venerdì 6 agosto 2010

Elezioni: l'ultima spiaggia


Caliendo non è stato sfiduciato, ma il Governo è come se lo fosse stato. Il risultato della votazione ha mostrato che presto lo sarà. La maggioranza non esiste più. I tempi della fiducia, come strumento per governare, sono un ricordo. Ora è rimasta una fiducia finta, dettata da giochi di poltrone e potere, pronta a sgretolarsi al primo starnuto.

Attualmente i parlamentari italiani si dividono in tre categorie: ci sono quelli della maggioranza solo a parole, sotto ricatto di Berlusconi e delle elezioni anticipate, legati agli intrecci affaristici che hanno caratterizzato e caratterizzano ancora questa classe politica; ci sono quelli di vera opposizione che vogliono mettere da parte le logiche berlusconiane e trainare il Paese verso la ripresa; e poi ci sono quelli del clan dei riciclati, che si fanno chiamare centristi e che perseguono l'obiettivo di contare come una maggioranza, pur avendo numeri di una minoranza.

I primi hanno votato contro la sfiducia a Caliendo, i secondi hanno chiesto che il sottosegretario si dimettesse, i terzi si sono astenuti per contarsi e per lanciare un messaggio: "si governa solo se inciuciate con noi".

Il Pdl non s’è sciolto per il risveglio democratico di qualche suo componente, ma solo per il vezzo, da parte di un gruppo di parlamentari, di sentirsi l'ago della bilancia.
Qualche mese fa chiedevo ai colleghi dell'opposizione di lavorare ad una coalizione e di individuare un leader. Sarebbe potuto essere un bel vantaggio.
Nonostante tutto credo fermamente che le elezioni siano l’unica alternativa, con tutti i rischi legati al default finanziario e ad una legge elettorale vergognosa.

Sostengo da sempre che questa legge sia da rifare, ma ritengo impossibile attuare una riforma così importante con una maggioranza, come quella in carica, che se prima governava guardando gli interessi della cricca, ora deve fare i conti anche con gruppi, sottogruppi e falangi esterne. Con questi parlamentari non può esistere una riforma fatta per il bene del Paese.

Le elezioni sono una scelta obbligata per il bene dei cittadini e, a questo punto, anche l'ultima spiaggia per salvare il Paese.

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