. Nell’ultimo periodo ha
riscosso crediti per 8,87 miliardi di euro, 4,61 per conto dello Stato,
2,83 conto Inps/Inail, 1,42 conto Enti non statali (Regioni, Comuni, Consorzi
ecc.). I cosiddetti Grandi Debitori (coloro che sono iscritti al ruolo per
importi maggiori di 500 mila euro) sono 1.055, da cui nel 2010 Equitalia ha
riscosso 1,78 miliardi. <b>Il grosso
dell’evasione, come si vede, deve ancora essere aggredito</b>, mentre il comune
cittadino, in quanto conosciuto al fisco, si trova nel mirino di Equitalia
senza possibilità di fuga.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><u><span style="color: maroon; font-family: Verdana;"> Quando
è cominciato<o:p></o:p></span></u></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> QUALCHE ANNO FA, intorno al 2005, con lo Stato
esattore si poteva ancora parlare. Si poteva ricorrere alla <b>Commissione tributaria</b>, si poteva
contare sulla prescrizione di multe prese cinque anni prima, si poteva –
insomma – sperare in una via d’uscita che spesso gli stessi impiegati
dell’Agenzia delle entrate proponevano come “paracadute”. Poi ci sono state le
elezioni. E al ministero dell’Economia è tornato </span><b><span style="font-family: Verdana;">Giulio Tremonti</span></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">. E tutto è cambiato. Il fisco, negli
ultimi anni , si è preso alcune libertà che poteva evitare</span><b><u><span style="color: maroon; font-family: Verdana;">. Fino a metà del <st1:metricconverter productid="2011 ha" w:st="on">2011
ha</st1:metricconverter> iscritto ipoteche su abitazioni private, anche prime
case, per cifre debitorie inferiori agli 8 mila euro, senza notifiche (ex
articolo 140 cpc) e senza intimazione di pagamento.</span></u></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> <b><u>Stessa
cosa per quanto riguarda i fermi amministrativi delle automobili (le cosiddette
ganasce fiscali).</u></b> All’alba del 1° ottobre 2011 il governo ha messo
nelle mani di <b>Attilio Befera</b>,
direttore dell’Agenzia delle entrate, armi che prima il fisco mai aveva
posseduto. Ecco la sostanza: dopo 60 giorni dall’avviso al contribuente, Equitalia
può attivare i suoi mezzi per recuperare il debito, iscrivere ipoteca
sull’artigiano considerato infedele (facendo scattare una comunicazione alla
centrale rischi delle banche, con conseguente chiusura dei fidi), pignorare il
suo conto corrente (rendendo impossibile il pagamento di dipendenti e
fornitori), avviare i pignoramenti presso terzi (sono i crediti dei clienti,
Equitalia ha il potere di arrivare anche lì) e far partire le ganasce
fiscali su auto e vani posseduti. </span><b><u><span style="color: maroon; font-family: Verdana;">Il“titolo di debito” è diventato
immediatamente esecutivo</span></u></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">. Se Equitalia, poi, si convince che c’è il “fondato pericolo”
di perdere il credito, ha il mandato per recuperarlo in ogni modo: sequestrando
una pensione, mandando un bene all’asta immobiliare e così via.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><u><span style="color: maroon; font-family: Verdana;"> Lotta
per spot<o:p></o:p></span></u></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> IL SALDO FINALE di tanto agitarsi è il classico
topolino partorito dalla montagna. Perchè i grandi evasori restano ben coperti.
