
Albert Gonzalez dagli States l'ha mostrato al mondo: ormai il denaro elettronico si ruba all'ingrosso. Molto più redditizio fare incetta di codici dove si riversano - banche dati, esercenti, emittenti - che dare la sola al singolo utente. Così l'ex consulente dei servizi Usa arrestato ha trafugato 130milioni di numeri di carte di credito nella loro patria. Può accadere in l'Italia? Lo storico abuso del contante ripara, ma si va attenuando: a fine 2008 circolavano 30 milioni di credit card, per transazioni da oltre 100 miliardi, con valore medio di 106 euro (dati Abi). Stime di mercato pongono le frodi allo 0,76% dei volumi. Fa quasi un miliardo che scompare, e le banche quasi sempre devono rimborsare.
Gli scettici italiani non paiono troppo timorosi, mentre più ricerche negli Usa rivelano che la paura di furti telematici è seconda solo a quella di bombe e stragi. Ma sul tema siamo agli antipodi. "Qui il mercato è molto parcellizzato - spiega Walter Bruschi, numero uno in Italia di Cpp, gruppo internazionale che assicura i badge contro furti e frodi - questo ci tiene al riparo da maxi frodi del genere". Finora nessun hacker ha violato le grandi casseforti, ci si è limitati allo "scasso" di siti commerciali (con livelli di protezione inferiori). Reati simili, tra l'altro, richiedono un complice interno, che passi i file dei codici o le parole d'ordine.
Così potrebbe avere agito la banda Gonzalez, perché le barriere dei grandi collettori di codici sono elevate; ma nessuna sicurezza vince il dipendente infedele. Dall'inizio del 2010 non sarà più così, perché l'Europa sta mettendo a punto il sistema Pci Dss. Uno standard cui dovranno adeguarsi tutti gli operatori, e che le autorità stanno rifinendo con un consorzio formato da Visa, Mastercard, Amex e Discovery. La prima novità sarà la tracciabilità di ogni accesso alle banche dati, per cui si potrà risalire al singolo individuo per ogni loro movimentazione. A quel punto il "dipendente infedele" dovrebbe essere spacciato. Ma il crimine viaggia sulla fantasia, e già si vanno affinando altre pratiche. Negli uffici del Gat, il nucleo speciale frodi telematiche del colonnello Umberto Rapetto, sono molto preoccupati da un nuovo crimine emergente. Funziona così: dei basisti si fermano in un supermercato o centro commerciale, e quando è notte manomettono i dispositivi per strisciare le carte. All'apertura se ne vanno come normali clienti. Lì fuori un palo con auto e computer portatile li aspetta, e tutti insieme aspettano per clonare le prime transazioni. In due ore i codici sono già copiati su altri pezzi di plastica, pronti per l'uso parallelo. Come lo skimming, ma a distanza, più discreto e massivo.
La malversazione dei badge, poi, è quasi nulla rispetto alle frodi creditizie originate dal furto di identità. Il Crif ne ha censite 25mila l'anno scorso (+11%). Spacciandosi per un altro si attingono finanziamenti al consumo, quinti dello stipendio, fondi bancari. Importo medio 6mila euro, nessuna traccia di crisi.
(19 agosto 2009)

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