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La Lega prepara un piano per cacciarli e dice: “Sono ladri”. Gaffe di Bersani sugli “zingari”
di Elisa Battistini
Mandarli a casa. Del resto, secondo la sottile analisi di Umberto Bossi i rom “vivono in Italia con mezzucci. La maggior parte dei furti viene fatta da loro”. Insomma, sono dei ladri. Dichiarazione cui segue la risposta di Bersani, che registrando la puntata di ieri di Porta a porta avrebbe detto: “Anche dalle mia parti si diceva: arrivano gli zingari. Chiudete le porte ma nessuno li ha mai trattati male”. Questo, almeno, stando al dispaccio dell’Adnkronos. Mentre, leggendo quanto diffuso dall’Ansa, il leader del Pd avrebbe anche detto: “Risulta anche a me che i rom sono ladri”. Frase infelice. Ma, in entrambi i casi, Bersani consiglia a Bossi di occuparsi dei ladri quelli veri e favoriti dal Parlamento. Non resta che dire: poveri rom. Visto che, comunque, il leader della Lega nonchè ministro delle Riforme appoggia le espulsioni di Sarkozy e promette che l’Italia farà la stessa cosa. “Mi pare che Maroni abbia già chiesto di attivare la stessa procedura”, ha detto il Senatùr. Magari, poi, bisognerà anche prevedere maggiori restrizioni per il loro (ancora) legittimo rientro. Che sia questa “l’integrazione” alla direttiva europa cui ha fatto riferimento ieri il ministro dell’Interno?
Dopo aver ribadito che sulla questione rom “il governo francese ha agito bene”, Maroni ha infatti affermato che sarebbero necessarie sanzioni che attualmente mancano per quanti violano la direttiva”. Cosa significa? Il Viminale afferma di non aver ancora steso un documento organico. Ma il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano fornisce elementi utili.
Per capire bene la questione, bisogna però ricordare due cose: Sarkozy ha allontanato dal territorio francese oltre 8mila rom utilizzando lo stratagemma dei cosiddetti “rimpatri volontari”. Ovvero: io ti do 300 euro e tu lasci la Francia. Inoltre: Sarkò non ha allontanato delle persone, ma un gruppo etnico. Da un paese, infatti, si può espellere una persona. Mentre un gruppo etnico non è espellibile secondo la normativa che si preoccupa moltissimo di evitare ogni discriminazione.
Mantovano, interpellato dal Fatto, ricorda inoltre che può essere allontanato “un cittadino comunitario colpevole di un reato o chi non possiede i requisiti minimi per soggiornare nel paese”. Ovvero il reddito sociale, il domicilio, l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale.
Nel primo caso il cittadino può essere espulso se ritenuto pericoloso per la pubblica sicurezza.
Nel secondo caso devono scattare verifiche per capire se la persona grava sul paese. Nulla a che vedere, quindi, con quel che sta facendo Sarkò.
Quindi? Il governo italiano vuole imitarlo?
“Quel che accade in Francia – dice Mantovano – è in linea con le regole europee. Noi vogliamo rafforzare le modalità di allontanamento, anche per i casi di chi non possiede i requisiti di reddito e indipendentemente dalla sua volontà”.
L’Italia propone di condurre alle frontiere i comunitari poveri? Etnicizzazione e caccia ai morti di fame?
“La questione etnica – dice il sottosegretario – non c’entra. Il tema non riguarda i rom, ma tutti coloro che non riescono a vivere in condizioni rispettabili in un paese”. Eppure, oggi, chi viene espulso da un paese perchè reo di “povertà” può tornare. Tanto che in Francia sono già rientrati molti dei rom espulsi.
Mantovano ribadisce: “bisogna rendere efficaci gli allontanamenti” e ricorda che l’esigenza di correggere in senso restrittivo la direttiva 38 aveva già spinto il governo a produrre un decreto legislativo “poi bloccato della Commissione europea”. Fonti del Viminale ricordano che al vertice del 6 settembre, a Parigi, i ministri degli Interni di alcuni paesi hanno condiviso questa esigenza. L’Italia intende procedere. E non c’è dubbio: i rom, come capro espiatorio per “fare pulizia” e cacciare qualche povero di troppo, sono proprio perfetti.
RIPUGNANTE.
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