Un rapporto della <b>Corte dei Conti</b>
rivela che, negli ultimi anni, la lotta all’evasione è apparsa più che altro
come una resa all’evasione. Alla fine dell’iter, lo Stato incassa appena l’11%
delle imposte evase “accertate” e soltanto l’1% se l’evasore non patteggia con il
fisco. L’indagine in questione riguarda il periodo 2006-<st1:metricconverter productid="2009, in" w:st="on">2009, in</st1:metricconverter> cui sono stati
effettuati 1.445.892 controlli: il 95% si è concluso con l’addebito di
evasione, per un totale di 71 miliardi di euro, che salgono a 75 con le
sanzioni. E quanti ne sono stati recuperati realmente? Uno scarso 10%. Su 100
euro di imposte evase accertate, alla fine lo Stato ne chiede agli evasori solo
51. Le pretese originarie vengono praticamente dimezzate. Motivi: sconti dei
“patteggiamenti”, rateizzazioni, lunghezza dei contenziosi. E recupera appena
qualche briciola.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><u><span style="color: maroon; font-family: Verdana;"> Morire
di tasse<o:p></o:p></span></u></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> TALVOLTA la spietatezza del meccanismo di
Equitalia, che quando viene attivata non ha alcun margine di discrezionalità “caso
per caso”, ha provocato </span><b><u><span style="color: maroon; font-family: Verdana;">conseguenze molto gravi</span></u></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">. Non è detto infatti che tutti siano
attrezzati a sostenere il forte stress emotivo che l’arrivo di una cartella
esattoriale o la notizia di un’ipoteca sulla casa possono provocare. Di qui il
dramma sociale di migliaia di famiglie. Come quello che ha colpito gli ultimi
mesi di vita di <b>Mauro Bordis</b>, 58
anni. Per 6 mila euro gli avevano ipotecato casa e tolto i fidi. Bordis è morto
d’infarto mentre lottava contro le cartelle di Equitalia. Casi come questo
ce ne sono purtroppo parecchi, tant’è che molti cittadini hanno preso ad
aggregarsi in associazioni e comitati. È accaduto a Cagliari, ma anche a
Vicenza e a Napoli. Per non parlare di Roma. Sono nati comitati come l’Avis:
acronimo dell’Associazione vessati italiani solidali, niente a che vedere con i
donatori del sangue. Ma la lista sta diventando lunga, molto lunga.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><u><span style="color: maroon; font-family: Verdana;"> Come
tutelarsi<o:p></o:p></span></u></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> DIFENDERSI da eventuali eccessi o errori di
Equitalia si può. Ma non è facile e, soprattutto, non è alla portata di tutti
riuscire a combattere ad armi pari con chi è stato dotato dal governo di
strumenti straordinari per contrastare – con scarsi effetti, come abbiamo visto
– la grande evasione fiscale. Appena arriva una cartella di Equitalia, la prima
cosa da fare è recarsi nella sede più vicina dell’ente per capire
esattamente la natura delle contestazioni. Se gli estremi della “cartella” non
sono chiari, è bene rivolgersi a un’associazione di consumatori (come l’Adusbef
o la Federconsumatori) e farsi assistere da un loro legale, soprattutto per
evitare di perdere tempo prezioso per fare ricorso. Un tempo fondamentale.
