CARLO BERTINI
Per capire con che umore il Cavaliere abbia accolto, 12 ore dopo il vertice di Arcore, l’ennesima uscita di Calderoli sui ministeri al Nord (terza in tre settimane, la prima il 21 maggio e la seconda a ridosso dei ballottaggi), basta sentire la reazione di uno dei «papabili» alla carica di Guardasigilli, Maurizio Lupi: «Noi gli uffici di rappresentanza dei dicasteri al Nord già glieli abbiamo dati. Se si vota tra un anno qualcosa nel frattempo lo devono pur fare... Lasciamo perdere, sono ben altri i problemi che dobbiamo risolvere con loro».
Insomma lo stato maggiore del Pdl giudica questa bandiera una forma di propaganda, forse utile ad alzare la posta, sicuramente non di buon auspicio, ma sempre propaganda, pure un po’ stagionata. La prima volta infatti fu a Paesana, in provincia di Cuneo, era l’11 settembre 2010 e tranne Alemanno e
Ecco, nove mesi dopo, quel «democraticamente» ha preso la forma di una «proposta di legge di iniziativa popolare sulla territorializzazione dei ministeri e delle altre amministrazioni centrali». Proposta che ieri lo stesso Calderoli ha depositato in Cassazione e sulla quale andranno raccolte 50 mila firme, cominciando guarda un po’ dal raduno di Pontida tra due settimane. Ma se l’ansia di propaganda è forte, le punture tra alleati non mancano e proprio ieri il ministro Matteoli ha bocciato un’altra proposta leghista, la «regionalizzazione dell’Anas» per far pagare pedaggi sulla Salerno-Reggio e sul raccordo anulare di Roma. E alle reazioni stizzite del Pdl fanno da contrappunto quelle non meno disincantate dei destinatari di questo coniglio dal cilindro, cioè i leghisti stessi, di vario rango. Il piemontese Gianluca Buonanno è piuttosto critico: «Spero che prima di Pontida tirino fuori qualcosa di meglio, qualche iniziativa forte sul fisco o su altro, perché questa roba qui anche se si realizzasse, cosa cambia?». Ma pochi hanno il coraggio di dire pubblicamente quello che in aula tra i banchi del Carroccio si tocca con mano «e cioè che dei ministeri non gliene importa niente a nessuno», come confessa un leghista che implora di restare anonimo. Invece sulle onde di Radio Padania la protesta va in scena. Della serie, lasciate stare «i parassiti» e pensate alle cose concrete, come gli incentivi alle aziende o «la priorità» degli immigrati.
Dunque anche ieri, come avvenne dopo la minaccia di Calderoli «niente ministeri, niente tasse», ognuno fa la sua parte: i colonnelli del Pdl salendo sulle barricate o dissimulando l’imbarazzo; Alemanno e Polverini tuonando contro «l’inaccettabile affronto alla Capitale»; il governo preparando un decreto di palazzo Chigi da far approvare giovedì al Consiglio dei ministri per trasferire al Nord gli uffici dei dicasteri di Bossi e Calderoli. E l’opposizione sfornando battute di profonda indignazione: «
8 commenti:
Certo, bravi come lo Stato Maggiore della Lega a prendere per il (e metterlo nel) culo della propria base elettorale non c'è nessuno che li eguagli. Questa gente è vent'anni che campa sui paradossi, senza che mai l'elettore leghista media abbia fiutato aria d'imbroglio!
vero o falso?
(con tutti i problemi che ci sono... 'sti incoscienti!)
Vero, verissimo! M< solo uno spot per la base.
Finalmente ce l'hanno fatta, ora il Nord avrà il Ministero Ittico, dove la Trota sarà ministro, l'erede di Bossi finalmente avrà un aumento sull' attuale esiguo stipendio, e finalmente anche dal Sud si leverà la voce "MIlano ladrona"....:DDDDDDDDDDDD
Molto divertente!
Hai cambiato avatar! Immagino solo per un po', fino a dopo i referendum!
Si, solo fino a Lunedì.. un diavoletto con quattro SI.
Hai notato che la controparte non ha messo manifesti per il NO? Codardi!!!
Notato!
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