GERUSALEMME - L'esercito israeliano ha completato il ritiro dalla Striscia di Gaza. Lo ha detto un portavoce militare. "Stamattina gli ultimi soldati delle Forze di difesa israeliane hanno lasciato la Striscia di Gaza e sono state schierate fuori dalla Striscia stessa, pronte per ogni evenienza", ha affermato il portavoce. Nelle stesse ore il quotidiano Haaretz ha riferito che l'esercito israeliano sta indagando sull'eventuale uso di bombe al fosforo bianco, vietate dalle convenzioni internazionali. Sul fronte diplomatico, continua la visita in Medio Oriente del ministro degli Esteri Franco Frattini che oggi ha incontrato a Sharm el Sheikh il presidente egiziano Hosni Mubarak.
L'operazione "Piombo fuso" a Gaza, iniziata il 27 dicembre scorso, si era conclusa domenica con la tregua unilaterale dichiarata da Israele cui poi era seguito l'annuncio di cessate il fuoco di alcuni gruppi armati palestinesi, fra i quali Hamas. E da domenica Tsahal (l'esercito israeliano) aveva iniziato un graduale ritiro. Pesantissimo il bilancio dell'offensiva: oltre 1.400 palestinesi uccisi e più di 5.500 feriti.
L'esercito, intanto, ha reso noto che ieri 12 granate sono state lanciate dai palestinesi contro il territorio israeliano, mentre da parte palestinese è stata denunciata l'uccisione di un civile nel nord della Striscia.
Diplomazia al lavoro. Colloquio tra Frattini e Mubarak stamani a Sharm el Sheikh, nel terzo giorno della visita del titolare della Farnesina in Medio Oriente. Il capo della diplomazia italiana ha incontrato anche il ministro degli esteri egiziano Abul Gheit. Ieri e lunedì, Frattini era stato in Israele e nei Territori palestinesi dove aveva incontrato le autorità israeliane e palestinesi.
Con gli interlocutori egiziani, Frattini ha discusso in particolare del cosiddetto "piano egiziano", ma anche delle trattative per il rilascio di Gilad Shalit, il giovane soldato israeliano sequestrato nel giugno del 2006 dai guerriglieri palestinesi della Striscia di Gaza. Ieri a Tel Aviv Frattini aveva incontrato Noam Shalit, padre del militare.
Più volte durante la missione, il ministro degli Esteri ha ribadito il ruolo importante dell'Egitto per arrivare alla riconciliazione interna palestinese e alla realizzazione della soluzione dei due stati. L'Italia, inoltre, appoggia il piano egiziano, che prevede il cessate il fuoco permanente per la Striscia di Gaza, aiuti umanitari alla popolazione palestinese, una forza internazionale di sicurezza con un sostegno alla polizia di frontiera e la riconciliazione interpalestinese.
Ieri sera il ministro, intervenendo a Porta a Porta, ha ribadito che l'Italia conferma l'offerta di inviare carabinieri alla frontiera tra l'Egitto e Gaza e la possibilità di inviare anche delle unità navali militari per un pattugliamento marittimo: si tratta di "una offerta seria", ha confermato Frattini.
Indagine sulle armi proibite. Intanto, dopo le accuse ai militari israeliani di far uso di proiettili al fosforo bianco nel suo attacco sulla Striscia di Gaza, lo stesso esercito israeliano sta indagando su l'eventuale uso di armi vietate dalle convenzioni internazionali, secondo quanto scrive oggi il quotidiano Haaretz. L'inchiesta, dice il giornale, riguarda in particolare l'uso di una ventina di proiettili su una zona densamente popolata nel nord dela Striscia da parte di un'unità di paracadutisti. Fonti militari citate da Haaretz indicano che le inchieste riguardano due tipi di proiettili: granate fumogene d'artiglieria da 155 mm a basso contenuto di fosforo e proiettili da mortaio da 120 mm ad alta concentrazione di fosforo, che sarebbero stati sparati su alcuni quartieri di Beit Lahiya, nel nord della Striscia. Un portavoce militare stamani ha tuttavia smentito che si tratti di una "inchiesta ufficiale". Le convenzioni internazionali autorizzano l'uso di proiettili al fosforo, sostanza che bruciando crea gravissime ustioni alle persone, solo come fumogeni ma non su zone densamente popolate di civili.
