domenica 8 marzo 2009

Inadeguato a gestire la crisi

ANTONIO DI PIETRO
7 Marzo 2009

Ieri ero a Napoli per incontrare le maestranze della Fiat, Tirrenia, Atitech, Selfim Ibm, Telecom, ed altre voci della crisi occupazionale che da mesi investe l’Italia. Nessuno di loro è contento di essere in cassa integrazione, si sentono umiliati. Ricevere soldi, anche solo per qualche mese, senza lavorare, per gente che si è alzata negli ultimi trent’anni alle quattro della mattina per l’azienda in cui hanno creduto non basta.


Ieri il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, appariva giustamente preoccupato per la crisi. JPMorgan, in una classifica apparsa su ‘Repubblica’ ci indica come il prossimo Paese in odore di default, di fallimento. Nonostante tutto Silvio Berlusconi oggi tappa la bocca a Tremonti tacciandolo di “catastrofista” e commissariandolo nella gestione del fondo per la ripresa.


Dalla sua tenuta di Arcore il presidente del Consiglio aggiunge che la crisi c’è, ma non è tragica. Siamo un passo avanti, fino a ieri non esisteva neppure. Difatti il governo si è occupato per mesi delle vicende personali del Presidente del Consiglio e dei dirigenti di partito, tra Lodo Alfano e le intercettazioni salva politici.


Silvio Berlusconi è inadeguato a gestire la crisi perché non ne ha preso coscienza, si è troppo arricchito, è troppo distante dalla gente, il massimo aiuto che può dare agli italiani è regalare pacchi di pasta in piazza San Babila trattando i cittadini come pezzenti.


Lo dimostra l’ultimo assalto alla diligenza: il finanziamento del ponte di Messina sarà annoverato tra i favori agli amici di Impregilo se il Paese fallirà. Sorvolo sulla tratta TAV Genova-Alessandria, che è pura menzogna.


Servono opere immediatamente cantierabili che portino reali posti di lavoro subito. Parlare di opere faraoniche, avviabili non prima di quattro o cinque anni, accelera solo le previsioni di JPMorgan, anche se sblocca i finanziamenti per gli amici del quartierino.

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