mercoledì 19 agosto 2009

Anche Avvenire «bacchetta» Bossi: «Così non aiuta il federalismo»



Prima Famiglia Cristiana, poi il quotidiano dei vescovi italiani. Due attacchi in due giorni arrivano dal mondo cattolico alle uscite ferragostane di Umberto Bossi e alle posizioni della Lega Nord, soprattutto in materia di immigrazione. Avvenire torna, in particolare, sulla polemica attorno all'inno nazionale e alla rivendicazione dello studio dei dialetti in chiave anti-nazionale. Comportamenti giudicati non consoni ad un leader di partito e «membro autorevole del governo» che peroprio per questo dovrebbe «regolarsi di conseguenza».

RESPONSABILITA' DI GOVERNO - «Bossi dev’essersi convinto che quando il governo va in vacanza per le ferie estive - si legge in un editoriale di Sergio Soave intitolato ’Il doppio autogol del Senatur: antinazionale fa rima con antifederale’ - anche i suoi membri possano dimenticarsi delle responsabilità connesse alla loro carica; e così si dedica alla consueta agitazione estiva contro i simboli dell’unità nazionale, che ha giurato di rispettare quando ha assunto le sue funzioni governative». Per il giornale della Cei, si tratta della «reiterazione di qualche battutaccia sull’inno di Mameli» e «della pesante banalizzazione-strumentalizzazione di un tema di per sè interessante come la preservazione dei linguaggi locali in via di estinzione. Dopo aver ottenuto la visibilità provocata dalle sue uscite - continua Avvenire - il Senatur le ha ridimensionate, come al solito. È una tattica che si ripete ormai regolarmente a ogni estate».

MAGGIORANZA AGITATA - Secondo l'analisi del quotidiano di piazza Carbonari, Bossi dovrebbe capire che è un errore «mantenere il clima di agitazione permanente che aveva caratterizzato la fase precedente, insistendo su di una retorica antinazionale invece che sull’effetto unitario del federalismo». Questo, infatti, «può corrispondere a qualche modesto interesse propagandistico, ma non giova alla stessa funzione politica esercitata dalla Lega». Non solo: con un velato paragone a quanto danno abbia fatto con le sue continue rivendicazioni la sinistra radicale al governo Prodi, l'editoriale evidenzia come «l'effetto di disorientamento nella maggioranza che viene perseguito ha effetti negativi tanto sull'immagine dell'esecutivo quanto sul clima in cui esso si trova ad agire».


18 agosto 2009

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