giovedì 5 agosto 2010

Tutto il resto è vuoto


di Furio Colombo

Sanno tutti che Berlusconi è debole. “Minaccia elezioni anticipate ma in Italia solo il presidente della Repubblica può sciogliere le Camere”. Scrive il New York Times del 4 agosto. Come dire che la sua unica arma è inagibile. Rimane fermo, sul posto, continuando a non governare.

Silvio Berlusconi è debole. Ma tutti gli altri sono più deboli. Divisi in tanti gruppi ciascuno dei quali è paralizzato da dentro (pericoli di scissione) o da fuori (il rischio che gesti troppo piccoli portino rischi troppo grandi).

È caduto dal tavolo del potere il salvadanaio del governo, si è frantumato e si è visto che era vuoto.

Ma anche il salvadanaio delle opposizioni è risultato vuoto: non un'idea, non un piano, non un colpo da piazzare o anche solo una frase efficace, di quelle che si possono usare e ricordare.

Il brutto del Paese vero è quanto siano grandi, complicati, immensamente difficili i suoi problemi. Il brutto della classe politica è quanto manchi, tutta, di un minimo di forza per far fronte.

Il caso Caliendo è una storia di impotenza. Caliendo è accusato di corruzione, nella forma grave di partecipazione attiva ad una potente associazione segreta, materia da film o romanzo tipo Banda della Magliana.

È membro del governo nella funzione delicatissima di sottosegretario alla Giustizia. Il governo fa quadrato nel senso fisico dell'ostacolo alla cattura, come le donne che gridano ai carabinieri nei vicoli di Napoli, per impedire l'arresto del ricercato. Ma non lo difende, non una sola ragione o un argomento di merito.

Le opposizioni si voltano verso il pubblico ad esclamare “che scandalo!”. Pd e Idv sventolano anche una risoluta disdetta, nella forma della “mozione di sfiducia personale”. Ma niente di grave. Si è formata alla svelta una folla centrista che blocca il vicolo.

Buone ragioni, intendiamoci. Non è il caso, proprio adesso, di menare colpi troppo duri. Potrebbero provocare altri colpi troppo duri e tutti proprio adesso nel vuoto. Per buttarsi nella mischia – gesto eroico – ci vuole una ragione e una bandiera. Al momento c’è solo una strana asimmetria della scena. La folla di centristi che blocca il vicolo ai “carabinieri” Pd e Idv, è una folla con cui ci si unirà, forse, in un futuro non così lontano. Dunque attenti a non provocare fuoco amico.

Il nemico finale ovviamente è il primo ministro che se ne va via intatto e protetto assieme al suo vice-ministro della Giustizia, socio di lobby segreta. Nel paesaggio scomposto c’è un po’ di disordine, una folata di vento. Berlusconi adesso è certamente debole. Debole al punto da avere perduto per qualche voto la maggioranza alla Camera. Tutti gli altri – separati o insieme – sono più deboli di Berlusconi. Nonostante i numeri. La tragedia che stiamo vivendo è questa.

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