venerdì 21 agosto 2009

Migranti morti, la Chiesa accusa: "Occhi chiusi come con la Shoah"




"L'Occidente a occhi chiusi" non ha voluto vedere il barcone degli eritrei dispersi in mare, come durante il nazismo nessuno vedeva i convogli piombati pieni di ebrei. Duro il commento del gionale dei vescovi sull'ennesima strage dei migranti. E durissime le parole di monsignor Bruno Schettino, presidente della Commissione episcopale per le migrazioni e arcivescovo di Capua: "Una grave offesa all'umanità e al senso cristiano della vita".

L'Avvenire.
In un editoriale pubblicato in prima pagina, Marina Corradi sostiene che c'è "almeno un equivoco in cui non è ammissibile cadere. Nessuna politica di controllo dell'immigrazione consente a una comunicatà internazionale di lasciare una barca carica di naufragi al suo destino. E questa legge ordina: in mare si soccorre. Poi, a terra, opereranno altre leggi: diritto d'asilo, accoglienza, respingimento. Poi. Ma le vite, si salvano".

Invece quel barcone vuoto dice del farsi avanti della "nuova legge del non vedere": "Come in un'abitudine, in un'assuefazione. Quando, oggi, leggiamo delle deportazioni degli ebrei soto il nazismo - scrive Corradi - ci chiediamo: certo, le popolazioni non sapevano; ma quei convogli piombati, le voci, le grida, nelle stazioni di transito nessuno li vedeva e sentiva? Allora erano il totalistarismo e il terrore, a far chiudere gli occhi. Oggi no. Una quieta, rassegnata indifferenza, se non anche una infastidita avversione, sul Mediterraneo. L'Occidente a occhi chiusi".

"Così è stata violata una legge antica - conclude - "che minaccia le nostre stesse radici. Le fondamenta. L'idea di cos'è un uomo, e di quanto infinitamente vale".

La Cei. La morte di oltre 70 immigrati che cercavano di raggiungere la Sicilia rappresenta una "grave offesa all'umanità e al senso cristiano della vita". E' quanto ha detto monsignor Bruno Schettino, presidente della Commissione episcopale per le migrazioni e arcivescovo di Capua. Si percepisce, ha detto monsignor Schettino "un senso di povertà dell'umanità, non c'è attenzione verso l'altro, verso gente che è in fuga dalla guerra, dalla miseria, dalla povertà in cerca di serenità e di pace".

"E' una morte assurda - ha aggiunto - donne bambini innocenti gettati in mare, è il senso dell'uomo che decade, urge l'impegno dei cristiani di attivarsi concretamente verso coloro che soffrono, il problema è umano prima che politico". Rispetto al problema dell'immigrazione così come esso si presenta oggi nel nostro Paese "come educatori di umanità e di umanesimo - afferma monsignor Schettino - dobbiamo essere propositivi, soprattutto nei confronti delle nuove generazioni, nel senso di una vera accoglienza verso i poveri. Davanti al povero bisogna inchinarsi. Il tema dell'accoglienza riguarda cristiani e non cristiani, l'umano è sempre umano".

"Dobbiamo superare le distinzioni di parte - ha aggiunto l'arcivescovo - e affrontare il problema nella sua globalità il primato dell'uomo serve a costruire un'umanità rinnovata. Io per esperienza personale mi prodigo molto in favore degli immigrati, non abbiamo bisogno di declamazioni di principi ma di esperienze concrete forti".

(21 agosto 2009)

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