ANTONIO DI PIETRO
Riconosco alla Lega un impegno nel territorio e per il territorio che è stato ed è importante. Divido la Lega territoriale dalla Lega romana. Sono due realtà totalmente diverse, addirittura inconciliabili tra loro.
Vorrei ricordare che la Lega e l'Italia dei Valori sono le uniche due realtà politiche italiane, tra le mille che hanno cercato di nascere, che sono nate come “fiori spontanei di campo”. Insomma nate non per scomposizione o ricomposizione di poli, ma per il consenso dei cittadini alle battaglie che sono state portate avanti: la difesa di una territorialità da parte della Lega e la difesa dei valori da parte dell'Italia dei Valori. In questo senso, riteniamo che entrambe rappresentino le uniche vere novità del panorama politico post Tangentopoli.
Ci dispiace che la Lega di Governo, la Lega che va dal martedì al giovedì, sia totalmente diversa da quella che trovo nel territorio.
Non condivido la Lega che ieri si è seduta al tavolo dicendo “si papà” a Berlusconi, nel momento in cui ha detto che le intercettazioni si possono fare soltanto quando si è scoperto il colpevole. La domenica la Lega viene qui al Nord per dire che bisogna contrastare la delinquenza, la criminalità, gli stupri e le violenze, nostrane e straniere, per poi andare a Roma per fare delle leggi per impedire che queste violenze vengano scoperte, salvo poi dirmi all'orecchio: “avete ragione, ma non possiamo farci niente”. Allora rispondo: non venite a raccontare in Lombardia che state facendo chissà cosa. Non è questo il modo di fare.
La sicurezza, in questo momento, può essere garantita in modo serio ed efficace, ma nel governo e nella maggioranza parlamentare c'è la preoccupazione che se si dovessero emanare norme importanti in materia di sicurezza e di lotta alla criminalità finirebbero per colpire diverse persone all'interno delle istituzioni.
Non abbiamo condiviso la posizione della Lega quando ieri ha negato la richiesta di utilizzo di intercettazioni telefoniche avanzata dal Tribunale di Milano nei confronti di alcuni parlamentari. Questa non è la Lega che la domenica dice ai cittadini che a Roma ci sono persone che si fanno gli affari propri: noi questo non lo potremo mai sapere, perché, grazie anche al voto della Lega, non si potrà più indagare su questi parlamentari.
Che cosa voglio dire con tutto questo? Voglio fare un appello al cittadino del Nord: è il momento di finirla di prendere tutto per partito preso, anche quando questo riguarda la Lega stessa. Ci sono realtà con cui vogliamo dialogare, perché no? Se nel territorio ci dovessimo trovare con esponenti locali che si impegnano anima e corpo, che ogni giorno dalle 7 del mattino controllano se funziona il servizio scolastico e quant'altro, perché no? Ma se poi vediamo cosa succede a livello centrale, noi diciamo questo: d'ora in poi guarderemo le persone e i loro comportamenti in relazione a ciascuna elezione, ma non possiamo accettare di essere presi in giro da chi si è ammalato di “berlusconismo”.
Ricordo che la malattia principale del "berlusconismo" è: "dire l'esatto contrario di quello che si pensa, fare l'esatto contrario di quello che si dice e far credere ai cittadini che votando Berlusconi staranno bene, invece starà bene solo lui e qualche suo amico".
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