di Bruno Tinti
Obbiettivamente sono dei gran lavoratori: in pochi giorni Dl salva liste e legittimo impedimento; tra poco processo breve e blocco delle intercettazioni; subito dopo Lodo Alfano costituzionale. Fatta eccezione per il salva liste, tutto il resto serve per garantire l’immunità a B.
Per un po’ si sono esercitati sul codice penale: B è imputato di falso in bilancio? E noi diciamo che non è reato.
B è imputato di corruzione? E noi dimezziamo i termini di prescrizione, così non lo possono condannare.
A un certo punto questo sistema non ha funzionato più: non si poteva dire alla gente che la corruzione e la frode fiscale non sono reato; a tutto c’è un limite.
Così si è deciso di percorrere la strada dell’immunità personale: B non è come gli altri, B non può essere processato. E qui è partita una strategia diabolica, forse all’inizio non consapevole; ma certo, dopo un po’, è diventato chiaro a tutti che funzionava, eccome se funzionava.
Lodo Schifani, 22 giugno 2003; dichiarato incostituzionale il 20 gennaio 2004. Sei mesi di stasi processuale.
Lodo Alfano, 26 giugno 2008; dichiarato incostituzionale il 7 ottobre 2009. Un anno e tre mesi di stasi processuale.
Legittimo impedimento, 10 marzo 2010; sarà dichiarato incostituzionale presumibilmente nel corso della prima metà del 2011: un anno e qualche mese di stasi processuale.
Fra qualche giorno, processo breve, anzi processo morto (come dice Travaglio). E poi blocco delle intercettazioni (anche questi incostituzionali).
Nel frattempo, tutti al lavoro per il Lodo Alfano Costituzionale, quello che, dovrebbe assicurare a B l’immunità in via definitiva.
Certo, anche le leggi di revisione costituzionale sono soggette a giudizio di costituzionalità, soprattutto per violazione dell’art. 3. Ma poco importa; anche qui, tra una cosa e l’altra, un paio d’anni di stasi processuale saranno garantiti.
Insomma, a furia di leggi consapevolmente incostituzionali, di processare B prima che lo processi Domineddio possiamo scordarcelo: un anno di stasi qui, due anni là; il tempo vola.
A meno che …
A meno che il Presidente della Repubblica non decida che è ora di finirla. E non perché gli ripugni l’impunità che B si procura abusando della sua carica e tradendo i suoi doveri (magari sì). Ma perché queste leggi sono palesemente incostituzionali. Ora è vero che i messaggi che arrivano da B&C sono piuttosto brutti. Per esempio, nel Dl salva liste compare una frase assai minacciosa: “c’è l'esigenza di assicurare l'esercizio dei diritti di elettorato attivo e passivo costituzionalmente tutelati a garanzia dei fondamentali valori di coesione sociale, presupposto di un sereno e pieno svolgimento delle competizioni elettorali”. Che sostanzialmente significa: se la competizione elettorale si svolge senza le liste Polverini e Formigoni, il clima non sarà ”sereno” e la “coesione sociale” sarà in pericolo. Insomma, se non ci fate giocare anche a noi, ci prendiamo la palla, occupiamo il campo e giochiamo da soli. E si capisce che Napolitano si sia preoccupato; e con ragione. Però, ve lo ricordate l’antesignano? “In questa aula sorda e grigia potevo fare un bivacco di manipoli ….”. Poi non lo fece perché non ne ebbe bisogno: il Re gli dette l’incarico di Presidente del Consiglio e successivamente un Parlamento succubo ed imbelle gli votò la legge Acerbo, una legge elettorale che gli garantì la maggioranza e gli consentì la costruzione dello Stato fascista.
Forse le coincidenze cominciano a essere tante; magari troppe: un Parlamento che obbedisce supinamente; un’opposizione inesistente, che ha l’unica preoccupazione di distinguersi dall’Italia dei Valori e che fino a ieri cercava il dialogo costruttivo per riforme condivise; una fazione politica che intende conservare il potere con ogni mezzo. Forse anche il Presidente della Repubblica ha di questi ricordi; forse possiamo cominciare a sperare.
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