VARSAVIA - «La risposta è ovvia». Silvio Berlusconi prende posizione in vista del referendum del 21 giugno sulla legge elettorale. «Non sono masochista» confida ai cronisti rientrando in albergo a Varsavia dopo la cena conclusiva del vertice intergovernativo Italia-Polonia. «Il referendum - spiega - dà il premio di maggioranza al partito più forte. Vi sembra che io possa votare no? Va bene tutto, ma non si può pensare di essere masochisti».
LEGA SCONTENTA - Il premier precisa che la questione aperta con il referendum «non l'abbiamo posta noi, ma si può domandare all'avvantaggiato di votare no ad un vantaggio che altri gli regalano e che potrebbe essere confermato dal popolo?». A chi gli fa notare che la Lega Nord, alleata del Pdl, è contraria al referendum, il premier risponde: «Ci credo, anche io se fossi leghista non sarei d'accordo«.
CARTA - E le riforme costituzionali?. «Non c'è un solo articolo nella Costituzione - sostiene il presidente del Consiglio - che dica che è necessario il concorso dell'opposizione». «La maggioranza è sempre aperta ad una discussione e a un confronto fresco con l'opposizione» premette Berlusconi, che però aggiunge: «Strano che da parte dell'opposizione oggi arrivino certe richieste», come quella di cambiare la Costituzione solo con il suo accordo. A questa affermazione Berlusconi «obietta» che, tanto per iniziare, «non c'è una norma che preveda questo»; secondo, che è la stessa Costituzione a prevedere modalità di cambiamento e, soprattutto che «non c'è un solo articolo nella Carta costituzionale che dica che è necessario il concorso dell'opposizione». Inoltre, ricorda il premier parlando nella hall dell'albergo di Varsavia che lo ospita, l'opposizione non deve dimenticare di aver cambiato il titolo V della Costituzione con «soli quattro voti di scarto», un gesto che non è stato «apprezzato» dall'attuale maggioranza.
CANDIDATURE - Il premier affronta anche il tema delle candidature del Pdl: «La polemica che si è fatta è deludente. Le candidature che ho letto sui giornali sono quasi tutte inventate. Se una persona però ha una o due lauree e conosce due o tre lingue, solo perché è andata in tv o ha fatto cose nell'informazione o nello spettacolo gli viene preclusa la politica». «Si dice sempre - prosegue - che il 50% debbano essere donne, poi quando vai a prendere delle candidate, che non ho scelto io e che sono venute a fare un corso, polemizzare per il semplice motivo che hanno un aspetto gradevole è di una delusione totale. Io escludo che ci sia una candidatura che non sia stata già attiva in An o in Forza Italia. Aspettiamo le liste. Io - conclude - faccio da supporter per Laura Comi, è bravissima e ha deciso di candidarsi alle Europee».
28 aprile 2009
LEGA SCONTENTA - Il premier precisa che la questione aperta con il referendum «non l'abbiamo posta noi, ma si può domandare all'avvantaggiato di votare no ad un vantaggio che altri gli regalano e che potrebbe essere confermato dal popolo?». A chi gli fa notare che la Lega Nord, alleata del Pdl, è contraria al referendum, il premier risponde: «Ci credo, anche io se fossi leghista non sarei d'accordo«.
CARTA - E le riforme costituzionali?. «Non c'è un solo articolo nella Costituzione - sostiene il presidente del Consiglio - che dica che è necessario il concorso dell'opposizione». «La maggioranza è sempre aperta ad una discussione e a un confronto fresco con l'opposizione» premette Berlusconi, che però aggiunge: «Strano che da parte dell'opposizione oggi arrivino certe richieste», come quella di cambiare la Costituzione solo con il suo accordo. A questa affermazione Berlusconi «obietta» che, tanto per iniziare, «non c'è una norma che preveda questo»; secondo, che è la stessa Costituzione a prevedere modalità di cambiamento e, soprattutto che «non c'è un solo articolo nella Carta costituzionale che dica che è necessario il concorso dell'opposizione». Inoltre, ricorda il premier parlando nella hall dell'albergo di Varsavia che lo ospita, l'opposizione non deve dimenticare di aver cambiato il titolo V della Costituzione con «soli quattro voti di scarto», un gesto che non è stato «apprezzato» dall'attuale maggioranza.
CANDIDATURE - Il premier affronta anche il tema delle candidature del Pdl: «La polemica che si è fatta è deludente. Le candidature che ho letto sui giornali sono quasi tutte inventate. Se una persona però ha una o due lauree e conosce due o tre lingue, solo perché è andata in tv o ha fatto cose nell'informazione o nello spettacolo gli viene preclusa la politica». «Si dice sempre - prosegue - che il 50% debbano essere donne, poi quando vai a prendere delle candidate, che non ho scelto io e che sono venute a fare un corso, polemizzare per il semplice motivo che hanno un aspetto gradevole è di una delusione totale. Io escludo che ci sia una candidatura che non sia stata già attiva in An o in Forza Italia. Aspettiamo le liste. Io - conclude - faccio da supporter per Laura Comi, è bravissima e ha deciso di candidarsi alle Europee».
28 aprile 2009
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