sabato 26 settembre 2009

Clandestini, Maroni: "Non applicare la legge è reato". Fischi alla Cattolica


«La legge sulla clandestinità è chiara, la capisce anche un bambino di sei anni», tuona il ministro dell'Interno Roberto Maroni, in difesa delle sue norme-sicurezza. E all'attacco dei giudici che nell'interpretazione della legge trovano spazio per non considerare la clandestinità reato: «Non possiamo accettare che i magistrati la interpretano in un modo o in un altro - minaccia Maroni -, il Csm deve intervenire oppure devono farlo altri giudici. Non applicare la legge è un reato», scandisce così nel suo intervento alla prima Festa nazionale del Pdl in corso a Milano.

Parole inaccettabili, avverte il presidente dell'Associazione nazionale magistrati Luca Palamara, che ricorda al titolare del Viminale: «I magistrati devono essere liberi di applicare e interpretare le leggi secondo Costituzione. Questa non è disapplicazione. Ad essere inaccettabili sono le parole del ministro».

Stamattina il responsabile del Viminale è stato contestato da un gruppo di persone presenti alla seconda conferenza nazionale sull'immigrazione in corso all'Università Cattolica di Milano. Mentre il ministro stava affrontando il tema dei minori non accompagnati, circa sette persone tra il pubblico si sono alzate in piedi e lo hanno interrotto gridando 'buffone, no all'identificazione, no ai respingimenti". Questa la replica di Maroni: "Avete fatto il vostro show, grazie per il contributo".

Scontro aperto, già nei giorni scorsi. Da una parte le accuse della maggioranza: vogliono politicizzare e boicottare le nuove norme sull'immigrazione. Dall'altra, l'altolà dell'Anm: è «inammissibile confondere la libera espressione delle idee con presunti complotti volti al boicottaggio di una legge». «I magistrati italiani sono tenuti ad applicare sempre e con rigore le leggi delle Stato, a cominciare dalla legge fondamentale, la Costituzione, alla quale tutti i poteri sono soggetti», aveva già spiegato l'Anm.

E oggi il nuovo affondo del ministro dell'Interno. Le leggi «vengono fatte dal Parlamento e la magistratura deve applicarle. È ovvio che qualunque cosa si faccia c'è sempre qualcuno che è contrario; ma è strano se questo qualcuno sono i magistrati». «Vuole ridurre i magistrati a burocrati», attacca il Pd. «Forse Maroni non ha ancora imparato che il fondamento della democrazia è la separazione dei poteri e che nella nostra Costituzione la magistratura è autonoma e indipendente», avverte Rosi Bindi. «Maroni Lasci perdere i magistrati - attacca Lanfranco Tenaglia - e si concentri sul fatto che la norma sugli immigrati e tecnicamente inapplicabile: una legge porcata, fatta male e incostituzionale, che produce solo aggravi per i tribunali».

Parla di «propaganda» il vicepresidente dei deputati del Pd Gianclaudio Bressa, sottolineando che «le tante difficoltà della magistratura ad applicare la legge» danno il senso «del fallimento della politica di Berlusconi». E il segretario del Prc Paolo Ferrero aggiunge: «invece di continuare a riempirsi la bocca attaccando i magistrati, Maroni pensi a sciogliere per infiltrazioni mafiose i consigli comunali di Fondi e Paternò, atto che i prefetti hanno chiesto da mesi».

25 settembre 2009

2 commenti:

Francy274 ha detto...

Una massa d'ignoranti che emana leggi tanto da esservici incartata dentro. Ciò che trovo sbagliato in Italia è la facilità con cui si può arrivare a simili cariche istituzionali senza la minima conoscenza della Costituzione.
In altri Paesi, realmente democratici, ogni politico, iniziando dal Sindaco, deve conoscere la Costituzione.
Mi piacerebbe una bella intervista ai vari politici di destra e sinistra sugli articoli costituzionali italiani, l'unico a rispondere, sono sicura, sarebbe solo Antonio Di Pietro.
Come si possono varare leggi senza conoscere la Costituzione? Se la prendono con i Giudici quando a creare casini sono proprio questi fiori di giaggioli al potere.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

NON CREDO SIA COME LA PENSI TU.
BOBO MARONI E' UN AVVOCATO, GHEDINI ADDIRITTURA UN PENALISTA ANCHE BRAVO.
LE MOSTRUOSITA' GIURIDICHE CHE DICONO NON SONO FRUTTO DI IGNORANZA MA DI MALAFEDE.
SONO A BENEFICIO DI CHI NON SE NE INTENDE E SI BEVE TUTTE LE FESSERIE CHE VENGONO DETTE COME FOSSERO VERITA' RIVELATE.