ANTONIO PADELLARO
Per noi del Fatto è stato un anno straordinario. E non soltanto perché, tra edicola e abbonamenti abbiamo costantemente superato le centomila copie giornaliere, con un numero complessivo di lettori che ci colloca stabilmente nella classifica dei quotidiani più diffusi (così come è avvenuto con Ilfattoquotidiano.it, tra i siti più visti in assoluto). Non è un dato puramente commerciale. E’ il segno di un rapporto con i lettori che si è andato rafforzando nel corso del 2010.
Avevamo fatto un patto. Noi difenderemo la nostra autonomia di giornalisti che scrivono i loro articoli senza dover chiedere permesso a nessuno. Voi sosteneteci versando ogni mattina quell’euro e venti che rappresenta (con un po’ di pubblicità) l’unico vero introito del nostro bilancio. Un patto che ha funzionato perché certe inchieste e certi titoli li abbiamo pubblicati solo noi. Dall’indagine della procura di Trani sul telebavaglio imposto da Berlusconi, ai trascorsi siciliani di Schifani, ai retroscena della trattativa Stato-mafia, al caso Ruby, la “nipote di Mubarak” adottata dal premier. E poi, le pagine sui misfatti della cricca, sulla vergogna dei terremotati abruzzesi abbandonati al loro destino, sulla scuola italiana di Adro diventata “padana”. E ancora: quel titolo “Viva
Ci stiamo preparando per il 2011, che è già domani. In cantiere tante nuove inchieste sull’Italia che non va. Ma anche sull’Italia che, malgrado tutto, riesce a realizzare idee e progetti con la forza dei propri valori. Vorremmo che il Fatto non fosse soltanto un giornale ma il punto d’incontro di una collettività di cittadini liberi. Gli abbonamenti sono il cemento che ci tiene insieme, noi e voi. Tanti ne abbiamo raccolti ma vi chiediamo uno sforzo in più. Magari risparmiando con gli abbonamenti smart e con quelli scontati per chi ne regala uno a un amico. Comunque, grazie.
Il Fatto Quotidiano, 31 dicembre 2010
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