Anche per la salute.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div><div class="blogger-post-footer">http://www.goleminformazione.it/</div>LUIGI A. MORSELLOhttp://www.blogger.com/profile/00738190835326712679noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6983571704600747892.post-68225004928455099402012-01-05T12:55:00.000+01:002012-01-05T12:55:21.551+01:00Il brutto dell’architettura<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-MlRvutj1GaY/TwWOO9Pq21I/AAAAAAAA62Q/8d-Z3NcKSqo/s1600/GetContent.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="155" src="http://2.bp.blogspot.com/-MlRvutj1GaY/TwWOO9Pq21I/AAAAAAAA62Q/8d-Z3NcKSqo/s320/GetContent.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-UD3DawsgyA0/TwWOPaWWHmI/AAAAAAAA62Y/WA2yRMB6Qd4/s1600/GetContent+%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-UD3DawsgyA0/TwWOPaWWHmI/AAAAAAAA62Y/WA2yRMB6Qd4/s1600/GetContent+%25281%2529.jpg" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPDZx-i1kL6bQtZrwL9G9pxqa0QuXxJIouZJhdyCWp4EDVCWlNXZqeJKr7wie1sakoo2ROy_nrAOMiMJdhC4QFt0p_Zb77A0gqaEjor41r63UEILbjcvIeXtXIFpwVn21rizcfNNoR0UzK/s1600/logo+Il+Fatto+Quotidiano.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="118" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPDZx-i1kL6bQtZrwL9G9pxqa0QuXxJIouZJhdyCWp4EDVCWlNXZqeJKr7wie1sakoo2ROy_nrAOMiMJdhC4QFt0p_Zb77A0gqaEjor41r63UEILbjcvIeXtXIFpwVn21rizcfNNoR0UzK/s320/logo+Il+Fatto+Quotidiano.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">di Marco Biraghi*<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Già lo si è detto: <b>l’architettura
è un fatto complesso</b>. Le sue implicazioni sono innanzitutto <b>finanziarie</b>, impegnando di sovente
ingenti capitali economici. Ma sono anche <b>politiche
e sociali</b>, coinvolgendo la sfera del “pubblico”, tanto sul versante della sua
amministrazione quanto su quello della sua fruizione. Non minori sono inoltre i
suoi <b>effetti urbanistici</b> e, almeno
in alcuni casi, il suo <b>impatto sulla
mobilità e sul traffico. </b>L’architettura ha poi evidenti <b>ricadute ambientali</b>, esercitando
inevitabilmente un impatto sul luogo in cui si inserisce, e in un senso più
lato valenze culturali, essendo il prodotto cosciente di una civiltà e di
un’epoca. L’architettura insomma è qualcosa che difficilmente può essere
considerata in modo esclusivo sotto il profilo estetico. Parlare di
architettura fermandosi alla questione del “bello” è certamente limitato. Ma
perché questo sembra giustificare certi architetti a produrre architetture
così brutte?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> IL CURRICULUM progettuale di <b>Giancarlo Perotta</b> è degno di tutto rispetto.
Per essere un architetto italiano operante tra gli anni ottanta e oggi
(un’epoca certo non facile per l’architettura italiana, stritolata nella
molteplice morsa di una situazione economica endemicamente critica, di una
committenza pubblica o privata latitante o poco efficiente, di un sistema
concorsuale spesso senza esiti, e della concorrenza “sleale” dei colleghi
stranieri) Perotta <b>ha costruito
decisamente parecchio</b>. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Tuttavia, un </span><b><u><span style="color: maroon; font-family: Verdana;">sinistro filo rosso</span></u></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> unisce tutte le sue architetture:
dai due grattacieli per uffici delle Ferrovie dello Stato alla Stazione di
Porta Garibaldi (con Laura Lazzari) alla Stazione FN Milano Bovisa, passando
per numerosi interventi residenziali e complessi ospedalieri, fino al recente
progetto sull’area ex Enel, di fronte al Cimitero Monumentale, nell’ambito del
Programma integrato di intervento di Porta Volta, il tratto che le accomuna è </span><b><u><span style="color: maroon; font-family: Verdana;">una singolare bruttezza</span></u></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">: una bruttezza che non ha nulla a che spartire con
quanto offre al giorno d’oggi nel campo dell’architettura contemporanea una
città come Milano; una bruttezza che varca la soglia di guardia e che
(purtroppo) non passa inosservata. Una bruttezza tale – per intendersi – da
costringere i nuovi proprietari dei grattacieli di Porta Garibaldi ad
affrontare un costoso restyling pur di cancellarne la pietosa configurazione
originale. </span><b><u><span style="color: maroon; font-family: Verdana;">Una bruttezza tale da rendere la
prospettiva della realizzazione del progetto sull’area ex Enel, con le sue
sgraziate volumetrie, le sue soluzioni e materiali sbagliati al posto
sbagliato, assolutamente agghiacciante.<o:p></o:p></span></u></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> Perché un architetto che produce architetture
così brutte ha tanta fortuna? Un simile quesito va necessariamente
incrociato con quello posto in precedenza: perché certi architetti sembrano
giustificati a produrre architetture così brutte?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> IN ENTRAMBI i casi risulta evidente come per
architetti del genere il problema estetico non è minimamente importante, al
punto da poterne fare l’ultimo dei loro problemi. E non certo perché
l’architettura – per loro – sia “qualcosa che difficilmente può essere
considerata in modo esclusivo sotto il profilo estetico”, come affermato più
sopra, bensì per la semplice ragione che la loro architettura non viene
giudicata – da parte di chi la commissiona e l’approva – sulla base di questo
parametro. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><u><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Evidentemente c’è in
palio ben altro</span></u></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">.
