sabato 13 novembre 2010

Caso Ruby, felici e Nefertiti


PAOLO HUTTER

Vorrei semplicemente fissare nella nostra memoria due frasi in qualche modo memorabili (appunto) che segnano un giro di boa nella vicenda della giovane marocchina protetta da Berlusconi e rispetto tentativi più o meno maldestri di porre riparo agli elementi di scandalo.

Ultima in ordine di tempo è stata la battuta che la Pm minorile Fiorillo ha raccontato di aver detto alla questurina che le chiedeva di lasciar andare la minorenne marocchina. All’argomento che si trattava – o poteva trattare – della nipote di Mubarak, la Pm Fiorillo aveva risposto: ”E io sono Nefertiti, la Regina del Nilo!”. Lo ha raccontato ai giornalisti solo una settimana dopo che Bruti Liberati aveva dichiarato chiuse le indagini e il giorno dopo la ricostruzione al Parlamento da parte del Ministro degli Interni. Ha riaperto un caso che giudiziariamente si era chiuso in modo incomprensibile. In quel ”e io sono Nefertiti!” credo di non essere stato l’unico a ritrovare un gioioso sarcasmo liberatorio verso le grossolane bugìe di Berlusconi e del berlusconismo. E un’ammirazione verso la testardaggine della Fiorillo, che resisteva alle telefonate notturne. Ci farei una spilla, una maglietta: e io sono Nefertiti!

Altrettanta maglietta o spilla farei con la frase “E’ molto meglio essere felici” con cui Nichi Vendola in tv ha risposto alla domanda “è meglio essere appassionati alle belle ragazze o essere gay?”. Risposta molto più profonda e giusta – devo ammetterlo – rispetto a tutte le sperimentazioni che abbiamo fatto di rovesciamento polemico della affermazione di Berlusconi. Avevamo in questo blog diverse variazioni sul tema: “meglio ricchioni che Berlusconi”. Ma a ben pensarci la frase omofoba di Berlusconi forse non rifletteva una condanna morale (quando mai Berlusconi è in grado di fare il moralista?) ma una constatazione o ipotesi di rapporti di forza. Come dire: come uomo, o forse come uomo politico, ho la vita più facile se sono appassionato di belle ragazze che se son gay. Che era tra l’altro anche un modo di dire “se la mettete su questo piano state attenti” rivolto a Vendola. Dev’essere per questo motivo che nella video lettera di risposta Nichi appariva visibilmente teso, e per la prima volta leggeva la risposta, come per non sbagliare una parola.

Come la semplicità difficile a farsi, che richiede un po’ di decantazione, la risposta “molto meglio essere felici” non cade in nessuna trappola ideologica di contrapposizione tra gli orientamenti sessuali, dice qualcosa di indiscutibile, tocca il tema di quelli che ho chiamato rapporti di forza (essere gay non è né meglio né peggio, dipende come si sta) e dà comunque una precisa stoccata allusiva anche alle nevrosi – e attuali difficoltà – di Berlusconi.

Non sono mica Nefertiti, molto meglio essere felici!

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