
Biagio era il ragioniere (contabile di cassa e del materiale), giovane intelligente e sfaticato. Nella foto ha barba a capelli lunghi.
Correva l'anno 1978.
Un giorno, siccome io e il rag. Luigi Parisi (che veniva in missione assieme a me e su mia richiesta, oggi è in pensione, ha qualche anno più di me) lavoravamo dalle 8 alle 13, dalle 15 alle 20 e dalle 21 alle 24 (io sempre, Parisi spesso dopo le 20) mentre Biagio voleva fare solo l'orario canonico, che era di otto ore all'epoca, anche perchè non pagavano straordinari (altro che oggi, allora l'amministrazione penitenziaria era con le pezze al culo), ripeto un giorno acchiappai Biagio in malo modo facendogli capire che Gorgona non era il peggio possibile, c'era di molto più peggio (quest'ultima espressione non è mia ma di un mio comandante a Pavia): Pianosa, l'Asinara, per esempio.
Da allora lavorò quasi quanto noi.
Poi mi fu tolta la missione (proprio per la vicenda super-carcere, c'è scritto in uno dei miei articoli), Parisi e Angelucci restarono.
Poi Angelucci lasciò Gorgona, venendo assegnato al Ministero (Cassa della Ammende), è di tutta evidenza che aveva trovato il suo 'santo in paradiso', ma non ho mai saputo chi fosse nè me l'ha mai voluto dire.
A Roma si iscrisse all'università, si sposò con insegnante calabrese (donna di specchiate virtù), si laureò in giurisprudenza, fece l'esame di stato divenendo avvocato, svolgendo la professione part-time con il lavoro al DAP, dove si scopò un sacco di ragioniere lì in servizio.
Una volta (erano passati 20 anni) trovò il modo di prendersi la sua piccola vendetta (io dalla vicenda dell'evasione di Guido da San Gimignano andai in bassa fortuna, senza più riprendermi, c'era il cons. Giuseppe Falcone - pugliese, oggi presidente del Tribunale di Sorveglianza di Roma - che mi ha perseguitato per 15 anni, ripeto non mi sono più ripreso).
Accadde nell'ufficio che Biagio aveva al DAP (il lavoro alla Cassa delle Ammende era uno scherzetto, bastavano due-tre ore al giorno quando c'era molto lavoro ed aveva tre collaboratori, pensa !), mi rinfacciò quel mio rimprovero, aspro ma salutare.
Si era reso conto che io ero in una penosa situazione psicologica e questa volta decise di approfittarsene, fu una vigliaccata che io non gli ho mai perdonato.
Però, quando si ammalò e subì l'asportazione dell'80% dello stomaco e l'intervento degenerò in una pancreatite, l'unico che gli telefonava e lo confortava (telefonate anche di un'ora, telefonavo dall'ufficio mio a casa sua) fui proprio io.
Poi miracolosamente si riprese, ne fui contento per la sua famiglia (aveva due figli), ma non l'ho più rivisto (non avevo più occasioni di andare al DAP) nè mi ha mai telefonato, non l'ha mai fatto nè prima nè dopo.
Purtuttavia, vedendo quella foto, sono stato preso da una grande malinconia, il periodo gorgonese è stato il più bello in assoluto.
Adesso ricordo che nell'occasione della fotografia, scattata di tardo pomeriggio, lui ci disse che andava a fare una passeggiata, dopo un po' anche a me venne voglia (di tanto in tanto una pausa si imponeva) e lo vidi in lontananza assieme a quelle persone (adesso so che erano tuoi parenti), che io non conoscevo.
Mi pare che con me ci fosse Boccardi, il quale mi disse appunto che erano abitanti dell'isola o qualcosa del genere.
Ricordo anche il funerale di tuo fratello, mi fu detto che era venuta tanta gente, io non vi conoscevo sia perchè sempre preso dal lavoro sia perchè non eravate tanto espansivi (questo lo ricordo bene), per cui decisi che era una vicenda privata e che era inopportuno intervenire, il dolore di una scomparsa di un parente riguarda la cerchia di parenti ed amici, io non ne facevo parte.
Armocida e gli altri dell'ufficio vennero, eccetto Angelucci e Parisi.
Bada bene che non sono certi di questi miei ultimi ricordi, che sarebbero avvalorati che la cerimonia funebre fu fatta dal martedì al venerdì, se così non è mi è stato raccontato da Armocida.
Biagio Angelucci è morto alcuni anni fa.
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