<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Ma in fondo, che cosa conta davvero la questione estetica in
architettura? Non è forse vero che essa è massimamente relativa e soggettiva?
Certo. Non tuttavia abbastanza da essere completamente indipendente
dall’insieme dei fattori che determinano nel suo complesso un edificio. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><u><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">L’estetica
dell’architettura non è mai fine a se stessa, è sempre il prodotto del delicato
equilibrio tra tutte le componenti che concorrono all’esistenza di questa.</span></u></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> Pertanto, un’estetica particolarmente
“alterata”, particolarmente “squilibrata” – un’estetica particolarmente brutta
– non indica soltanto una mancanza di gusto, o una caduta di “stile”: rivela
senza dubbio un errore. Nel <b>1895</b>,
<b>Otto Wagner</b>, uno dei più grandi
architetti degli ultimi due secoli, scriveva: </span><b><u><span style="color: maroon; font-family: Verdana;">“Niente che non sia
funzionale potrà mai essere bello”.</span></u></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> Oggi, davanti al progetto sull’area ex ENEL – come
davanti agli altri edifici dell’ineffabile Perotta – anche Wagner
sottoscriverebbe l’affermazione che “niente che sia tanto brutto potrà mai
essere funzionale”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> <o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">*Docente di storia dell'Architettura contemporanea
al Politecnico di Milano e autore Einaudi<o:p></o:p></span></b></div><div class="blogger-post-footer">http://www.goleminformazione.it/</div>LUIGI A. MORSELLOhttp://www.blogger.com/profile/00738190835326712679noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6983571704600747892.post-80730984924214574112012-01-05T12:44:00.001+01:002012-01-05T12:44:51.578+01:00LA MALEDIZIONE DEL PRESIDENTE DI GERMANIA<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXUkuXv6yapml4dqt7BRDCQHmCKDTzHHaz3hk-MlZGkNPo9EDPC3UyzhMz-scHvLP9IOVIevsj4CB-YqzmQtcM-v884zTrSrhtDhHQCH_yhLAIAtADmjo07UOATgB-2zX4-mRrV2h7KV3l/s1600/GetContent+%25283%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="188" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXUkuXv6yapml4dqt7BRDCQHmCKDTzHHaz3hk-MlZGkNPo9EDPC3UyzhMz-scHvLP9IOVIevsj4CB-YqzmQtcM-v884zTrSrhtDhHQCH_yhLAIAtADmjo07UOATgB-2zX4-mRrV2h7KV3l/s320/GetContent+%25283%2529.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-ym_7X2ZH6sg/TwWLmbRZITI/AAAAAAAA62E/CW6WUUPrmCY/s1600/logo+Il+Fatto+Quotidiano.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="118" src="http://4.bp.blogspot.com/-ym_7X2ZH6sg/TwWLmbRZITI/AAAAAAAA62E/CW6WUUPrmCY/s320/logo+Il+Fatto+Quotidiano.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Wulff telefona alla
“Bild” per censurarla La stampa tedesca vuole le dimissioni<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Il presidente tedesco <b>Christian
Wulff</b> ha riconosciuto che “la telefonata al caporedattore della <b>Bild</b> è stata ‘un grave errore’: ho
chiesto scusa e le scuse sono state accettate”. Il cancelliere <b>Angela Merkel</b> poche ore prima aveva
esortato il capo dello Stato a fornire spiegazioni. Con le scuse non sono
arrivate le dimissioni, che gran parte della stampa tedesca adesso chiede.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> Comincia a sfaldarsi il fronte di coloro che
ancora appoggiavano il presidente Christian Wulff. Dopo la campagna di stampa
per il prestito privato a condizioni di favore ottenuto dall’imprenditore <b>Egon Geerkens</b>, Christian Wulff ha
compiuto un altro grosso scivolone telefonando al direttore della Bild e al
presidente della casa editrice proprietaria del quotidiano per impedire
l’uscita di un articolo che avrebbe potuto danneggiarlo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> Le telefonate hanno avuto luogo il 12
