lunedì 13 dicembre 2010

Compravendita, ultime trattative oggi vertice in Procura sull'inchiesta

Il deputato ex Idv Antonio Razzi

di ANTONIO FRASCHILLA e MARIA ELENA VINCENZI

Inchiesta sulla compravendita dei deputati, oggi la Procura di Roma deciderà la rotta. Dare il via alle indagini, magari convocando i due ex deputati Idv, Domenico Scilipoti e Antonio Razzi, sul cui cambio di casacca Di Pietro ha presentato un esposto, o archiviare il tutto. È stata fissata per stamattina la riunione in cui il procuratore capo Giovanni Ferrara e l'aggiunto Alberto Caperna, che coordina il pool sui reati contro la pubblica amministrazione e quindi titolare del fascicolo per "atti relativi a", faranno il punto della situazione e decideranno il da farsi, anche alla luce della memoria che l'ex magistrato di Mani Pulite consegnerà in mattinata. Memoria che potrebbe riguardare non solo i due ex Idv ma anche gli ex Pd Bruno Cesario e Massimo Calearo. Comunque non più solo articoli di giornale, sui quali aveva basato l'esposto ma, come ha spiegato il leader dell'Idv, elementi utili ad "accertare lo scempio spudorato che si è compiuto in Parlamento". E la prima mossa della procura potrebbe essere quella di convocare, come persone informate sui fatti, proprio Scilipoti e Razzi.

I numeri a Montecitorio rimangono però risicati e il mercato dei deputati va avanti senza sosta. Ieri al centro dell'attenzione è stata la posizione del democratico campano
Tonino Cuomo. "Sono stato nel territorio di Salerno per partecipare all'apertura di alcuni circoli di Fli e la notizia che Cuomo possa votare a sostegno del governo veniva data per certa - denuncia l'europarlamentare finiano Enzo Rivellini - Il sostegno a Berlusconi verrebbe ricambiato con un posto di sottosegretario". La riposta del deputato Pd è chiara: "È tutto falso, ho dato mandato ai miei legali di querelare Rivellini", dice Cuomo. Le pressioni da parte dei berlusconiani da una parte e dell'opposizione dall'altra sono forti. Al netto delle indiscrezioni sui ripensamenti di quattro deputati di Fli vicini a Moffa, le quote alla Camera danno 313 voti per la sfiducia e 311 per la fiducia. Diventano quindi fondamentali gli indecisi, anche se tra questi non ci dovrebbero essere più i sei deputati radicali: "Visto il regime partitocratico in atto è necessario sfiduciare il governo e tutto il regime", dice Marco Pannella.

Incassata la certezza dei voto dei radicali, dal fronte dei democratici si cerca di convincere a dare la sfiducia i due deputati della Svp,
Karl Zeller e Siegfried Brugger: "È vero che culturalmente siamo più vicini al Pd - dice Zeller - Ma questo esecutivo ha fatto importanti aperture per iniziative nel nostro territorio, dal carcere di Bolzano alla toponomastica in tedesco. Per questo ci asterremo. Voteremmo la sfiducia se nel suo discorso Berlusconi dovesse attaccarci, ma non penso che lo farà". Sul fronte dei berlusconiani, invece, si tenta di recuperare il voto del liberale Paolo Guzzanti. Il segretario del Pli, Stefano De Luca, assicura: "Il nostro deputato voterà la sfiducia". Guzzanti resta cauto ma pone condizioni assai difficili a Berlusconi: "Apprendo con sorpresa che il mio segretario ha già stabilito che io debba votare la sfiducia - dice - Ma se il premier dichiarerà in aula che la legge elettorale vigente è morta, io voterò la fiducia". La caccia va avanti. E se ancora devono prendere una decisione definitiva i tre deputati fuoriusciti da Idv e Pd, Domenico Scilipoti, Massimo Caleario e Bruno Cesario (tutti orientati alla fiducia), il pressing del centrodestra continua anche verso il valdostano Roberto Nicco, che però assicura il voto di sfiducia.

Con il mercato in grande fermento, non è un caso che nel Pdl non siano gradite le "ingerenze" della magistratura. Per il deputato azzurro
Giorgio Stracquadanio "non è reato pagare a un onorevole il mutuo". Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini non ha dubbi: "Questa compravendita è una vergogna che fa rabbrividire".

(13 dicembre 2010)

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