CONCHITA SANNINO
GIUGLIANO - Stavolta il miracolo sembra avvenuto al contrario. Con una marea montante di immondizia su marciapiedi e portoni, la moltiplicazione dei fronti di rivolta e dei conflitti istituzionali. "Tre giorni ancora e Napoli sarà pulita", aveva assicurato il premier Berlusconi giovedì, giorno del ritorno sulla scena dei rifiuti, nel termovalorizzatore di Acerra. Scaduto ampiamente il termine, la situazione precipita a Napoli e appare gravissima in provincia. Ma
Seimila tonnellate restano complessivamente in strada, mentre continuano gli scontri e i disordini. Dinanzi all'impianto di Taverna del Re, temporaneamente riaperto a Giugliano, si contano quattro feriti: un carabiniere contuso negli scontri, due autisti di compattatori picchiati dalla folla e, il più grave, un ragioniere di 38 anni a cui un poliziotto ha spaccato il setto nasale. È da questo inferno, con i cittadini tornati ovunque sul piede di guerra, che si dilegua con mossa fulminea lo staff del sottosegretario Guido Bertolaso.
Il capo della Protezione civile, spiega in una nota che essendo ormai "esaurito il suo compito" nella definizione della sola questione Terzigno (con la firma dei 18 sindaci dell'area), è tempo di andare. Certo, dopo aver passato nel pomeriggio, nella Prefettura di Napoli, "tutte le iniziative tecniche e operative utili" affinché gli enti locali competenti operino "nelle migliori condizioni". Tocca dunque a Regione, Provincia e Comune di Napoli, arrivederci. Risultato: qualche istante dopo l'annuncio, in serata, ecco l'Sos drammatico del vertice della Provincia di Napoli. "Cava Sari, a Terzigno, almeno quella, deve riaprire. Ogni giorno è buono, così non possiamo farcela", ammonisce il presidente Pdl Luigi Cesaro sull'orlo di una crisi di nervi.
La matassa risulta intricata proprio come ai tempi bui della primavera del 2008. Complessivamente, con le discariche del napoletano tutte bloccate (eccetto Chiaiano), sono ormai 2200 le tonnellate di rifiuti che assediano la città di Napoli. Poco meno di 4mila tonnellate soffocano poi il napoletano. Il solo comune flegreo di Quarto, benché piccolo, conta 700 tonnellate in strada, ad Ercolano interi rioni appaiono sommersi, e la città di Giugliano vive il paradosso di avere un sito appena riaperto, bloccato dalla rabbia popolare, e l'impossibilità di scaricare i suoi rifiuti. Una marea di rifiuti che il violento nubifragio delle ultime ore ha spalmato ovunque, cumuli galleggianti. L'ormai nota cava Sari, a Terzigno, è ancora chiusa per le analisi avviate dopo la definizione dell'accordo: e le popolazioni non accettano l'idea che riapra "al più presto", proprio come chiede
Nella tarda mattinata, proprio davanti a quel sito, mentre i comitati impediscono il passaggio dei camion in discarica con la tecnica del soft walking, finisce a terra sanguinante Domenico Di Domenico, ragioniere 38enne di Giugliano. Ecco la sua testimonianza a Repubblica. "Stavo andando a rilento, quando mi sono sentito tirato, mi sono girato e un poliziotto in assetto antisommossa mi ha sferrato un pugno. Mi colava il sangue dal naso, ricordo che l'ho guardato, "Che fai, sei matto?" e quello, in una frazione di secondo, ha chiamato altri a raccolta dicendo "Portiamocelo, a questa m..." Ho avuto paura di andare in carcere. Invece un suo superiore, un ispettore dal tratto umano, mi ha soccorso, chiamando l'ambulanza". Domenico sarà operato oggi all'ospedale di Caserta. Lesione del setto nasale. Ha presentato denuncia ai carabinieri. Giugliano diventa così un'altra trincea pericolosa.
Sullo sfondo dell'ultima rivolta, un uomo in divisa si sfoga: "Ci stanno esasperando, siamo in una polveriera, dal 20 settembre". Tra loro, anche ieri, c'era il funzionario Sergio Di Mauro, che porta sulla faccia il segno dell'ultima stagione di guerriglia. A Terzigno fu colpito da un sanpietrino in pieno volto, dodici punti, un molare sradicato. La tensione continua, la marea sale.
(02 novembre 2010)
1 commento:
IL MIRACOLO BERLUSCONIANO NON E' RIUSCITO, ORMAI E' AL CAPOLINEA.
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