dicembre, ma la notizia è diventata di dominio pubblico solamente un paio di
giorni fa. Tutto è cominciato con un pezzo della Bild nel quale si diceva che
Wulff aveva ricevuto un </span><b><u><span style="color: maroon; font-family: Verdana;">prestito di 500 mila euro</span></u></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> dalla moglie di Egon Geerkens
quando era ancora governatore della Bassa Sassonia. Successivamente, per la
precisione nel febbraio 2010, aveva mentito dinanzi a una commissione
parlamentare che gli aveva chiesto se era in affari di qualsivoglia natura con
i Geerkens.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> Come non bastasse, Die Welt ha fatto sapere
che Wulff era intervenuto anche l’estate scorsa per impedire la pubblicazione
di un articolo del <b>Welt am Sonntag</b>.
In quella circostanza aveva convocato al palazzo Bellevue, sua residenza
ufficiale, uno degli autori dell’articolo minacciando “conseguenze pubbliche e
sgradevoli”. Die Welt non ha reso noto il contenuto dell’articolo. Stando a
voci autorevoli e a fonti riservate, ma attendibili, l’articolo riguardava la
famiglia, la sua difficile infanzia e la sorellastra. Prima di Natale,
quando Wulff ha ammesso di non essere stato “chiaro” riguardo al prestito,
l’impressione era che, malgrado le critiche, non avrebbe dato le dimissioni.
Ora però la sua posizione è molto meno solida in quanto gli sta venendo meno
anche l’appoggio del partito di Angela Merkel. Il silenzio degli ultimi due
giorni dei suoi alleati è stato assordante. Sempre più tiepidi nei suoi
confronti anche gli esponenti della Cdu della Bassa Sassonia. “Mi hanno
telefonato molti esponenti del partito. Tutti hanno avuto parole di biasimo per
il comportamento di Wulff”, ha detto <b>Karl-Heinz
Klare</b>, vice presidente del gruppo parlamentare della Cdu.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> Nel frattempo, dopo le pressioni di chi voleva
che Wulff facesse una pubblica dichiarazione per spiegare come sono andate
le cose (arrivata insieme alle scuse), adesso c’è chi aspetta le dimissioni del
presidente, che sarebbero un duro colpo per la Merkel e per le istituzioni. È
stata proprio il cancelliere Merkel a proporre Wulff per la carica di
presidente e spetterebbe a lei indicare il successore. È l’ultima cosa che
Angela Merkel poteva augurarsi all’inizio di un anno che si prospetta difficile
per l’economia tedesca e per l’euro. Negli ultimi giorni i quotidiani tedeschi
– compresi quelli conservatori – hanno scritto a chiare lettere che Wulff non è
più idoneo a ricoprire la carica di presidente della Germania. Svolgendo il
capo dello Stato un ruolo prevalentemente rappresentativo, la credibilità è la
prima e la più importante delle qualità richieste. Il predecessore <b>Horst Köhler </b>si dimise per una gaffe
sulla presenza militare in Afghanistan solo un anno e mezzo fa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> E, infatti, è proprio la credibilità di Wulff
che ha toccato i minimi storici come sottolinea il quotidiano conservatore <b>Die Welt</b>: “In una società democratica
un presidente che dichiara di difendere la libertà di stampa salvo tentare
di soffocarla quando gli fa comodo, sembra assolutamente fuori posto. Chi, come
il presidente Wulff, cerca di impedire ai giornalisti di pubblicare le notizie,
non ha una visione democratica della società”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> Gli fa eco il conservatore <b>Frankfurter Allgemeine Zeitung</b> secondo cui
il comportamento di Wulff “è quello di un presidente uscito di senno, che altro
si può pensare di un capo di Stato che minaccia con parole inaccettabili un
giornale e una casa editrice?”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> Ancora più dure le reazioni della stampa di
sinistra. “Il misto di ingenuità e faccia tosta di Wulff è stupefacente” scrive
il quotidiano <b>Suddeutsche Zeitung</b>.
