mercoledì 18 agosto 2010

"Fini a Montecarlo lo scorso dicembre" Il testimone del "Giornale" smentisce


L'ennesimo articolo del Giornale sulla vicenda della casa di An a Montecarlo riporta le dichiarazioni di un testimone che racconta di aver visto Gianfranco Fini nel principato a dicembre, insieme a Elisabetta Tulliani. Il portavoce del presidente della Camera parla di fantasie, confutabili con una piccola verifica, di campagna di "plateali falsità" e "pettegolezzi". L'ultima puntata della querelle fra il quotidiano diretto da Vittorio Feltri e l'ex leader di Alleanza nazionale si chiude con il testimone, Giorgio Mereto, che smentisce la ricostruzione e annuncia azioni legali. Ma il Giornale conferma "parola per parola quanto attribuito tra virgolette all'ingegner Giorgio Mereto" e precisa: "La conversazione è stata registrata e siamo pronti a metterla a disposizione dei legali dello stesso Mereto e dell'autorità giudiziaria".

La smentita del teste. "Quanto riportato dal giornalista ed in particolare le dichiarazioni attribuitemi in virgolettato non corrispondono a quanto da me dichiarato alla presenza di testimoni - afferma Mereto - Ho dato mandato ai legali di fiducia di intraprendere ogni azione a tutela della mia immagine". Nell'articolo

L'ingegnere spiega che l'intervista a Guido Mattioni, inviato del Giornale, ha avuto luogo ieri pomeriggio "nel mio ufficio, a porta aperta quindi con altri colleghi che ascoltavano tranquillamente facendo il loro lavoro". E riporta integralmente il testo delle domande e delle risposte. In particolare, al cronista che gli chiede se conosce Fini o la sua compagna, Mereto risponde: "No, l'unica cosa una volta degli inquilini dello stabile sono venuti a suonare il citofono euforicamente, dicendo che c'era Fini sulle scale; anch'io sono uscito a vedere, ho visto parecchia gente che guardava da tutte le parti, donne e uomini, di cui mi ricordo una bella donna bionda, magari c'era anche Fini; ho richiuso la porta e sono tornato al mio lavoro".

"Penso fosse Natale - continua - tornando dalla pausa pranzo, entrando nell'atrio c'erano dei poliziotti monegaschi che mi hanno chiesto cosa facevo ed io ho risposto che andavo a lavorare; in quel mentre uscivano delle persone dall'appartamento di cui si parla; ho visto una ragazza giovane con i capelli lunghi e biondi". "Era la Tulliani?" chiede Mattioni e Mereto risponde: "Non lo so, non conosco la persona però da quanto pubblicato sui giornali questa era decisamente più giovane e non aveva i capelli mossi come dalle fotografie da voi stampate".

I movimenti delle scorte. Nell'articolo Mereto raccontava di "un notevole spiegamento" della polizia monegasca a "sirene accese". Tutto falso, ribatte il portavoce del presidente della Camera. E per rendersene conto sarebbe bastato un semplice controllo. "Un semplice accertamento presso le autorità monegasche e italiane che registrano i movimenti delle scorte - scrive Fabrizio Alfano - sarebbe sufficiente a dimostrare che la trasferta a Montecarlo del presidente Fini è frutto unicamente della fervida fantasia del signor Mereto".

"Dal momento che verificare la falsità di certe dichiarazioni", continua il portavoce, "è così facile anche per chi non è un giornalista, c'è da chiedersi per quale ragione chi ha il dovere di riscontrare la veridicità di una notizia prima di pubblicarla trascuri sistematicamente di farlo. Viene quasi il dubbio che vi sia, a monte, la volontà di immettere nel circuito mediatico illazioni, sospetti e accuse anche quando si ha la consapevolezza che basterebbe un controllo di routine a dimostrarne l'infondatezza".

Una deriva che trasforma l'informazione in gossip. "In simili circostanze", sostiene il portavoce del presidente Fini, "quando cioè l'informazione viene degradata a licenza di diffondere plateali falsità e pettegolezzi per offendere un avversario politico anche sul piano personale e familiare, significa che l'inchiesta giornalistica ha smesso da tempo di essere tale ed è degenerata in volgare telenovela".

Una responsabilità di cui dovrà rispondere nelle sedi competenti il direttore Feltri. "In questo contesto, il presidente Fini non intende contribuire a scriverne le nuove puntate offrendo quotidiane smentite. Una puntuale e dettagliata ricostruzione dei fatti sarà invece offerta nelle sedi competenti (consiglio dell'ordine e tribunali), dove sarà il dottor Vittorio Feltri, direttore de Il Giornale, a dover fornire tutte le spiegazioni del caso".

La replica. La risposta di Feltri non si fa attendere: "La testimonianza non è di un Pinco Pallino qualunque ma dell'ingegner Giorgio Mereto, residente a Montecarlo da 25 anni e titolare della Mgm Marine Gasoil, società di trading petrolifero". "Non c'è motivo di sospettare che l'ingegnere non abbia detto la verità, visto che si è esposto con tanto di nome e cognome - puntualizzano dal quotidiano di via Negri - Quanto alle scorte (con le quali abbiamo una certa dimestichezza), tutti sanno che non è obbligatorio per nessuno usarle". Quindi le accuse di Fini a Il Giornale, di non aver controllato, "sono totalmente infondate", conclude la direzione.

Farefuturo: Feltri coordina solo i killer. Sul nuovo attacco al presidente della Camera interviene anche la fondazione "Farefuturo". "L'unica spiegazione possibile, a questo punto" - si legge nell'editoriale di Filippo Rossi sul periodico online della fondazione - "è che Feltri sia il primo a non leggere i suoi scoop. Chissà, forse si vergogna (e in tal caso, ci dispiace per lui, sinceramente). O, più semplicemente, se la sbriga così, coi suoi giornalisti: sparate a vista. Ordini di killeraggio personale "a prescindere".

(18 agosto 2010)

2 commenti:

Francy274 ha detto...

"...un notevole spiegamento della polizia monegasca a "sirene accese".
In effetti Feltri non legge gli articoli che vengono pubblicati sul suo stesso giornale da strapazzo.. Quindi è chiaro che mente repplicando a Fini, è scontato che un valido giornalista deve verificare la veridicità delle dichiarazioni fornite da una persona se pur con tanto di nome e di faccia. Una telefonata alle forze dell'ordine monaghesche era d'obbligo da parte dello stesso Feltri. L'ignobiltà di quest'uomo è spaventosa, al di là del denigrare un politico di campo avverso, ma mancare di rispetto all'intelligenza dei suoi stessi lettori è gravissimo, meriterebbe d'essere radiato dall'albo dei giornalisti, mi chiedo quando gli italiani si sveglieranno davanti a simili soggetti, possibile che c'è ancora chi legge certa spregevole stampa??

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

SAI, NON HA IMPORTANZA SE CIO' CHE SCRIVE RISPONDE AL VERO,L'IMPORTANTE E' FARLO APPARIRE COME VERO O VEROSIMILE A QUEGLI ITALIANI BEOTI CHE QUESTO VOGLION0. E' QUESTO IL TRUCCO.