MASSIMO DONADI
E continuano a (F)ottere (L)’ (I)talia… Al pentimento tardivo dei finiani non abbiamo mai creduto. I fatti, purtroppo, ci hanno dato ragione. Ieri è stata scritta una pagina nerissima per la politica e per la giustizia in Italia. In Senato la commissione Affari Costituzionali ha approvato la retroattivita’ del Lodo Alfano, l’aula della Camera, per non essere da meno, ha votato contro l’autorizzazione a procedere nei confronti di Lunardi. In entrambi i casi col voto favorevole di Futuro e Libertà. Evidentemente la legalità per loro si difende a giorni alterni, magari nei week end, quando si parla in libertà ma non ci si impegna col voto parlamentare. Legalità a chiacchiere dunque, una scelta di posizionamento elettorale all’interno del centrodestra, ma nulla di più. Hanno posto la questione dell’etica politica solo per differenziarsi a parole da Berlusconi ed i suoi, perché nel paese dei ciechi gli orbi regnano e gli è facile nel centrodestra apparire cultori della legalità.
Ma in Italia, per fortuna, c’è anche gente che ci vede bene. Con il Lodo Alfano costituzionale si fa scempio del principio di uguaglianza. Da ieri la legge non è più uguale per tutti in linea di principio, anche se il Lodo Alfano costituzionale non è ancora una norma attiva nel nostro ordinamento. Per Berlusconi non vale, lui è esente da qualsiasi responsabilità, non è processabile per nessun reato commesso. Né prima, né dopo, né durante il suo mandato di presidente del Consiglio. Si potrebbe chiamare impunità. Un mostro giuridico che non esiste in nessun paese. E non credete alla favola che raccontano i giornali e le televisioni di regime: nei paesi in cui ci sono leggi che proteggono le alte cariche dello Stato, in genere il presidente della Repubblica, lo fanno solo per ciò che dice e che fa nel corso del suo mandato. E limitatamente a reati connessi all’esercizio delle sue funzioni. Stop.
Berlusconi governa, con poche interruzioni e di durata limitata, a parte la legislatura 1996-2000, dal 1994. Da 17 anni riesce a sfuggire ai processi, grazie anche alle sue vergognose leggi ad personam. Il suo teorema prevede che chi ha il consenso non può essere giudicato. Le accuse, per quanto gravi, non contano, conta solo il consenso. Significa che ha spostato la giustizia dal piano giudiziario a quello elettorale e politico. Una caratteristica propria delle dittature e dei regimi. In molti speravano che i finiani potessero finalmente recuperare un po’ di dignità politica dopo tre lustri passati con la schiena piegata a 90 gradi. Non lo hanno fatto. Fli ha risposto al richiamo della foresta, ha obbedito ancora una volta alla voce del padrone. Nel centrodestra italiano c’è un ancestrale repulsione alla legalità ed al diritto.
2 commenti:
HA RAGIONE DA VENDERE.
Non c'è più nulla, anzi c'è il nulla! Le frequentazioni assidue di B. con i più spietati dittatori del momento avrebbero dovuto già creare quanto sta avvenendo in Francia.. ma noi non siamo francesi!
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