venerdì 20 agosto 2010

Una coalizione per governare


Riporto una mia intervista rilasciata al settimanale "Gli Altri".

Antonio Di Pietro: Vogliamo le elezioni al più presto e lavoriamo per questo. Vogliamo una nuova legge elettorale e una legge per il pluralismo dell’informazione, ma crediamo poco alla reale esistenza di una possibilità tecnica in questa direzione.

Gli Altri: E se questa improbabile maggioranza la si trovasse?
Antonio Di Pietro: In questo caso, l’unico in grado di garantire che non sia un gioco delle tre cartine, cioè che non si insedi un governo che dice di voler restare solo lo stretto indispensabile e poi rimane per anni, è il capo dello Stato. Se questa maggioranza fosse possibile, dovrebbe dare un mandato molto, molto chiaro.

Gli Altri: Ma, appunto, la costituzione di una simile maggioranza è molto improbabile, mentre che si arrivi al voto ora o in primavera è molto probabile. Però non è affatto chiaro quale coalizione si contrapporrà a Berlusconi…
Antonio Di Pietro: L’importante è che sia, da subito, una coalizione creata per governare. Per definizione non si può andare al voto con il solo obiettivo di sconfiggere Berlusconi.

Gli Altri: A maggior ragione bisogna chiarire chi ne fa parte…
Antonio Di Pietro: Una simile coalizione non può contenere capre e cavoli. Anche perché le capre, comunque, non ci starebbero. Correre appresso a Fini è inutile. Non potrà mai formare una coalizione con il Pd: non lo voterebbe nemmeno sua madre. L’IdV ha una posizione chiara: a favore del sistema bipolare e fermamente all’interno del centrosinistra. L’asse portante della coalizione credo debba essere formato dal Pd e dall’IdV, con piena apertura alle altre formazioni che ci vogliono stare. Ma nei limiti del sistema bipolare e della coerenza nel programma.

Gli Altri: Una coalizione aperta anche all’Udc?
Antonio Di Pietro: Sarebbe inutile allearsi con l’Udc, che ha un programma opposto al nostro su punti determinanti come la giustizia, il nucleare, la privatizzazione dell’acqua. Insomma, noi abbiamo promosso il referendum sull’acqua. Cosa facciamo, andiamo alle elezioni insieme e subito dopo ci dividiamo sul referendum? Io credo che o con questa o con una nuova, auspicabile, legge elettorale l’Udc farà quel che ha fatto sinora: andranno da soli. Anche per lucrare posti.

Gli Altri: L’obiezione, prevedibile, è che senza i voti dell’Udc non si può battere Berlusconi…
Antonio Di Pietro: Ma non è affatto vero. Quell’area toglierà voti al centrodestra. Se non tenti di disarcionarli adesso, quando lo fai? Se non ora, quando?

Gli Altri: Il candidato della coalizione deve essere scelto o no con le primarie?
Antonio Di Pietro: Siamo aperti a entrambe le possibilità. Se la coalizione ne ha bisogno, perché è cecata e non vede chi mettere in campo, facesse le primarie. Se invece individua una professionalità capace di rappresentare il punto di coagulo fra le varie anime del centrosinistra, ben venga. L’importante è che, se ci saranno, non siano primarie ipocrite. Non vorrei che venissero decise non come confronto tra due opzioni di leadership ma solo perché non si sa che fare, come il male minore. Il male minore, si sa, di solito non dura più di una settimana. Inoltre, mi parrebbe meglio se non venisse fuori un candidato che rappresenta solo una fazione della coalizione.

Gli Altri: A chi allude?
Antonio Di Pietro: A nessuno in particolare. Diciamo però che il candidato sia Antonio Di Pietro. Io però non potrei rappresentare l’unità della nazione, perché per quindici anni ho fatto il centravanti di sfondamento, sono stato la punta dell’opposizione al berlusconismo. Se al governo ci andassi io, il primo imperativo sarebbe contrastarmi in tutti i modi e impedirmi di governare. Il mio non sarebbe un nome sul quale la maggior parte della popolazione può trovare un punto d’incontro.

Gli Altri: E’ un discorso che può valere anche per Nichi Vendola?
Antonio Di Pietro: Nei confronti di Nichi Vendola non ho alcun atteggiamento negativo personale. Penso solo che sia meglio restare con i piedi per terra. Credo che se Di Pietro si candidasse all’interno di una squadra guidata da un condottiero con maggiori capacità di sintesi, avremmo più probabilità di vincere. E se lo dico di me stesso, potrò dirlo anche di Vendola. Mi pare che incarni un’area di sinistra che nel paese è minoritaria: ma dove stanno i comunisti oggi, in giro per l’Italia?”

