lunedì 22 novembre 2010

IN TEMA DI ENERGIA ATOMICA


In questo periodo si parla spesso di nucleare, chi pro, chi contro, ognuno da le proprie giustificazioni. Chi è a favore afferma che le centrali di terza generazione sono sicure e daranno notevoli vantaggi sul piano economico, energetico ed altro, ma, mentre la reale efficienza di quelle centrali è ancora teorica (non vi sono ancora reattori di quel tipo in funzione) i problemi sono già emersi in tutta la loro gravità soprattutto a Olkiluoto in Finlandia, dove si sta costruendo il primo reattore Epr.

L’assoluta incertezza sull’affidabilità di questi impianti spaventa anche le grosse aziende che ritengono i rischi troppo alti, al punto da arrivare a rifiutare sostanziosi incentivi statali per costruire nuove centrali.

E’ il caso della società Constellation Energy Group che ha deciso di rinunciare a costruire la sua prima centrale, basta sulla tecnologia scelta anche dall’Italia, nonostante 7,5 miliardi di dollari di incentivi statali. Di seguito riporto alcuni dettagli della vicenda ricavati dal Blog di Antonio Cianciullo, inviato di “La Repubblica” esperto di tematiche ambientali.

- Un’agevolazione da 7,5 miliardi di dollari per far partire una centrale nucleare? No grazie. Il cortese diniego non viene da un gruppo ambientalista ma dalla società Constellation, che dell’oggetto in questione s’intende perché è socia di Edf in Unistar. Ebbene Constellation avrebbe dovuto realizzare il primo dei reattori Epr negli Stati Uniti, a Calvert Cliffs, utilizzando gli incentivi introdotti da Bush per rilanciare il nucleare americano che non ha più visto nuovi ordinativi dopo l’incidente a Three Mile Island (1979). Bush aveva stanziato 18,5 miliardi di dollari come fondo di garanzia per le banche che finanziano progetti nucleari. Questi fondi pubblici, pensati come stimolo necessario per vitalizzare un mercato restio a mettere denari sulle centrali nucleari, sono stati mantenuti dalla presidenza Obama. Ora però arriva il colpo di scena a cui il Washington Post ha prestato attenzione: fermi tutti, marcia indietro, niente più reattore. Una notizia definita “scioccante” dall’Edf. Anche perché si inserisce in un quadro sempre più imbarazzante per l’azienda che ha progetto gli Epr: il colosso francese Areva è in crescente difficoltà economica anche a causa dei ritardi nella costruzione del reattore di Olkiluoto, in Finlandia (un Epr), che sta andando verso il raddoppio dei costi previsti tanto da provocare una disputa giudiziaria tra Areva e l’azienda finlandese che sta realizzando l’impianto. Il progetto Epr non è stato ancora approvato dall’autorità di sicurezza statunitense. E pochi giorni fa è stato reso noto il rapporto Roussely, firmato dall’ex amministratore delegato di Edf, in cui si ammette un sostanziale fallimento dell’Epr la cui credibilità “è stata seriamente minata dalle difficoltà incontrate sia nel sito di Olkiluoto che a Flamanville, in Francia”. A quanto pare c’è un unico paese che sente un’incontenibile pulsione a ospitare questi impianti: l’Italia. “Il governo Berlusconi ha firmato accordi con Parigi impegnandosi a costruire quattro Epr e presentandoli come una tecnologia provata mentre non sono chiari nè i costi nè i livelli di sicurezza. E’ un inganno che penalizzerebbe pesantemente le nostre bollette», sostiene Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace.”

Va inoltre evidenziato che la notizia, oltre a rendere felici le associazioni ambientaliste, è stata ben accolta dal mercato che ha premiato la società Constellation Energy Group. Le sue azioni sono salite.
(http://www.bizjournals.com/baltimore/stories/2010/10/11/daily6.html)..

Massimiliano Grazioli
Presidente Associazione Cursa

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