Johann Sebastian Bach
Luigi Morsello
Il conte Hermann Carl von Keyserling, grande estimatore di J.S. Bach, all'epoca della pubblicazione di quest'opera era ambasciatore russo presso la corte di Dresda. Essendo un grande appassionato di musica prese sotto la propria protezione il giovane promettente Johann Gottlieb Goldberg (nato nel 1727 a Gdansk) in modo che potesse studiare con il più anziano figlio di J.S. Bach, Wilhelm Friedemann. Nel 1740 il conte fiutando il talento del giovane Goldberg, lo mandò a Lipsia affinché studiasse con lo stesso J.S. Bach. Ben presto si diffuse la sua fama di virtuoso: si narrava che potesse leggere qualunque spartito a prima vista, persino se posto al rovescio sul leggio. Il primo biografo di Bach, Johann Nikolaus Forkel, racconta le circostanze in cui il compositore compose l'Aria con diverse variazioni per clavicembalo a due manuali:
« In cattiva salute, il Conte soffriva sovente d'insonnia, e Goldberg che viveva in casa sua, doveva distrarlo, in simili occasioni, durante le ore notturne, suonando per lui in una stanza attigua alla sua. Una volta il Conte disse a Bach che gli sarebbe molto piaciuto avere da lui alcuni pezzi da far suonare al suo Goldberg, che fossero insieme delicati e spiritosi, così da poter distrarre le sue notti insonni.
Bach concluse che il miglior modo per accontentare questo desiderio fosse scrivere delle Variazioni, un genere che fino allora non aveva considerato con molto favore per via dell'armonia di base, sempre uguale. Sotto le sue mani, anche queste Variazioni divennero modelli assoluti dell'arte, come tutte le sue opere di quest'epoca. Il Conte prese a chiamarle, da allora, le "sue" Variazioni. Non si stancò mai di ascoltarle e, per lungo tempo, quando gli capitava una notte insonne, chiamava: "Caro Goldberg, suonami un po' le mie Variazioni". Mai Bach fu ricompensato tanto per un'opera come in questo caso: il Conte gli diede in dono un calice pieno di 100 Luigi d'oro. Ma tale opera d'arte non sarebbe stata pagata adeguatamente nemmeno se il premio fosse stato mille volte più grande »
(J. N. Forkel)
Alcuni musicologi non concordano con questo racconto tramandato da Forkel, innanzitutto poiché la prima edizione del 1742 non presenta alcuna dedica. Dubitano inoltre che un ragazzo di quindici anni, quale era Goldberg nel 1742, possedesse, per quanto prodigioso fosse, la tecnica necessaria per l'esecuzione di questa composizione. Per Buscaroli, tuttavia, la mancanza di una dedica a Keyserling appare il segno di un'amicizia tanto stretta, da non richiedere ostentazioni formali.
L'opera, composta per un clavicembalo a due manuali (vedi tastiera musicale), è formata da un'Aria, 30 variazioni sull'armonia della stessa, e un'Aria da capo. Le 30 variazioni sono divise in 10 cicli di tre forme musicali: la forma a Danza, la forma toccata, e un canone, che di ciclo in ciclo aumenta l'intervallo di distanza delle voci. La variazione 16 inoltre dà l'occasione di dividere l'esecuzione in due parti uguali riprendendo la seconda con l'energia introduttiva di un'Ouverture francese.
Le variazioni 13, 14, 17, 20, 23, 26 e 28 sono specificamente indicate sulla partitura per due manuali, mentre le variazioni 5 e 29 sono indicate come eseguibili ad uno o due manuali. Tuttavia, con maggiore difficoltà, l'opera può essere eseguita su un clavicembalo o su pianoforte con un singolo manuale.
Le variazioni sono tutte in Sol Maggiore, tranne la 15, la 21, e la 25. Molte sono costituite da una forma binaria, vi si può cioè individuare una sezione A seguita da una sezione B, che generalmente l'esecutore interpreta effettuando la ripetizione di una o l'altra, di entrambe o di nessuna di tali sezioni.(Wakepedia)
L’esecuzione al pianoforte Daniel Barenboim è quella che trovo la più suggestiva.
Ho collezionato tutte le esecuzioni possibili di tanti pianisti e clavicembalisti.
« In cattiva salute, il Conte soffriva sovente d'insonnia, e Goldberg che viveva in casa sua, doveva distrarlo, in simili occasioni, durante le ore notturne, suonando per lui in una stanza attigua alla sua. Una volta il Conte disse a Bach che gli sarebbe molto piaciuto avere da lui alcuni pezzi da far suonare al suo Goldberg, che fossero insieme delicati e spiritosi, così da poter distrarre le sue notti insonni.
Bach concluse che il miglior modo per accontentare questo desiderio fosse scrivere delle Variazioni, un genere che fino allora non aveva considerato con molto favore per via dell'armonia di base, sempre uguale. Sotto le sue mani, anche queste Variazioni divennero modelli assoluti dell'arte, come tutte le sue opere di quest'epoca. Il Conte prese a chiamarle, da allora, le "sue" Variazioni. Non si stancò mai di ascoltarle e, per lungo tempo, quando gli capitava una notte insonne, chiamava: "Caro Goldberg, suonami un po' le mie Variazioni". Mai Bach fu ricompensato tanto per un'opera come in questo caso: il Conte gli diede in dono un calice pieno di 100 Luigi d'oro. Ma tale opera d'arte non sarebbe stata pagata adeguatamente nemmeno se il premio fosse stato mille volte più grande »
(J. N. Forkel)
Alcuni musicologi non concordano con questo racconto tramandato da Forkel, innanzitutto poiché la prima edizione del 1742 non presenta alcuna dedica. Dubitano inoltre che un ragazzo di quindici anni, quale era Goldberg nel 1742, possedesse, per quanto prodigioso fosse, la tecnica necessaria per l'esecuzione di questa composizione. Per Buscaroli, tuttavia, la mancanza di una dedica a Keyserling appare il segno di un'amicizia tanto stretta, da non richiedere ostentazioni formali.
L'opera, composta per un clavicembalo a due manuali (vedi tastiera musicale), è formata da un'Aria, 30 variazioni sull'armonia della stessa, e un'Aria da capo. Le 30 variazioni sono divise in 10 cicli di tre forme musicali: la forma a Danza, la forma toccata, e un canone, che di ciclo in ciclo aumenta l'intervallo di distanza delle voci. La variazione 16 inoltre dà l'occasione di dividere l'esecuzione in due parti uguali riprendendo la seconda con l'energia introduttiva di un'Ouverture francese.
Le variazioni 13, 14, 17, 20, 23, 26 e 28 sono specificamente indicate sulla partitura per due manuali, mentre le variazioni 5 e 29 sono indicate come eseguibili ad uno o due manuali. Tuttavia, con maggiore difficoltà, l'opera può essere eseguita su un clavicembalo o su pianoforte con un singolo manuale.
Le variazioni sono tutte in Sol Maggiore, tranne la 15, la 21, e la 25. Molte sono costituite da una forma binaria, vi si può cioè individuare una sezione A seguita da una sezione B, che generalmente l'esecutore interpreta effettuando la ripetizione di una o l'altra, di entrambe o di nessuna di tali sezioni.(Wakepedia)
L’esecuzione al pianoforte Daniel Barenboim è quella che trovo la più suggestiva.
Ho collezionato tutte le esecuzioni possibili di tanti pianisti e clavicembalisti.
Persino un arrangiamento jazz del trio francese di Jacques Loussier, che consiglio di cercare ed ascoltare.
Adesso: Daniel Barenboim.
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