Benedetta Argentieri Paola D’Amico
Il Corriere della Sera
21 giugno 2008
La ricerca I dati dell’Asl: ci sono cinquantenni che provano l’ecstasy.
Spaccio di eroina salito del 50% dal 2004
È Milano la capitale della droga
Un cittadino su due l’ha usata. Consumi 3 volte superiori al resto d’Italia
A 15 anni si «fuma » l’eroina. A 50 anni «c’è ancora chi prova l’ecstasy». Entrambi, comunque, mescolano la droga ai superalcolici. Questa è Milano. Dove si stima che quasi metà della popolazione (835 mila persone) abbia fatto uso, almeno una volta nella vita, di sostanze stupefacenti. E se ieri era «la città da bere», oggi è la città dove il 7 per cento della popolazione ha problemi con l’alcol. Il capoluogo lombardo è il laboratorio per un mercato, quello degli stupefacenti, alla ricerca di espansione.
In un Paese che è in cima alle classifiche europee per consumo di droga: al terzo posto per uso di cocaina, dopo Spagna e Inghilterra, al quinto per quello di cannabis. «Milano batte Monaco», conferma Ludwig Kraus, dell'Istituto per la ricerca delle terapie della città tedesca. Uno scenario, quello presentato ieri dall’Asl cittadina, che preoccupa gli esperti. Perché «il dato locale sul ricorso di stupefacenti supera quella nazionale di due, anche tre volte», spiega Riccardo Gatti direttore del dipartimento dipendenze. Ma non solo, «Milano è il laboratorio per i commercianti di droga. Qui provano nuove strategie per espandere il mercato».
Come quello dell’eroina, che con l’ecstasy, è cresciuto del 50 per cento rispetto al 2004. «Pacchetti più piccoli. Sostanze meno pure. E abbattimento dei costi. Per invogliare il consumatore». Lo spacciatore non è più legato solo alla malavita. «C’è anche quello occasionale: un amico, un collega di lavoro, un compagno di classe». La città è anche laboratorio dei consumatori: «I giovanissimi si avvicinano all’eroina fumata, perché non hanno di questa droga quell’immagine negativa che ha invece chi è più vecchio ». Il mercato cerca «nuove generazioni di eroinomani». E i 50enni «provano per la prima volta l’ecstasy». Ma dove si trova? «L’eroina a casa dello spacciatore o in discoteca. La cocaina anche per strada. La cannabis dovunque», sottolinea Sabrina Molinaro, ricercatrice del Centro Nazionale Ricerche. Al Nord torna a crescere il consumo di eroina. Al centro quello della cannabis. «Stabile soltanto la cocaina».
E poi c’è l’alcol. È sempre più alto il numero di chi si ubriaca: «Lo usano come se fosse una droga». In città, secondo l’indagine, nell’ultimo mese, dal questionario, si sono ubriacate 85mila persone. «Tre su cinque maschi».
In crescita anche chi mischia sostanze. I poli-assuntori si aggirano intorno al 30 per cento. Su una cosa gli esperti sono d’accordo: «Per capire il fenomeno bisogna uscire dagli stereotipi del tossicodipendente emarginato. I nuovi consumatori sono socialmente integrati ». È un allarme sociale. Manca una strategia di contrasto. «Non basta un richiamo alla famiglia, la società è cambiata. Non basta una legge sull’abuso di alcol alla guida, se poi non si fanno i controlli », denuncia Riccardo Gatti che sottolinea anche «un vuoto normativo europeo. Si regola tutto quello che interessa ai Paesi membri. Ma su droga e alcol non esiste una politica comune».
Spaccio di eroina salito del 50% dal 2004
È Milano la capitale della droga
Un cittadino su due l’ha usata. Consumi 3 volte superiori al resto d’Italia
A 15 anni si «fuma » l’eroina. A 50 anni «c’è ancora chi prova l’ecstasy». Entrambi, comunque, mescolano la droga ai superalcolici. Questa è Milano. Dove si stima che quasi metà della popolazione (835 mila persone) abbia fatto uso, almeno una volta nella vita, di sostanze stupefacenti. E se ieri era «la città da bere», oggi è la città dove il 7 per cento della popolazione ha problemi con l’alcol. Il capoluogo lombardo è il laboratorio per un mercato, quello degli stupefacenti, alla ricerca di espansione.
In un Paese che è in cima alle classifiche europee per consumo di droga: al terzo posto per uso di cocaina, dopo Spagna e Inghilterra, al quinto per quello di cannabis. «Milano batte Monaco», conferma Ludwig Kraus, dell'Istituto per la ricerca delle terapie della città tedesca. Uno scenario, quello presentato ieri dall’Asl cittadina, che preoccupa gli esperti. Perché «il dato locale sul ricorso di stupefacenti supera quella nazionale di due, anche tre volte», spiega Riccardo Gatti direttore del dipartimento dipendenze. Ma non solo, «Milano è il laboratorio per i commercianti di droga. Qui provano nuove strategie per espandere il mercato».
Come quello dell’eroina, che con l’ecstasy, è cresciuto del 50 per cento rispetto al 2004. «Pacchetti più piccoli. Sostanze meno pure. E abbattimento dei costi. Per invogliare il consumatore». Lo spacciatore non è più legato solo alla malavita. «C’è anche quello occasionale: un amico, un collega di lavoro, un compagno di classe». La città è anche laboratorio dei consumatori: «I giovanissimi si avvicinano all’eroina fumata, perché non hanno di questa droga quell’immagine negativa che ha invece chi è più vecchio ». Il mercato cerca «nuove generazioni di eroinomani». E i 50enni «provano per la prima volta l’ecstasy». Ma dove si trova? «L’eroina a casa dello spacciatore o in discoteca. La cocaina anche per strada. La cannabis dovunque», sottolinea Sabrina Molinaro, ricercatrice del Centro Nazionale Ricerche. Al Nord torna a crescere il consumo di eroina. Al centro quello della cannabis. «Stabile soltanto la cocaina».
E poi c’è l’alcol. È sempre più alto il numero di chi si ubriaca: «Lo usano come se fosse una droga». In città, secondo l’indagine, nell’ultimo mese, dal questionario, si sono ubriacate 85mila persone. «Tre su cinque maschi».
In crescita anche chi mischia sostanze. I poli-assuntori si aggirano intorno al 30 per cento. Su una cosa gli esperti sono d’accordo: «Per capire il fenomeno bisogna uscire dagli stereotipi del tossicodipendente emarginato. I nuovi consumatori sono socialmente integrati ». È un allarme sociale. Manca una strategia di contrasto. «Non basta un richiamo alla famiglia, la società è cambiata. Non basta una legge sull’abuso di alcol alla guida, se poi non si fanno i controlli », denuncia Riccardo Gatti che sottolinea anche «un vuoto normativo europeo. Si regola tutto quello che interessa ai Paesi membri. Ma su droga e alcol non esiste una politica comune».
Beppe Grillo
Notti bianche - Conti in rosso
Se il vostro amministratore di condominio spendesse in spese straordinarie un milione di euro senza interpellare i condomini. E se il milione di euro di buco lo pagasse la collettività attraverso le tasse. In questo caso dovreste farvi due domande: perché l’amministratore può spendere i soldi che non ha? Perchè deve pagare la collettività? E’ quello che succede ogni giorno con i sindaci dei nostri comuni. Più dilapidi i soldi che non hai, più voti prenderai in campagna elettorale. Se James Bond aveva il diritto di uccidere, Topo Gigio Veltroni e i suoi colleghi hanno il diritto di spendere.
La Ragioneria generale dello Stato ha trovato una voragine nel bilancio del Comune di Roma. Tra debiti di 8.151 milioni di euro accumulati a fine 2007, finanziamenti sul mercato, completamento metropolitane, debiti fuori bilancio e debiti di società partecipate, il comune capitolino ha raggiunto 10.709 milioni. Un K2 alla romana.
La Ragioneria generale dello Stato ha trovato una voragine nel bilancio del Comune di Roma. Tra debiti di 8.151 milioni di euro accumulati a fine 2007, finanziamenti sul mercato, completamento metropolitane, debiti fuori bilancio e debiti di società partecipate, il comune capitolino ha raggiunto 10.709 milioni. Un K2 alla romana.
Tecnicamente parlando il comune di Roma è fallito, non potrebbe pagare i suoi impiegati.Marco Causi, assessore al bilancio nei due mandati di Veltroni, ha dichiarato: “Non abbiamo occultato un bel nulla. Nel 2001 abbiamo ereditato uno stock di debito pesante, pari a 6,1 miliardi, aggravato dagli investimenti per costruire le nuove metropolitane. E’ un bluff”. Insomma, la colpa del debito è al 60% di Er Cicoria e al 40% di Topo Gigio. Un bluff di 10 miliardi a carico dei contribuenti di tutta Italia.
Notti bianche e conti in rosso.
Gli ispettori hanno rilevato che: “L’andamento delle entrate e delle spese non garantisce la sostenibilità finanziaria nemmeno nel breve periodo”. Tremonti, senza dare troppo nell’occhio, sta finanziando con qualche centinaio di milioni di euro dello Stato le casse vuote della Capitale dei debiti.
I sindaci devono essere messi sotto controllo, non possono spendere i soldi che non hanno. Se lo fanno, paghino loro non i contribuenti. Nel2009 ci saranno le amministrative. E’ bene prepararsi da ora. Roma è solo la punta dell’iceberg.
Gli ispettori hanno rilevato che: “L’andamento delle entrate e delle spese non garantisce la sostenibilità finanziaria nemmeno nel breve periodo”. Tremonti, senza dare troppo nell’occhio, sta finanziando con qualche centinaio di milioni di euro dello Stato le casse vuote della Capitale dei debiti.
I sindaci devono essere messi sotto controllo, non possono spendere i soldi che non hanno. Se lo fanno, paghino loro non i contribuenti. Nel2009 ci saranno le amministrative. E’ bene prepararsi da ora. Roma è solo la punta dell’iceberg.
La Repubblica
21 giugno 2008
S&P: "No debiti occultati a Roma"
E il Pd: "Basta con le mistificazioni"
Gentiloni e Causi (Pd): "Ora Alemanno non ha più scusedimostri che sa governare e si assuma le sue responsabilità"
ROMA - E meno male che c'è Standard and Poor's. La più autorevole agenzia di rating, l'organismo che certifica i bilanci, infatti "assolve" e sdrammatizza l'operato del Veltroni team al Campidoglio dicendo che nei conti del Comune di Roma non ci sono debiti nascosti. E lancia un'ombra di mistificazione sulle accuse di fallimento lanciate da Berlusconi e da Alemanno. S&P infatti, blocca a 6,9 miliardi il debito del comune di Roma, la stessa fotografia dello scorso febbraio. Non una situazione rosea, certo, ma comunque distante dagli 8,1 miliardi che sta contestando Alemanno e che fanno dire a Berlusconi: "E' bancarotta". La differenza di cifre, spiegano i tecnici dell'agenzia, nasce dal fatto che "non sono considerati come debito in essere i finanziamenti concessi e non ancora utilizzati".
"Standard and Poor's cancella le accuse rumorose e gonfiate contro Veltroni e gli anni della sua amministrazione" dice Paolo Gentiloni, responsabile comunicazione del Pd. "S&P - continua - dice che i conti romani sono esattamente quelli conosciuti, non c'è nessun buco e tanto meno debiti occultati. I buchi veri ce li hanno lasciati gli amici di Alemanno, con i guasti nella sanità della regione". Quindi ora basta con la propaganda: "Alemanno, dopo aver cercato scuse per non farlo, sarà costretto a governare e dovrà dimostrare di saper mantenere le sue promesse. E Berlusconi deve smettere di cercare di delegittimare il leader del maggior partito dell'opposizione".
"E adesso basta con le mistificazioni" attacca Marco Causi, ex assessore al Bilancio in Campidoglio e ora deputato del Pd. L'agenzia americana conferma infatti in 6,9 miliardi il livello del debito comunale e afferma che la relazione della Ragioneria generale dello Stato chiesta da Alemanno "non dà nessuna informazione nuova, sono dati che già avevamo. La giunta Veltroni non ha occultato dati e il livello del debito del Comune è cresciuto durante la gestione Veltroni meno di quello nazionale e meno del tasso d'inflazione". Dal Pd si alza un coro liberatorio, da Michele Meta ("Alemanno governi e non cerchi scuse") a Giovanna Melandri ("Berlusconi non può permettersi di dare lezioni").
E il Pd: "Basta con le mistificazioni"
Gentiloni e Causi (Pd): "Ora Alemanno non ha più scusedimostri che sa governare e si assuma le sue responsabilità"
ROMA - E meno male che c'è Standard and Poor's. La più autorevole agenzia di rating, l'organismo che certifica i bilanci, infatti "assolve" e sdrammatizza l'operato del Veltroni team al Campidoglio dicendo che nei conti del Comune di Roma non ci sono debiti nascosti. E lancia un'ombra di mistificazione sulle accuse di fallimento lanciate da Berlusconi e da Alemanno. S&P infatti, blocca a 6,9 miliardi il debito del comune di Roma, la stessa fotografia dello scorso febbraio. Non una situazione rosea, certo, ma comunque distante dagli 8,1 miliardi che sta contestando Alemanno e che fanno dire a Berlusconi: "E' bancarotta". La differenza di cifre, spiegano i tecnici dell'agenzia, nasce dal fatto che "non sono considerati come debito in essere i finanziamenti concessi e non ancora utilizzati".
"Standard and Poor's cancella le accuse rumorose e gonfiate contro Veltroni e gli anni della sua amministrazione" dice Paolo Gentiloni, responsabile comunicazione del Pd. "S&P - continua - dice che i conti romani sono esattamente quelli conosciuti, non c'è nessun buco e tanto meno debiti occultati. I buchi veri ce li hanno lasciati gli amici di Alemanno, con i guasti nella sanità della regione". Quindi ora basta con la propaganda: "Alemanno, dopo aver cercato scuse per non farlo, sarà costretto a governare e dovrà dimostrare di saper mantenere le sue promesse. E Berlusconi deve smettere di cercare di delegittimare il leader del maggior partito dell'opposizione".
"E adesso basta con le mistificazioni" attacca Marco Causi, ex assessore al Bilancio in Campidoglio e ora deputato del Pd. L'agenzia americana conferma infatti in 6,9 miliardi il livello del debito comunale e afferma che la relazione della Ragioneria generale dello Stato chiesta da Alemanno "non dà nessuna informazione nuova, sono dati che già avevamo. La giunta Veltroni non ha occultato dati e il livello del debito del Comune è cresciuto durante la gestione Veltroni meno di quello nazionale e meno del tasso d'inflazione". Dal Pd si alza un coro liberatorio, da Michele Meta ("Alemanno governi e non cerchi scuse") a Giovanna Melandri ("Berlusconi non può permettersi di dare lezioni").
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