martedì 20 maggio 2008

IL NUOVO EDITTO BULGARO: IL BAVAGLIO AI GIORNALISTI SCOMODI

dal blog di Antonio Di Pietro.

RAI: TRAVAGLIO; ROMANI, INCOMPATIBILE CON SERVIZIO PUBBLICO
(ANSA) - ROMA, 19 MAG - ''Marco Travaglio e' inammissibile, a mio avviso, come figura inquadrata in un servizio pubblico. Contesto il suo modo di fare informazione. L'intervista in cui attribuiva a Schifani frequentazioni mafiose e' stata solo un esempio di come la concepisce''. Lo ha dichiarato il sottosegretario allo Sviluppo economico con delega alle comunicazioni, Paolo Romani, in un'intervista rilasciata a Klaus Davi per KlausCondicio, primo contenitore di approfondimento
politico in Rete, in onda su YouTube.
''Travaglio - ha spiegato Romani - ha detto che Schifani avrebbe frequentato dei mafiosi. Mentre, come ormai tutti sanno, queste persone furono indicate come mafiose solo diciotto anni dopo l'incontro con Schifani. Questa precisazione, non proprio secondaria, andava fatta. Travaglio spesso da' informazioni che sono corrotte dalla pura passione politica. Non va bene per il servizio pubblico'' Secondo Romani, ''diverso e' il discorso per Santoro, un grande professionista che ha ecceduto durante la campagna elettorale. Il suo e giornalismo corrosivo, intelligente, ma che verifica le fonti''.
Plauso anche per Giovanni Floris: ''e' un bravissimo giornalista: un po' targato, ma non importa, perche' riesce a scavare nell'intimo dei propri ospiti molto piu' di quello che abitualmente si possa fare. Lucia Annunziata, invece, a volte mi pare un po' prevenuta''.
''Lo stile giornalistico di Floris - ha aggiunto Romani - mi piace molto. Ricordo, in particolare, la
straordinaria puntata di 'Ballaro'' con i figli delle vittime del terrorismo. Sono state tre ore di antologia televisiva''.
TV: ROMANI, CON DIGITALE TERRESTRE SUPERATA QUESTIONE RETE4
(ANSA) - ROMA, 19 MAG - ''Con l'avvento del digitale - ritardato dalla sinistra: eravamo partiti per primi e arriveremo per ultimi - non ci sara' piu' bisogno che Retequattro vada sul satellite'': lo ha detto il sottosegretario con delega alle comunicazioni, Paolo Romani, in un'intervista rilasciata a KlausCondicio.
''La questione - ha precisato Romani - e' superata, se si pensa che i canali, con il digitale, verranno moltiplicati''.
TV: ROMANI, SALVAGUARDIA EQUILIBRIO MA PAR CONDICIO VA ABOLITA =
(AGI) - Roma, 19 mag. - "La par condicio va abolita". Cosi' il sottosegretario con delega alle Comunicazioni, Paolo Romani, in un'intervista a Klaus Davi. "Non e' ammissibile - ha sostenuto Romani - che si debba ridurre la politica a meri sloganlanciati nelle trasmissioni. Cio' non significa che non vadano salvaguardati certi equilibri tra le forze politiche. Questo e' infatti il preciso compito delle testate e delle televisioni: seguire le indicazioni dell'Agcom e della Commissione di Vigilanza, ovvero gli organi preposti a indicare qual e' il punto di equilibrio tra i vari partiti".


IL COMMENTO DI ANTONIO DI PIETRO

Le dichiarazioni del sottosegretario Romani sono peggio dell’editto bulgaro di Berlusconi.
Sulla questione Travaglio si vuole togliere il diritto di parlare a chi ha il coraggio di raccontare fatti anche quando essi sono scomodi alla politica.
E’ nelle intenzioni di questo Governo lasciare la libertà di parola al solo portavoce o a quanti parlano per nome e per conto suo.
Una limitazione grave e inconcepibile della libertà di parola per un Paese democratico.
Ci chiediamo a questo punto: a quando la chiusura di internet come è stato deciso in Birmania? Su Saccà poi è incomprensibile la posizione del sottosegretario alle telecomunicazioni. Da un lato si dice di voler tenere fuori la politica dalla televisione di Stato, mentre dall’altro si sceglie anche chi deve lavorarci e chi non ne ha diritto. Il fatto che Saccà abbia spiegato a Romani come effettivamente stiano i fatti che hanno determinato il provvedimento della sua sospensione, la dice lunga su quale vuole essere l’atteggiamento che l’Esecutivo avrà sulla RAI e verso chiunque sia persona a esso gradita.
Un altro scivolone del sottosegretario è sulla sentenza della Corte di Giustizia Europea.
Romani prende in giro i cittadini quando afferma che, con l’avvento del digitale terrestre, non è più il caso che Rete4 vada sul satellite e che quindi la legittima richiesta di Europa7, alla quale spettano di diritto le frequenze per essersele aggiudicate, non avrebbe più alcun senso.
Evita accuratamente, il rappresentante del Governo, di fare qualsiasi riferimento alle sentenze della Corte Costituzionale italiana e della Corte Europea che hanno dato torto a Mediaset.
In ogni altro Paese, in cui vige il principio del diritto, esse sarebbero state immediatamente rese esecutive.
Inoltre si deve ancora ricordare a Romani che le sentenze arrivano prima del digitale terrestre e pertanto tale giustificazione è di fatto poggiata sul nulla.
Per un Governo, infine, che controlla l’informazione privata e quella pubblica è facile parlare di eliminazione della par condicio.
Ci troveremo così a fare i conti con un’affermazione del pensiero unico.
Effetti devastanti di un conflitto d’interessi che non si vuole risolvere e che ha prodotto, produce e produrrà anomalie irreparabili, tutte italiane.

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