martedì 18 maggio 2010

Di Pietro: già ai tempi di Mani Pulite sospetti sul pm della “cricca”


IL LEADER IDV SUL CASO TORO. OGGI PARLA ZAMPOLINI

di Antonio Massari

La rimozione di Angelo Balducci, l’avvicendamento di Claudio Rinaldi, il ruolo di Achille Toro, i punti in comune con Mani Pulite: è una lunga storia, quella che Antonio Di Pietro ha raccontato ai magistrati di Firenze e Perugia, quando ieri è stato ascoltato come persona informata sui fatti. Oggi la Procura di Perugia ascolterà nuovamente Angelo Zampolini, l’architetto che consegnò gli 80 assegni per 900 mila euro alle sorelle Papa, quando vendettero all’ex ministro Claudio Scajola la casa con vista sul Colosseo. Zampolini ha già riferito sui giri d’assegni che - oltre Scajola - secondo l’accusa legano l’imprenditore Diego Anemone all’acquisto degli appartamenti romani destinati alla famiglia Balducci e al generale dei servizi segreti Francesco Pittorru. Da lui, oggi, i pm Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi aspettano dettagli in più sulle altre operazioni sospette oggetto d´indagine. Nel frattempo, ieri, si sono concentrati sulla deposizione di Antonio Di Pietro. "Un normale avvicendamento", ha detto l’ex magistrato ai pm, quando gli hanno chiesto dello spostamento di Angelo Balducci e Claudio Rinaldi. Il primo aprile 2007, infatti, Di Pietro sollevò Rinaldi - oggi indagato dai pm di Perugia per concorso in corruzione e riciclaggio - dall’incarico di provveditore interregionale delle opere pubbliche per il Lazio, l’Abruzzo e la Sardegna: divenne direttore del registro italiano dighe. Stessa sorte per Angelo Balducci che, con Di Pietro al ministero, da direttore del Consiglio superiore dei lavori pubblici, fu "declassato" a capo dipartimento, con scarsi poteri di spesa. Di Pietro ha poi fornito ulteriori dettagli su un’altra figura chiave dell’inchiesta: Achille Toro, ex procuratore aggiunto di Roma, dimessosi pochi mesi fa, dopo l’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio, proprio per l’inchiesta sulla "cricca" di Balducci e Anemone. Achille Toro infatti, nel 2006, rivestiva un ruolo chiave nel ministero dei Trasporti diretto da Alessandro Bianchi (Pdci): era il suo capo di gabinetto.

Soprattutto, però, Di Pietro ha riferito alcuni particolari d’annata: ha parlato di quanto aveva scoperto, già negli anni Novanta, quand’era ancora pm a Milano. Già all’epoca le frizioni con la procura di Roma e con Toro avevano lasciato perplesso l’ex pm. E ancora: nomi e circostanze che sembrano ricondurre, passaggio dopo passaggio, proprio allo Ior: lo stesso sul quale si stanno concentrando, in queste ore, le indagini delle procure di Perugia e Firenze, entrambe alla ricerca dei soldi che la "cricca" avrebbe guadagnato attraverso gli appalti ottenuti dalla Protezione civile. Da tempo Di Pietro si dice convinto che quest’inchiesta sia una riedizione "ingegnerizzata" di "Mani Pulite", dove i sistemi sono diversi, ma alcuni nomi ritornano.

C’è un altro punto da chiarire, però, tra le notizie che Di Pietro ha avuto a disposizione in questi anni. Dagli atti dell’indagine - il dato emerge da parecchie intercettazioni registrate dai Ros nell’inchiesta fiorentina - emerge che nel 2007 Di Pietro ricevette una lettera anonima che anticipava il sistema adoperato dalla "cricca". Una lettera anonima di quattro pagine - come spiega L’Espresso - inviata nel gennaio del 2007 da un gruppo di imprenditori e professionisti. Nella lettera si fornivano particolari su Claudio Rinaldi e sul suo collaboratore Enrico Bentivoglio. Un esposto dove già si menzionano giri d’assegni, procedure irregolari, e personaggi come Angelo Balducci. C’è un legame tra la lettera anonima e lo spostamento dei due funzionari, Angelo Balducci e Claudio Rinaldi, entrambi ridimensionati da Di Pietro quand’era a capo del ministero? Il leader dell’IdV, nel colloquio con i magistrati, ha parlato di "normale avvicendamento". E con una nota ha spiegato che Balducci lasciò il suo posto prima dell’esposto e cioè il 31 agosto del 2006.

Si trattò di una decisione del Consiglio dei ministri pubblicata, all’epoca, con questa nota: "Su proposta del ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, il Cdm ha deliberato la 'nomina del dirigente di I fascia, ing. Marcello Mauro, a presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici' e la 'nomina del dirigente di I fascia, ing. Angelo Balducci, a capo del Dipartimento per le infrastrutture statali, l’edilizia e la regolazione dei lavori pubblici". In viaggio da Roma, infine, l’informativa della Guardia di Finanza, che ha indagato su ulteriori operazioni sospette. E su quest’informativa, e sull’analisi dei computer del commercialista Gazzani, che si concentrano le nuove piste investigative della Procura di Perugia, in attesa di quanto potrà rivelare oggi Zampolini che resta, finora, l’uomo che ha dato il maggiore impulso alle indagini.

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