ANTONIO DI PIETRO
Pubblico uno stralcio dell'intervista rilasciata durante la trasmissione "Chiaro e tondo", in onda il 10 marzo 2009 su Rai3.
Bianca Berlinguer: Come mai, secondo lei, nonostante la crisi economica sempre più grave, la popolarità del Presidente del Consiglio è sempre stabile o addirittura in ascesa?
Antonio Di Pietro: Non mi occupo della popolarità del Presidente del Consiglio. Mi occupo dei problemi di questo Paese e sono convinto che in questo momento bisogna scegliere delle priorità su come utilizzare i fondi. Perché contesto il Presidente del Consiglio? Non solo e non tanto perché si chiama Berlusconi, ma perché toglie ai poveri e dà ai ricchi, perché dà spazio alle lottizzazioni abusive, perché dà spazio all'evasione fiscale, perché dà spazio alle grandi opere faraoniche che non servono a niente se non a “magnificare se stesso”, come si diceva una volta a quei tempi, e perché addirittura ritiene, come ha detto oggi, che il Parlamento serve cosi poco che basta una persona sola, in nome di tutto il partito, per votare. Rispetto a tutto questo, se permette, noi dell'Italia dei Valori crediamo che al primo posto dobbiamo mettere la lotta alla precarietà, la lotta alla disoccupazione, e il rilancio dell'economia.
Bianca Berlinguer: Lei si riferisce alla proposta che ha fatto oggi Berlusconi: che a votare possa essere, in caso di riforma dei regolamenti della Camera, solo il capogruppo, e se altri dello stesso gruppo non fossero d'accordo, possono venire a votare.
Antonio Di Pietro: C'è un problema: a volte non si vota come si dovrebbe votare perché ci sono dei truffatori, come quelli del gioco delle tre carte che con due mani riescono a votare per tre. Siccome bisogna eliminare tutto questo, perché è una volgarità squallida, invece di buttare fuori dal Parlamento queste persone, vuole mandarci uno solo a votare anche per quelli. Invece di dire che la rapina è un reato basta dire che la rapina è una virtù.
Bianca Berlinguer: Fini ha detto che l'ipotesi che Silvio Berlusconi possa diventare Presidente della Repubblica è tutt'altro che remota visto che ha consenso personale e popolare. Se dovesse succedere, che cosa farà?
Antonio Di Pietro: Noi dell'Italia dei Valori ci siamo opposti da sempre a questo modello di Governo, ripeto, non in maniera preconcetta, anche se penso che Berlusconi stia alla democrazia come Fede all'informazione, però lo facciamo in via ragionata perché ci rendiamo conto che, sui problemi economici, non si occupa delle fasce sociali più deboli, ma semplicemente, risolve i problemi di coloro che sono i più furbi, i più forti.
Bianca Berlinguer: Ma se dovesse diventare Presidente della Repubblica, lei che farà?
Antonio Di Pietro: Noi dell'Italia dei Valori stiamo facendo quello che dovrebbe fare qualsiasi persona che si trova al fronte: evitare che un nuovo Saddam Hussein si impossessi del Paese.
Bianca Berlinguer: Addirittura? Non pensa che paragonandolo a Saddam Hussein, facendo un paragone cosi estremo, finisce solo per fare il suo gioco?
Antonio Di Pietro: Quindi, per non fare il suo gioco bisogna fare come in quella parabola in cui l'agnellino che viene trattato male dal lupo deve dire “grazie grazie lupo, va tutto bene”.
Bianca Berlinguer: Ma non le sembra un paragone...
Antonio Di Pietro: Non è una questione di paragoni. Torno a ripetere: vuol fare il Presidente del Milan? Faccia il proprietario del Milan. Vuole fare il proprietario del sistema d'informazione? Faccia il proprietario del sistema d'informazione. A me serve, in questo momento in cui sto parlando ai cittadini, far comprendere come l'economia del nostro Paese non va bene, semplicemente perché ci sono troppe persone che non pagano le tasse e si fanno le leggi sull'evasione fiscale e sul falso in bilancio.
Bianca Berlinguer: L'Italia dei Valori ha proposto, se dovessero passare, referendum contro la legge sulle intercettazioni e contro quella sul testamento biologico. Non le sembra che sia un po rischioso indire questi referendum visto che gli ultimi che ci sono stati non hanno raggiunto il quorum?
Antonio Di Pietro: Certo, non hanno raggiunto il quorum perché ci sono dei preti spretati che, invece di dire ai cittadini di andare a votare e scegliere secondo coscienza, gli dicono di non andare a votare, cosi non raggiungono il quorum e anche se il 90% di quelli che sono andati a votare la pensano come la penso io, non fanno valere il risultato. Ecco perché, noi dell'Italia dei Valori, abbiamo presentato questa mattina una mozione in Parlamento, prima ancora di fare un referendum, per quanto riguarda l'assegno di disoccupazione e il contratto di solidarietà. Prima di fare un referendum sulle questioni sociali ed economiche vogliamo impegnare il governo perché, almeno con riferimento alla crescente disoccupazione, faccia un contratto di solidarietà: meno ore di lavoro per tutti, ma che tutti lavorino senza finire per strada.
Bianca Berlinguer: Invece per quanto riguarda le intercettazioni ed il testamento biologico, se dovessero passare cosi come sono, lei conferma i referendum?
Antonio Di Pietro: Lo confermo, perché ritengo che ognuno ha diritto a vivere dignitosamente e anche di morire dignitosamente. Lo confermo perché ritengo che le intercettazioni siano uno strumento per scoprire gli assassini, i delinquenti, i criminali, e quindi eliminarle sia una cosa inutile.
Bianca Berlinguer: Ultima domanda sul Partito Democratico. Da quando Franceschini è subentrato a Veltroni lei ha attenuato le sue critiche. Franceschini le piace più di Veltroni?
Antonio Di Pietro: Franceschini e Veltroni non sono persone che combatto e contrasto sul piano personale.
Bianca Berlinguer: Parliamo della linea di Franceschini allora?
Antonio Di Pietro: Se permette parlerei della linea di Di Pietro e dell'Italia dei Valori. Noi abbiamo qualcosa da dire, da dare e da fare per questo Paese. In questo momento la linea dell'Italia dei Valori è una linea che va su un doppio binario: da una parte aprire gli occhi all'opinione pubblica attraverso la Rete e attraverso le manifestazioni di piazza per far capire ai cittadini cos'è questo governo Berlusconi, e dall'altra costruire un'alternativa di governo su base programmatica con coloro che, nell'area riformista, Partito Democratico compreso, ci stanno. In un’ottica di questo genere, non voglio perdere un minuto a fare guerra tra alleati, ma voglio impegnare tutto il mio tempo a costruire un'alternativa a questo modello di governo che toglie ai poveri per dare ai ricchi.
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