Ancora più graffiante il commento di <b>Die
Tageszeitung</b>: “Con queste telefonate Christian Wulff ha perso ogni residua
credibilità. Wulff si è comportato come un sindaco di provincia che pensa di
poter dire al giornaletto locale cosa deve scrivere e cosa non deve scrivere”.<o:p></o:p></span></div><div class="blogger-post-footer">http://www.goleminformazione.it/</div>LUIGI A. MORSELLOhttp://www.blogger.com/profile/00738190835326712679noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6983571704600747892.post-67753131032531587632012-01-05T11:39:00.001+01:002012-01-05T11:39:25.126+01:00I SINDACATI RICHIAMATI ALL’OBBEDIENZA<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-NRNh64kMRu0/TwV8q4VluvI/AAAAAAAA61o/u5wemxdLBVA/s1600/GetContent+%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="188" src="http://4.bp.blogspot.com/-NRNh64kMRu0/TwV8q4VluvI/AAAAAAAA61o/u5wemxdLBVA/s320/GetContent+%25282%2529.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKhhoenryKumnQEfM4B_jDLfttIH5vLZqHwiMTtns5YoPntZ5Oj2KLiuln92X9-NS_0VGCVl4FdAX_nDBusewaTKxeHS9E14AVWI3_JAPzHKAKq8KfJ_L8KwTeTphUjJPJrnxBIq8BLicR/s1600/logo+Il+Fatto+Quotidiano.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="118" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKhhoenryKumnQEfM4B_jDLfttIH5vLZqHwiMTtns5YoPntZ5Oj2KLiuln92X9-NS_0VGCVl4FdAX_nDBusewaTKxeHS9E14AVWI3_JAPzHKAKq8KfJ_L8KwTeTphUjJPJrnxBIq8BLicR/s320/logo+Il+Fatto+Quotidiano.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">Cgil, Cisl e Uil nel
mirino: ostacolano il premier nel salvataggio dell’Italia<o:p></o:p></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">di Giorgio Meletti<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><u><span style="font-family: Verdana;">Il governo punta
all’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori</span></u></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">, che impedisce il licenziamento
individuale senza giusta causa nelle aziende con più di 15 dipendenti. Ne aveva
già parlato poco prima di Natale il ministro del Lavoro <b>Elsa Fornero</b>, indotta a una precipitosa retromarcia dalle reazioni
del sindacato. Ma ieri è sceso in campo direttamente il premier <b>Mario Monti</b>, che si è lasciato
attribuire dalla Repubblica alcune frasi virgolettate, non smentite e
illuminanti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> L’OBIETTIVO evidente è una resa dei conti con
i sindacati confederali, più energica di quelle tentate da Silvio Berlusconi.
Se infatti la strategia del governo di centro-destra, soprattutto attraverso il
ministro del lavoro Maurizio Sacconi, puntava a isolare la Cgil, l’attacco
all’articolo 18 non distingue tra sindacati amici e nemici. Ce n’è per
tutti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> Monti non avanza nessun argomento sull’utilità
dell’abolizione dell’articolo 18 per rilanciare economia e occupazione.
