venerdì 13 marzo 2009

FRATELLO SOLE ... SORELLA ACQUA

di Aldo Maturo

Qualcuno ha calcolato che l’acqua che consumiamo per lavarci i denti sarebbe sufficiente ad un bambino palestinese per un giorno. Non so se è vero, ma se lo è, è drammatico. Già per S.Francesco l’acqua era creatura del Signore, insieme a frate sole, sorella luna, le stelle, frate vento e frate focu: “...utile, umile, preziosa e casta...” e in questa francescana intuizione vi è tutta la poesia di una risorsa indispensabile per la vita.

Chissà cosa direbbe oggi nel sapere che un miliardo e duecento milioni di persone, più di un abitante su cinque della Terra, non ha acqua potabile a sufficienza e che ogni anno per le malattie connesse alla mancanza d’acqua muoiono 3 milioni e mezzo di persone, due terzi delle quali sono bambini. Pensiamoci: 6.400 bambini per ogni giorno dell’anno e ogni anno!

Le proiezioni statistiche prevedono che tra circa 20 anni la metà della popolazione mondiale – oltre tre miliardi e mezzo di persone – soffrirà per mancanza d’acqua.

L’aveva già intuito Mark Twain quando sosteneva che “il whisky è per bere, l’acqua per combattersi” e una simile riflessione trova d’accordo gli studiosi preoccupati ed allarmati per lo stato delle risorse idriche mondiali. Gli osservatori più pessimisti (ma lo sono davvero?) hanno previsto catastrofiche guerre per l’accesso all’acqua - l’oro blu del XXI secolo - ma anche le caute Nazioni Unite considerano la crisi dell’acqua il problema più serio del nostro Pianeta.

A conferma delle previsioni, invero, già oggi sono in atto diversi conflitti per l’accesso o il controllo dell’acqua. Non è un caso se in Israele, ad esempio, l’acqua dipende dal Ministero dell’Agricoltura mentre in Palestina dal Ministero della Difesa, se la Turchia fa di tutto per controllare le acque del Tigri e dell’Eufrate in competizione con la Siria e l’Iraq e se non sono da sottovalutare le tensioni tra Egitto, Etiopia e Sudan per problemi legati all’accesso di sorgenti idriche.

E questo nonostante che l’80 % del pianeta sia ricoperto d’acqua che forma un serbatoio naturale di un miliardo e quattrocento milioni di chilometri cubi contenuta negli oceani o imprigionata nelle nevi e nei ghiacciai permanenti. Solo che è quasi tutta salata e dobbiamo dire ancora una volta grazie al “fratello sole” se riusciamo ad avere acqua dolce. E’ infatti grazie all’evaporazione che vengono prelevate dagli oceani milioni di metri cubi di acqua che ricadono sulla terra sotto forma di pioggia e di neve che a loro volta alimentano le riserve idriche del pianeta utilizzate per uso alimentare, agricolo ed industriale.

Tutte le sere davanti alla TV guardiamo le previsioni meteo, che sono definite cattive se è prevista la pioggia. In realtà se pensassimo che l’acqua sulla terra è il 40% in meno di trent’anni fa e che il nostro pianeta è rimasto a secco e non ce ne siamo accorti, per il bene dei nostri figli dovremmo augurarci la pioggia tutti i giorni. Solo nel Mediterraneo, negli ultimi decenni, vi è stata una diminuzione delle precipitazioni estive pari al 20% cui si è aggiunto un aumento della temperatura di un grado e mezzo.

Le Agenzie internazionali che si occupano di ambiente da tempo hanno avvertito che stiamo consumando più acqua di quanto la Terra può darci. I nostri abituali digiunatori mediatici sanno bene che senza cibo possono vivere un mese ma senz’acqua difficilmente supererebbero la settimana.

Di fronte alla serietà del problema noi italiani siamo ottimisti e disincantati - o forse più incoscienti - se è vero che con circa 237 litri pro capite giornalieri siamo primi in Europa per consumo di acqua e ci piazziamo in un “brillante” terzo posto a livello mondiale dopo il Canada e gli Stati Uniti. Nonostante tutto un italiano su tre nel periodo estivo, soprattutto nelle regioni costiere e in quelle meridionali e insulari, ha meno acqua di quanto gliene serva, anche meno di 50 litri che sono la soglia accettabile di vita per l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Ma non ci fidiamo troppo dei nostri acquedotti visto il consumo di acqua minerale, di cui siamo i primi consumatori al mondo con 160 litri a testa: l’acqua da bere per noi deve essere rigorosamente in bottiglia e un italiano su due beve solo acqua minerale. In tal modo contribuiamo in maniera determinante ad alimentare un giro d’affari di 2500 miliardi di euro l’anno, tanti quanti girano intorno all’acqua minerale e sarà l’appetito per tale torta a spingere alcune società ad imbottigliare e vendere anche altre acque che è un po’ come comprare in bottiglia quello che si può avere dal rubinetto.

E’ un problema tremendamente serio, che trascuriamo solo perché manca una cultura dell’acqua, fonte insostituibile di vita considerata erroneamente un giacimento da sfruttare. Dimentichiamo invece che è un bene comune, un patrimonio dell’umanità e di tutti gli organismi viventi perché da lei dipenderà nei prossimi anni lo sviluppo sociale ed economico dei popoli.

Quando apriamo un rubinetto pensiamo a quanta acqua sprechiamo. E’ necessario lasciar scorrere l’acqua per tutto il tempo che facciamo la barba o basterebbe aprirla solo per bagnare il pennello o pulire il rasoio? E’ necessario lasciar scorrere l’acqua mentre laviamo i denti o basterebbe sciacquare solo lo spazzolino? E’ necessario scaricare ogni volta tutta la vaschetta del water (circa 10 litri) o non sarebbe meglio spingere il pulsante quanto basta o mettere le vaschette a doppio scomparto o a leva, da utilizzare in base alla necessità?

E’ necessario fare ogni volta il bagno in vasca con 100 litri d’acqua o basterebbe una doccia con un consumo di 30 litri? E’ meglio lavare la frutta e le verdure sotto un getto potente, continuo, quanto inutile, o lavarla in bacinella con il vantaggio di poter utilizzare anche un disinfettante e dare solo l’ultimo risciacquo sotto il rubinetto?
L’elenco può continuare ed ognuno di noi può aggiungere una voce al decalogo con un pensiero rivolto ai milioni di persone che ogni giorno sperano di disporre di pochi litri d’acqua per sopravvivere. Impariamo ad amare l’acqua, ad apprezzarla, goccia a goccia. Non è inesauribile. La natura ce la sta sottraendo poco a poco ma l’uomo gli ha dato e gli sta dando una gran mano.

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