WASHINGTON - L'Iran ha abbastanza materiale per realizzare una bomba atomica. Lo ha detto il comandante dello Stato Maggiore interforze statunitense, ammiraglio Mike Mullen. "Penso, francamente, che siano in grado di farla - ha detto in un'intervista alla Cnn - e un Iran con l'atomica, ne sono convinto da tempo è una notizia molto, molto brutta, per la regione e per il mondo". Stando a un rapporto stilato due settimane fa dall'Aiea, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, l'Iran ha accumulato una riserva di combustibile nucleare di cui - secondo le diplomazie occidentali - ha dato conto alla comunita internazionale solo per un terzo.
Lo scorso 25 febbraio sono iniziati i test per l'entrata in funzione della prima centrale nucleare iraniana, costruita dalla Russia. Teheran ha annunciato che non rallenterà il suo programma atomico, e in particolare l'arricchimento dell'uranio. "Una cattiva notizia" per il mondo intero, l'ha definita Israele, che accusa l'Iran di nascondere un programma atomico militare dietro a quello civile per la produzione di energia.
Il capo dell'Organizzazione iraniana per l'energia atomica, Gholamreza Aqazadeh, ha detto che i test dovrebbero durare ancora fra i quattro e i sette mesi. L'avvio dell'impianto, con un reattore da 1.000 megawatt che i tecnici russi hanno realizzato in base a un contratto stipulato nel 1995, è stato più volte rinviato negli ultimi anni. Mosca ha giustificato i ritardi con problemi tecnici o di pagamenti da parte iraniana. Secondo molti osservatori, sui rinvii avrebbe pesato il braccio di ferro fra Teheran e la comunità internazionale, in particolare l'Occidente, sul programma nucleare della repubblica islamica, che rifiuta di sospendere l'arricchimento dell'uranio, come chiesto dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu.
Quanto all'arricchimento dell'uranio nell'impianto iraniano di Natanz, Aqazadeh ha detto che questa attività continua senza variazioni, nonostante nel suo ultimo rapporto l'Aiea abbia rilevato un rallentamento nel numero delle centrifughe supersoniche aggiunte negli mesi recenti. Al momento, ha detto Aqazadeh, a Natanz sono in funzione seimila centrifughe, che Teheran intende aumentare a 50 mila entro i prossimi cinque anni, per alimentare una serie di altre centrali che prevede di costruire.
Pochi giorni fa, alle Nazioni Unite, l'ultimo botta e risposta fra Stati Uniti e Iran. L'ambasciatore Usa al Palazzo di Vetro, Susan Rice, durante un dibattito sull'Iraq al Consiglio di sicurezza, aveva detto che Washington cercherà di porre fine alle "ambizioni nucleari" della repubblica islamica. Secca la risposta in una lettera del suo collega iraniano, l'ambasciatore Mohammad Khazaee, che si lamentava perché il "formato della riunione" non aveva permesso alla sua delegazione di parlare al Consiglio e aveva respinto le "accuse senza fondamento" pronunciate dalla Rice.
Il programma nucleare della repubblica islamica, ha scritto Khazaee, "è stato, è e rimane assolutamente pacifico", l'Iran "non ha mai provato e non proverà mai ad acquisire armi nucleari", quelle della Rice sono "accuse già usate in maniera futile e ingiustificata dalla precedente amministrazione Bush" e Teheran, ha concluso, "ha sempre condannato il terrorismo, in tutte i suoi aspetti e manifestazioni".
(1 marzo 2009)
Lo scorso 25 febbraio sono iniziati i test per l'entrata in funzione della prima centrale nucleare iraniana, costruita dalla Russia. Teheran ha annunciato che non rallenterà il suo programma atomico, e in particolare l'arricchimento dell'uranio. "Una cattiva notizia" per il mondo intero, l'ha definita Israele, che accusa l'Iran di nascondere un programma atomico militare dietro a quello civile per la produzione di energia.
Il capo dell'Organizzazione iraniana per l'energia atomica, Gholamreza Aqazadeh, ha detto che i test dovrebbero durare ancora fra i quattro e i sette mesi. L'avvio dell'impianto, con un reattore da 1.000 megawatt che i tecnici russi hanno realizzato in base a un contratto stipulato nel 1995, è stato più volte rinviato negli ultimi anni. Mosca ha giustificato i ritardi con problemi tecnici o di pagamenti da parte iraniana. Secondo molti osservatori, sui rinvii avrebbe pesato il braccio di ferro fra Teheran e la comunità internazionale, in particolare l'Occidente, sul programma nucleare della repubblica islamica, che rifiuta di sospendere l'arricchimento dell'uranio, come chiesto dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu.
Quanto all'arricchimento dell'uranio nell'impianto iraniano di Natanz, Aqazadeh ha detto che questa attività continua senza variazioni, nonostante nel suo ultimo rapporto l'Aiea abbia rilevato un rallentamento nel numero delle centrifughe supersoniche aggiunte negli mesi recenti. Al momento, ha detto Aqazadeh, a Natanz sono in funzione seimila centrifughe, che Teheran intende aumentare a 50 mila entro i prossimi cinque anni, per alimentare una serie di altre centrali che prevede di costruire.
Pochi giorni fa, alle Nazioni Unite, l'ultimo botta e risposta fra Stati Uniti e Iran. L'ambasciatore Usa al Palazzo di Vetro, Susan Rice, durante un dibattito sull'Iraq al Consiglio di sicurezza, aveva detto che Washington cercherà di porre fine alle "ambizioni nucleari" della repubblica islamica. Secca la risposta in una lettera del suo collega iraniano, l'ambasciatore Mohammad Khazaee, che si lamentava perché il "formato della riunione" non aveva permesso alla sua delegazione di parlare al Consiglio e aveva respinto le "accuse senza fondamento" pronunciate dalla Rice.
Il programma nucleare della repubblica islamica, ha scritto Khazaee, "è stato, è e rimane assolutamente pacifico", l'Iran "non ha mai provato e non proverà mai ad acquisire armi nucleari", quelle della Rice sono "accuse già usate in maniera futile e ingiustificata dalla precedente amministrazione Bush" e Teheran, ha concluso, "ha sempre condannato il terrorismo, in tutte i suoi aspetti e manifestazioni".
(1 marzo 2009)
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