Il cda Rai prende tempo e conferma, a maggioranza, la linea sullo stop ai talk show in vista delle prossime elezioni regionali. Secondo il consiglio di amministrazione, tocca alla Commissione di Vigilanza decidere se ripristinare i dibattiti politici televisivi. «Alla luce delle ordinanze del Tar - si legge in una nota - in relazione alla regolamentazione in materia di informazione e comunicazione politica in periodo elettorale, il Consiglio di Amministrazione della Rai, dopo un ampio dibattito, ha approvato a maggioranza la delibera con la quale ha dato mandato al Direttore Generale di acquisire al più presto dalla Commissione Parlamentare per l'Indirizzo Generale e
GARIMBERTI - Il presidente della Rai, Paolo Garimberti, si dice amareggiato «per la divisione», evidente in seno al Consiglio, e «per la mancata ripresa dei talk show». Garimberti si era già detto favorevole a riprendere le trasmissioni sospese e ritiene abbastanza frustrante che si sia ancora appesi su questa vicenda, con il tempo che non gioca a favore. Il presidente Rai auspicava che la lettera del presidente dell'Agcom, Corrado Calabrò, potesse sbloccare la situazione. Calabrò nella missiva informava di aver scritto anche alla Commissione Parlamentare di Vigilanza per le valutazioni del caso e ricordava alla Rai l'invito a riconsiderare la decisione sulla sospensione delle trasmissioni. Naturalmente, sottolineano le stesse fonti, il Presidente Rai si rimette come sempre alla decisione della maggioranza del Consiglio, anche se auspicava «un segnale interno ed esterno di una maggiore reattività e senso pratico».
LE RAGIONI DEL NO - «Esprimiamo il nostro voto contrario perché si tratta di una decisione dilatoria che non sana la forzatura di interpretazione del regolamento compiuta quando a maggioranza fu decisa la sospensione di quattro trasmissioni di approfondimento» scrivono, in una nota congiunta, i consiglieri Rai Rodolfo De Laurentiis, Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten. «L'ordinanza del Tar sulla delibera dell'Agcom e l'invito della stessa Autorità di Garanzia a riconsiderare la delibera assunta dal Cda - aggiungono - avrebbero dovuto indurre
IL PDL - «La decisione del Consiglio di amministrazione Rai è corretta sia nel metodo (nel riconoscere che, allo stato, un regolamento c'è, ed è quello, peraltro positivo, approvato dalla Commissione di vigilanza) sia nel merito» afferma però il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone. «Da questo punto di vista, delle due l'una. O i conduttori si impegnavano a rispettare il regolamento della Vigilanza e quindi a garantire una effettiva parità di condizioni tra i soggetti in campo (cosa che non è avvenuta, visto che, Santoro in testa, questi signori rivendicavano il diritto a fare come gli pare), oppure l'Italia avrebbe dovuto subire delle corride televisive senza regole, faziose e di parte, affidate a troppi conduttori militanti», aggiunge. «È stato o no il signor Santoro, con relativi monologhi di Travaglio, a costruire intere trasmissioni sulle pseudo-rivelazioni di Spatuzza, quello che ha sciolto un bambino nell'acido, o su quelle di Ciancimino junior? O forse qualcuno voleva, e magari vorrebbe ancora, chiudere la campagna elettorale con gli auguri di Pasqua di Santoro a Spatuzza, dopo gli auguri televisivi dello scorso Natale?», conclude.
IL PD - L'ex ministro Paolo Gentiloni, presidente del Forum Ict del Pd, attacca invece la decisione del cda Rai contro la ripresa dei talk show politici. «
Redazione online
15 marzo 2010
1 commento:
A QUESTO PUNTO APPARE EVIDENTE CHE E' TUTTA UNA QUESTIONE DI PALLE: CHI CE L'HA E CHI NO!
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