mercoledì 28 maggio 2008

NUCLEARE: LITE FRA SCIENZIATI


Franco Foresta Martin
Il Corriere della Sera
26 maggio 2008

ROMA—Umberto Veronesi, diventato paladino del nucleare, non piace al Nobel Carlo Rubbia che lo zittisce pubblicamente: «Veronesi si occupi di oncologia, dove riesce benissimo, lasciando il nucleare a chi ne ha competenza». Un botta a risposta a distanza. Lo scontro fra l’oncologo, neo senatore Pd, e il premio Nobel per la Fisica si è consumato fra un convegno e l’altro, dopo l’annuncio del ministro per lo Sviluppo Economico, Claudio Scajola, di voler procedere alla costruzione di nuove centrali nucleari entro cinque anni. Veronesi aveva esultato, dichiarando quello che ormai ripete da tempo: «Il nucleare è una scelta inevitabile e sicura, per tutto il mondo e per l’Italia in particolare».
Ma Rubbia, da anni impegnato a progettare una nuova generazione di centrali solari a concentrazione, non ha gradito: «Rispetto Veronesi come uomo e come scienziato, ma lasci il nucleare a chi ha passato anni a studiarlo». Veronesi non replica. Preferisce non alimentare una polemica fra big della ricerca scientifica. Lui, per l’esattezza, il nucleare ha tentato di rilanciarlo già un anno prima di Scajola. L’anno scorso, il 29 maggio, presentando con Marco Tronchetti Provera la «Conferenza mondiale sul futuro della scienza» di Venezia (dedicata all’energia), ha lanciato l’idea della costruzione in Italia di dieci centrali Epr (Reattore nucleare europeo ad acqua pressurizzata, n.d.r.) (come quelle in costruzione in Francia e Finlandia) entro dieci anni. Rubbia invece pensa che questo nucleare, parente stretto della bomba atomica, sia da sostituire con uno più efficiente e sicuro, per esempio la fissione col torio (che produrrebbe energia illimitata come nella fusione nucleare e produzioe limitata di scorie, n.d.r.). Nel frattempo? «Solare a go go».
Ma c’è, tra i competenti, chi scende in campo in difesa di Veronesi. L’ingegner Paolo Fornaciari, uno dei padri del «Progetto Unificato» Enel su cui si basava la filiera nucleare italiana degli Anni 80 sbotta: «Rubbia? Ma se non ha mai progettato nemmeno un chiodo di una centrale nucleare. Lui è un fisico delle particelle, di centrali nucleari non se ne intende affatto». E non perde l’occasione per presentare un suo progetto: «Ricostruire subito con 300 milioni di euro quelle parti di Caorso e Trino smantellate a caro prezzo da Bersani e fare ripartire queste due centrali entro appena dieci mesi!». Per il fisico Fabio Pistella, per anni direttore generale dell’Enea, oggi presidente del Centro informatico della pubblica amministrazione, Rubbia è troppo schematico: «Il nucleare è una terra di confine. E il cittadino si aspetta un contributo sia da Rubbia sia da Veronesi. Il primo è competente sui fenomeni della fissione, il secondo sulle conseguenze. Per valutare i pericoli della diffusione dei radionuclidi nell’ambiente, devo ascoltare Veronesi».
Enzo Boschi, presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, spezza mezza lancia a favore del premio Nobel: «Sono d’accordo con Rubbia quando dice che devono pronunciarsi gli esperti; ma a rigore di termini nemmeno lui è un ingegnere nucleare. Per conto mio sono favorevole al ritorno delle centrali che però arriveranno fra dieci anni». Infine, il presidente dell’Istituto nazionale di fisica nucleare Roberto Petronzio: «Polemica sterile. Per formarsi un’opinione corretta, valutare opportunità e rischi, è utile ascoltare tutti gli esperti con formazione scientifica». Rubbia vale Veronesi.

COMMENTO


Appare di tutta evidenza che dietro queste liti fra scienziati vi sono interessi economici enormi. Ciò che l'articolo non dice è che le centrali nucleari che il Governo intende finanziare sono di terza generazione, mentre già in altri paesi europei (Francia) si stanno studiando le centrali di produzione di energia elettrica a fissione atomica di quarta generazione, cioè realizzate con tecnologia più sicura. Anzi, a fronte della previsione che tali centrali saranno pronte entro 15-20 (mentre quelle a fusione saranno disponibili nel 2050) è stato firmato in questi giorni (notizia di oggi) un accordo tra la Russia e la Del Fungo Giera Energia dell'ingegnere genovese Luciano Cinotti per la realizzazione del primo prototipo di centrale di Quarta Generazione raffreddata al piombo-bismuto. Subito, non fra 15-20 anni. (Fonte: IL GIORNALE).
Le centrali nucleari a fissione usano un reattore nucleare a fissione (un sistema complesso in grado di gestire una reazione a catena in modo controllato), mentre le future centrali a fusione nucleare (processo nucleare che alimenta il sole e le stelle ed è utilizzato nelle bombe termonucleari) sono allo studio in due progetti (ITER - francese - e DEMO - europeo, che prevede la realizzazione di una vera e propria centrale a fusione nucleare).
In queste ultime il problema delle scorie derivanti dall'attivazione neutronica di parti degli edifici del reattore, è minimo: i tempi di decadimento della radioattività indotta nei suddetti materiali sono comparabili con i tempi di vita delle centrali stesse. E benchè le quantità di materiale attivato possano essere considerevoli, il problema del loro stoccaggio è enormemente più semplificato rispetto al caso delle centrali a fissione.
Questo tipo di reattori è da anni allo studio di diversi gruppi di scienziati e tecnici, ma sembra non aver ancora dato risultati apprezzabili in quanto, pur essendo riusciti ad avviare la reazione di fusione, a oggi non si è in grado di mantenerla stabile per tempi significativi.
Chi ha ragione ? Tutti e nessuno, per cui la scelta non può che essere politica.
Ciò che è certo è la disponibilità attuale solo di reattori a fissione, di uranio oggi, di torio (progetto Rubbiatrone di Carlo Rubbia) domani. Quelli a fusione: nel 2050.

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