"Dobbiamo evitare il nove a quattro"
di FRANCESCO BEI
La sirena a palazzo Grazioli ha iniziato a suonare dopo gli ultimi sondaggi: il rischio che le regionali possano essere una Caporetto per il Pdl a questo punto è più che concreto. A meno di una sterzata, come quella che appunto sta cercando di imprimere il Cavaliere alzando i toni dello scontro, a fine marzo il tabellone segnerà soltanto 4 regioni alla maggioranza contro 9 all'opposizione.
A dispetto del pronostico di Ignazio
Reagire è quindi l'imperativo, invertire la rotta prima che i dati si consolidino. Il Cavaliere lo fa a modo suo, caricando la campagna con accuse ai giudici e all'opposizione "sovietica" e, di fatto, sostituendo se stesso ai candidati governatori. Ci vorrebbe qualche provvedimento da spendersi in campagna elettorale, ma Giulio Tremonti resta una sfinge. Tanto che ieri mattina, sedendosi al grande tavolo del ministero dell'Economia insieme a "Giulio", il premier l'ha fulminato con il sorriso sulle labbra: "L'ampiezza di questo tavolo è l'emblema della distanza che c'è tra il tuo ministero e il Paese".
Dunque occorre una mobilitazione generale. "Non potrò andare dappertutto - ha spiegato ai senatori - ma cercherò di fare molte conference call. Il problema è la sicurezza: dovunque vada mi aspettano 50-60 contestatori organizzati". L'altra emergenza è la manifestazione di Roma. A chi la deve organizzare stanno venendo i sudori freddi per il rischio flop, visto che piazza San Giovanni senza 300 mila persona sembra vuota. "L'altra volta - si sfoga uno dei capi Pdl - ci sono voluti 3 mesi di tempo. Ora abbiamo appena dieci giorni". Il problema è anche la "freddezza" degli elettori: "Mentre contro Prodi e Visco era molto facile portare la gente in piazza - confessa un ex forzista del Nord - adesso dovremmo rinunciare all'ultimo week end di campagna elettorale per venire a Roma a manifestare a favore della Polverini". Denis Verdini, coordinatore nazionale del Pdl, in un corridoio dell'hotel Hilton ammette che "riempire San Giovanni è una grossa sfida... ma siamo il Pdl no? Siamo grossi".
L'altro problema resta il rapporto con Gianfranco Fini. Ricevendo a cena i senatori, giacché alcuni provenivano da An, Berlusconi li ha tranquillizzati: "Con Gianfranco ho un rapporto più che decennale. Quando c'è un problema ci parliamo e mettiamo tutto a posto". Giorni fa tuttavia, scherzando con Ignazio
(12 marzo 2010)
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