(21 gennaio 2009)
L'operazione "Piombo fuso" a Gaza, iniziata il 27 dicembre scorso, si era conclusa domenica con la tregua unilaterale dichiarata da Israele cui poi era seguito l'annuncio di cessate il fuoco di alcuni gruppi armati palestinesi, fra i quali Hamas. E da domenica Tsahal (l'esercito israeliano) aveva iniziato un graduale ritiro. Pesantissimo il bilancio dell'offensiva: oltre 1.400 palestinesi uccisi e più di 5.500 feriti.
L'esercito, intanto, ha reso noto che ieri 12 granate sono state lanciate dai palestinesi contro il territorio israeliano, mentre da parte palestinese è stata denunciata l'uccisione di un civile nel nord della Striscia.
Diplomazia al lavoro. Colloquio tra Frattini e Mubarak stamani a Sharm el Sheikh, nel terzo giorno della visita del titolare della Farnesina in Medio Oriente. Il capo della diplomazia italiana ha incontrato anche il ministro degli esteri egiziano Abul Gheit. Ieri e lunedì, Frattini era stato in Israele e nei Territori palestinesi dove aveva incontrato le autorità israeliane e palestinesi.
Con gli interlocutori egiziani, Frattini ha discusso in particolare del cosiddetto "piano egiziano", ma anche delle trattative per il rilascio di Gilad Shalit, il giovane soldato israeliano sequestrato nel giugno del 2006 dai guerriglieri palestinesi della Striscia di Gaza. Ieri a Tel Aviv Frattini aveva incontrato Noam Shalit, padre del militare.
Più volte durante la missione, il ministro degli Esteri ha ribadito il ruolo importante dell'Egitto per arrivare alla riconciliazione interna palestinese e alla realizzazione della soluzione dei due stati. L'Italia, inoltre, appoggia il piano egiziano, che prevede il cessate il fuoco permanente per la Striscia di Gaza, aiuti umanitari alla popolazione palestinese, una forza internazionale di sicurezza con un sostegno alla polizia di frontiera e la riconciliazione interpalestinese.
Ieri sera il ministro, intervenendo a Porta a Porta, ha ribadito che l'Italia conferma l'offerta di inviare carabinieri alla frontiera tra l'Egitto e Gaza e la possibilità di inviare anche delle unità navali militari per un pattugliamento marittimo: si tratta di "una offerta seria", ha confermato Frattini.
Indagine sulle armi proibite. Intanto, dopo le accuse ai militari israeliani di far uso di proiettili al fosforo bianco nel suo attacco sulla Striscia di Gaza, lo stesso esercito israeliano sta indagando su l'eventuale uso di armi vietate dalle convenzioni internazionali, secondo quanto scrive oggi il quotidiano Haaretz. L'inchiesta, dice il giornale, riguarda in particolare l'uso di una ventina di proiettili su una zona densamente popolata nel nord dela Striscia da parte di un'unità di paracadutisti. Fonti militari citate da Haaretz indicano che le inchieste riguardano due tipi di proiettili: granate fumogene d'artiglieria da 155 mm a basso contenuto di fosforo e proiettili da mortaio da 120 mm ad alta concentrazione di fosforo, che sarebbero stati sparati su alcuni quartieri di Beit Lahiya, nel nord della Striscia. Un portavoce militare stamani ha tuttavia smentito che si tratti di una "inchiesta ufficiale". Le convenzioni internazionali autorizzano l'uso di proiettili al fosforo, sostanza che bruciando crea gravissime ustioni alle persone, solo come fumogeni ma non su zone densamente popolate di civili.
(21 gennaio 2009)

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