giovedì 16 giugno 2011

LA POLITICA PEGGIORE

Brunetta insulta i precari due volte, prima dal vivo poi in un video dà la sua versione e li chiama “squadristi”

di Salvatore Cannavò

Il ministro Renato Brunetta non si smentisce mai. Dopo la pessima figura fatta alla “Giornata nazionale dell’Innovazione” in cui aveva definito “l’Italia peggiore” i precari che volevano interloquire con lui – ripreso in diretta da un cliccatissimo video disponibile sul fattoquotidiano.it - il ministro ha deciso ieri di giocare d’attacco diffondendo un suo video-messaggio di sfida in cui però non riesce a resistere alla tentazione di stravolgere i fatti.

COME SA BENE chi ha visto il video della contestazione, un minuto dopo che Brunetta ha chiuso il suo intervento alla manifestazione organizzata presso il Museo d’Arte contemporanea, si alza dal pubblico una donna che chiede di intervenire. “Prego”, le dice il ministro, “si accomodi”. Si chiama Maurizia e si presenta come una precaria della Rete. Ma non fa in tempo a finire la frase – avrebbe detto “Indipendenti Precari” - perché Brunetta si volta di scatto dicendo “Arrivederci”. Poi si gira di nuovo e pronuncia la frase incriminata: “Siete l’Italia peggiore”. A quel punto se ne va, strappa lo striscione che gli altri precari gli issano davanti e imbocca l’uscita salendo sull’auto blu. Non prima di essersi preso insulti e grida di “buffone”.

Su quella frase Brunetta è costretto a subire l’ondata di indignazione che si abbatte sulla Rete e non solo. Richieste di dimissioni, ingiurie, anche insulti. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani gli dà dell’estremista e lo definisce “fuori della realtà” mentre la Cgil parla di “un atto volgare che offende tutti”. Le critiche piovono un po’ da tutte le parti mentre a difendere il ministro si leva solo la voce del portavoce Pdl Daniele Capezzone. Brunetta decide allora di passare all’offensiva. Prima con una dichiarazione alle agenzie in cui spiega di non essersi rivolto ai precari ma di aver definito “l’Italia peggiore quella di quanti irrompono sistematicamente in convegni e dibattiti per interromperne i lavori, insultare i presenti e riprendere la loro bravata con una telecamerina portatile per poi passare subito il video ai giornali amici”. Non solo, “l'Italia peggiore è quella di quanti si nascondono compiacenti dietro questi signori (come Pierluigi Bersani e Leoluca Orlando Cascio), quella che usa la Rete come un manganello per agguati squadristici, senza aver nulla da dire”.

Ma la dichiarazione non basta a fronteggiare la marea che lo sommerge. E così Brunetta decide di registrare un video-messaggio. Lo fa, però, alla sua maniera, lanciando l’ennesima “sfida” - utilizza proprio questo termine – e dice che “adesso la controinformazione la faccio io”. Prima però fa della cattiva informazione ricostruendo in modo artefatto l’episodio oggetto di contestazione.

Sostiene, infatti, che alla donna che ha chiesto educatamente di intervenire, Maurizia Russo Spena (intervistata qui sotto), avrebbe risposto che “non c’era il tempo per approfondire il tema”. Poi, allontanandosi, è imbattuto in cinque contestatori che lo hanno affrontato al grido di “buffone”. E solo allora avrebbe detto che quella è “l’Italia peggiore”.

IL VIDEO dei fatti racconta tutta un’altra storia, come è evidente. Ma Brunetta va avanti e definisce i contestatori come dei “signori un po’ attempati che non hanno niente da fare che organizzare agguati. Con giornali compiacenti, pieni di precari”.Sembra pronto a un’inchiesta personale sul precariato nelle redazioni. Poi annuncia sfracelli: “Per me è una sfida. Adesso faccio io la controinformazione. Spiegherò chi sono queste quattro o cinque persone per vedere se sono rappresentanti dei precari o di loro stessi, dei loro fallimenti”. Uno dei contestatori, Rafael Di Maio, dal 2006 precario a Italia Lavoro non ha problemi: “Mica ci nascondiamo dietro a un dito. Lo abbiamo contestato nello specifico e lui ci insulta”.

Ieri la Digos di Roma si è rivolta al Fatto Quotidiano per avere in visione il video della contestazione pubblicato dal sito web, una richiesta poi lasciata cadere e della quale non è stata data spiegazione. Intanto, nel sondaggio Ipr-Marketing pubblicato da Repubblica.it, si legge che il gradimento di Brunetta è passato dal 61 per cento del gennaio 2010 al 39 del 13 giugno scorso.

Un tonfo di 22 punti.

E questo prima del video sulle contestazioni e della replica ministeriale.

Nessun commento: