LA STAMPA
23 luglio 2008
L’obiettivo dichiarato era quello di risparmiare. Ma a volte, si sà, si esagera. Lo sanno bene i poliziotti italiani che nel 2007 si sono visti recapitare le divise nuove con la scritta «polizzia». Si, proprio polizia con due «z». Risultato: inutilizzabile tutto l’immenso stock. Cosa era successo? La pubblica amministrazione - racconta Paolo Varesi, responsabile del coordinamento per la sicurezza dell’Ugl - aveva stabilito che per le forniture gli apparati dello Stato dovevano scegliere i contratti al massimo del ribasso. Il che aveva costretto chi si occupa della fornitura del vestiario per i poliziotti ad abbandonare la ditta italiana fornitrice e a firmare il contratto - per una quantità enorme di divise - con una società polacca.
Non è andata meglio con le scarpe: nelle scatole, spesso, è stata trovata una scarpa numero 41 e una numero 44. A volte si doveva cercare nei vari magazzini per trovare due scarpe della stessa misura e foggia. Il risultato, a dir poco avvilente, ha quindi costretto la pubblica amministrazione a cancellare la norma.
Non è andata meglio con le scarpe: nelle scatole, spesso, è stata trovata una scarpa numero 41 e una numero 44. A volte si doveva cercare nei vari magazzini per trovare due scarpe della stessa misura e foggia. Il risultato, a dir poco avvilente, ha quindi costretto la pubblica amministrazione a cancellare la norma.
Visto però che i soldi erano stati spesi e che il danno era ormai fatto, al Viminale si è fatto ricorso ai fondi di magazzino degli ultimi anni. Risultato: può accadere - come rivela Paolo Varesi - di incontrare poliziotti vestiti in maniera diversa.
COMMENTO
Chi paga ?
1 commento:
Chi paga?
Domanda ovviamente retorica!
Madda
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