giovedì 28 ottobre 2010

Bersani: "Basta, il governo vada a casa con Lodo Alfano e singolari abitudini"


"Non possiamo perdere tempo per il Paese tra questioni esoteriche come il lodo Alfano e questioni che portano al centro le singolari abitudini del premier. Il Paese non ha una guida politica. Io rivolgo un appello: andate a casa, chiudiamola li, qualcuno stacchi la spina per il bene del Paese". Senza giri di parole il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, attacca il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, presentando alla Camera la mozione sulla riforma fiscale del Pd.

"Abbiamo il diritto di chiedere che il Presidente del consiglio sia in grado di garantire sobrietà e dignità" alla carica che ricopre, aggiunge Bersani. "Vorremmo riportare il paese con i piedi per terra - incalza il segretario del Pd - so anche io però che siamo tutti i giorni impegnati dalle singolari esperienze esistenziali del presidente del Consiglio o dal Lodo Alfano".

Insomma, "Berlusconi 'statista' dovrebbe staccare la spina perché si dovrebbe rendere conto della situazione del paese e del fatto che i gradi di tensione stanno salendo. Oppure lo faccia qualcun altro che ha senso di responsabilità. Sul dopo, vedremo: c'è la Costituzione, c'è un presidente della Repubblica, c'è il Parlamento, vedremo che cosa si può fare per aprire una fase nuova". Così il segretario Pd incalza il governo chiedendone le dimissioni e ipotizzando un esecutivo tecnico.

Poi ancora, sulle ultime vicende che vedono coinvolto il premier. "Se ha tanto buon cuore - ironizza sulla telefonata partita da Palazzo Chigi per lasciare andare la ragazza marocchina mentre era in stato di fermo - in queste ore ci sono migliaia di persone fermate per furti... Li lascia abbandonati così?". "Stiamo sempre tra questioni esoteriche legate al Lodo Alfano e queste singolari abitudini del Presidente del Consiglio", dunque il governo "si deve dimettere", "andate a casa, chiudiamola lì, vediamo se c'è un altro percorso perché il Paese ha problemi seri". "Sono preoccupato per la situazione economica e finanziaria del Paese e anche per il grado di tensioni che si possono sviluppare"

(28 ottobre 2010)

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