Gli Altri: Se non è una preclusione, ci somiglia molto…
Antonio Di Pietro: Assolutamente no. Vendola rappresenta anche aree di centrosinistra, e persino moderate. Se si fanno le primarie e le vince, ben venga.Chiunque vinca le eventuali primarie, Vendola compreso, per noi è il benvenuto. Solo, non vorrei che una candidatura Vendola fosse il risultato dell’afasia e dell’assoluta assenza del Pd, come è stato per la candidatura Bonino nelle regionali del Lazio.

Gli Altri: Se ci saranno le primarie, l’IdV presenterà un proprio candidato? E nel caso sarai tu?
Antonio Di Pietro: Non escludiamo la partecipazione alle primarie, anche se non è un’opzione necessaria. Nel caso, il candidato non sarei io. Non sono un bamboccione che se qualcuno si candida inizia a dire: “Anche io, anche io..

Gli Altri: De Magistris allora?
Antonio Di Pietro: E’ uno dei candidati possibili. Non lo considero secondo a nessuno, come me stesso del resto, e come Nichi Vendola. Sarebbe un buon candidato per primarie vere e combattute. Come lo sarebbero anche Massimo Donadi, il nostro capogruppo alla Camera, e Leoluca Orlando. Queste sono le nostre tre opzioni. La sola cosa da escludere è che possano candidarsi due diversi esponenti dell’IdV.

Gli Altri: Il centrosinistra si prepara a probabili elezioni. Eppure sembra che i nodi più centrali, come per esempio la crisi o l’offensiva della Fiat, siano del tutto cancellati…
Antonio Di Pietro: Quello è il vero problema, offuscato dalle lotte intestine di potere e dalla pratica del dossieraggio, che riempie le prime pagine dei giornali ma svuota lo stomaco delle famiglie. Noi dell’ IdV abbiamo spostato da tempo tutta la nostra attenzione sul mondo del lavoro e da settembre sarà questo il nostro leit-motiv, anche in campagna elettorale. Anche perché ormai cosa pensiamo della legalità lo sanno anche le pietre, e adesso dobbiamo continuare a cercare di incarnare quella rappresentanza del mondo del lavoro che, fra le forze presenti in Parlamento, sarebbe in caso contrario del tutto inesistente. Su questo fronte, in Parlamento, c’è solo l’IdV che faccia sentire la propria voce.

Gli Altri: A proposito di dossier, non sembra anche all’IdV che la riduzione della lotta politica allo scontro tra chi ha i dossier più scottanti abbia ampiamente superato il livello di guardia?
Antonio Di Pietro: Io sono stato uno dei primi a subire gli effetti del dossieraggio, da parte degli stessi stessi che lo fanno anche adesso. Noi abbiamo sempre detto che il politico deve poter essere investigato a 360 gradi. Però è assolutamente ingiustificabile che i dossier vengano usati non quando qualcosa si viene a sapere ma quando servono a screditare. Io ritengo che i politici debbano essere oggetto di investigazione. Contesto l’uso di tenersi i dossier nel cassetto per usarli come arma di ricatto.

Gli Altri: Fini è stato bersagliato dal dossieraggio, ma anche i finiani hanno minacciato l’uso dei dossier….
Antonio Di Pietro: Secondo me Fini e i finiani hanno fatto un errore di fondo, e lo dico con coscienza di causa perché mi sono trovato nella stessa situazione. Se ti chiedono spiegazioni su qualcosa devi darle in 24 ore, e sarebbe ancora meglio in 24 minuti. Se Fini avesse spiegato subito cosa era successo, ci sarebbe stata una scivolata di stile nei rapporti col cognato, ma sul piano penale niente. E’ stato consigliato male e si è difeso male, soprattutto nello scendere sul piano del dossieraggio. A chi ti accusa di aver fatto una rapina, non puoi rispondere le hai fatta anche tu. Non è che se le rapine sono due diventano una cosa giusta, e l’uso di mettere in campo dosiser contro dossier finisce solo per screditare la politica.

1 commento:

Francy274 ha detto...

La coerenza di Di Pietro è indiscutibile, peccato che agli italiani sfugge questo importantissimo particolare, già.. non sono abituati alla coerenza di un politico per questo sono così diffidenti. Magnifico Donadi come candidato, su De Magistris ho le mie riserve, non credo abbia il carisma necessario per sfondare come leader, a questo punto meglio Vendola che su fb.(facebook) sta ottenendo lauti consensi tanto d'aver messo in ombra lo stesso Berlusconi.