venerdì 14 agosto 2009

Mafia: non ignorare la verita' storica



14 Agosto 2009
Leoluca Orlando

Desta certamente stupore nell'articolo di Giorgio Bocca, oggi pubblicato su L'Espresso, il mancato riferimento a uomini di Chiesa e ad esponenti delle forze dell'ordine che alla mafia si sono coerentemente opposti, pagando anche con la vita il proprio impegno di legalità e di civiltà. Desta, però, non minore stupore - e costituisce mancanza di rispetto per quanti hanno fatto e fanno il proprio dovere - il reagire all'articolo di Giorgio Bocca con una difesa di ufficio tutti e di ciascuno.
Giorgio Bocca ha espresso, in maniera chiara e radicale, una verità storica: la mafia in Sicilia si è avvalsa di lacune ed omissioni di uomini di Chiesa e di esponenti delle forze dell'ordine, non soltanto di Carabinieri. Talora uomini di Chiesa ed esponenti delle forze dell'ordine hanno varcato la soglia della legalità, configurando ipotesi di vera e propria complicità, quale risulta, peraltro, da numerosi riscontri in sede giudiziaria e in atti di Commissioni di inchiesta. In questo campo,dovremmo forse prendere lezioni dalla Chiesa che, pur avendo espresso coraggiose posizioni sino alla condanna della mafia quale "struttura di peccato", si è astenuta, e speriamo si asterrà, da poco credibili difese di tutti e di ciascuno.
In tanti esprimiamo ammirazione e gratitudine alle forze dell'ordine e, in particolare, ai Carabinieri per il fondamentale, difficile e rischioso impegno di difesa della legalità (dal vice questore Boris Giuliano al Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, per citare soltanto alcuni dei tanti caduti nell'esercizio coerente delle loro funzioni). In tanti esprimiamo ammirazione e gratitudine anche a uomini di Chiesa, dal Pastore Valdese Panascia al Cardinale Salvatore Pappalardo, da don Pino Puglisi a don Giuseppe Diana, sino a Sua Santità Giovanni Paolo II per il suo indimenticabile magistero espresso con forza, e anche nel corso di sue visite pastorali in Sicilia.
Proprio quella gratitudine e quella ammirazione rendono, però, doveroso non ignorare la verità storica, quella che vuole la mafia essere non soltanto una organizzazione criminale contro lo Stato, contro la Chiesa, contro la società civile ma anche un sistema di potere che si infiltra "dentro" lo Stato, "dentro" la Chiesa, "dentro" la società civile.

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