Sostiene però che è l’Europa a chiedercelo, e che il governo tecnico è
chiamato a fare le cose “anche senza l’accordo di tutti”. E questa “è pure la
ragione per cui non possiamo accettare veti”. Per Monti questa linea dura
contro i sindacati serve ad affrontare “il nostro problema centrale: il deficit
di credibilità”. Una questione di principio, dunque. Monti pensa, stando a
queste indiscrezioni non smentite, che dimostrando di poter spezzare le reni al
sindacato potrà meglio giocarsi la trattativa con Germania e Francia sull’amara
medicina del risanamento dei conti pubblici. </span><b><u><span style="font-family: Verdana;">E così il confronto
sulla riforma del mercato del lavoro assume una dimensione completamente
scollegata dal merito delle questioni sul tavolo.<o:p></o:p></span></u></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> Il tema dei prossimi giorni è il
ridimensionamento del potere sindacale. Secondo </span><b><span style="font-family: Verdana;">Sergio Romano</span></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">, che ha firmato ieri l’editoriale
del Corriere della Sera, bisogna uscire dalla stagione della “concertazione”,
che pure è servita in “momenti eccezionali” a “sbloccare situazioni
pericolose”. L’ex ambasciatore indica con precisione le eccessive pretese a cui
Cgil, Cisl e Uil devono rinunciare per non ostacolare il cammino del
governo proteso verso il salvataggio del Paese: “I sindacati non vogliono
essere ascoltati. Vogliono concertare, vale a dire concorrere alla definizione
delle misure che il governo presenterà al Parlamento e ai suoi partner
europei”. La conclusione di Romano è altrettanto netta: </span><b><u><span style="font-family: Verdana;">“Il sindacato ha funzioni importanti e deve essere in condizione
di esercitarle con la massima libertà. Ma tra queste funzioni non vi è quella
di concorrere al governo del Paese”.<o:p></o:p></span></u></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> Mentre l’editorialista del Corriere indicava
questa linea di ridimensionamento dei sindacati, il presidente della Repubblica
<b>Giorgio Napolitano</b>, in visita nella
sua Napoli, rimarcava i concetti già ben illustrati nel discorso di Capodanno:
“Quel che mi auguro è che il movimento dei lavoratori dia di nuovo prova di
saper guardare agli interessi generali e non stia sulla difensiva”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> METTENDO insieme le tre indicazioni, quella
data da Monti attraverso la Repubblica, quella di Napolitano e quella del
Corriere della Sera, ai sindacati rimane uno stretto sentiero: “guardare agli
interessi generali” senza pretendere però di “concorrere al governo del Paese”,
cioè senza pretendere nulla più che “essere ascoltati”. Lo scenario dei
prossimi giorni si presenta dunque complicato per i tre leader </span><b><u><span style="color: maroon; font-family: Verdana;">Susanna Camusso (Cgil), Raffaele Bonanni (Cisl) e Luigi Angeletti
(Uil)</span></u></b><span style="color: #003366; font-family: Verdana;">:
completato il “giro informale” dei colloqui bilaterali con la Fornero, dovranno
andare a un tavolo di confronto in cui verrà loro presentato il pacchetto
di interventi sul mercato del lavoro senza consentire ai sindacati di
interloquire con il governo sulle misure per la crescita e l’occupazione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #003366; font-family: Verdana;"> A differenza del passato, quando Cisl e
Uil potevano lucrare la posizione di interlocutori privilegiati del governo
Berlusconi grazie all’isolamento della Cgil, adesso l’imbarazzo è
sostanzialmente uguale per tutti. Come dimostra il sarcasmo di Angeletti,
che ha così commentato la battaglia prossima ventura: “Diciamo che tutta la
polemica sull'articolo 18 è un falso bersaglio, come avviene nei giochi
elettronici”.<o:p></o:p></span></div><div class="blogger-post-footer">http://www.goleminformazione.it/</div>LUIGI A. MORSELLOhttp://www.blogger.com/profile/00738190835326712679noreply@blogger.com0