ENRICO FIERRO
Dura telefonata di Luigi De Magistris al premier: "Assumiti le tue responsabilità". Oggi, intanto, la giunta vara la prima delibera sulla monnezza. Il sindaco: "Sarà una rivoluzione". In strada ci sono 1.500 tonnellate di spazzatura.
Servono “ulteriori approfondimenti”, così il governo liquida l’ennesima emergenza rifiuti a Napoli e in Campania. Il decreto per consentire il trasferimento della monnezza fuori regione neppure ieri è stato approvato, troppe le resistenze della Lega e delle regioni del Nord, troppo debole la schiera dei parlamentari campani del Pdl, ininfluenti gli appelli del governatore della Regione Stefano Caldoro e dei presidenti delle Province, tutti del partito di Berlusconi. Ed è proprio al Presidente del Consiglio che in serata arriva una telefonata di Luigi de Magistris. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, ma anche gli altri, il governo, la regione e la provincia, devono muoversi, è la sostanza del colloquio.
É amareggiato il nuovo sindaco di Napoli. “Prendiamo atto, ancora una volta, che il Governo non ha approvato un decreto legge fondamentale per Napoli e
Il rischio è il collasso, a Napoli, con una temperatura che ieri superava i 30 gradi, ci sono 1500 tonnellate di rifiuti per le strade, 10mila nell’intera provincia. E sotto il Vesuvio ancora ricordano la frase di Berlusconi a poche ore dal ballottaggio che decretò il trionfo di de Magistris, la sconfitta dell’industriale Lettieri e l’umiliazione del Pdl: “Se perdiamo poi è inutile che i napoletani vengono a bussare da noi”. Parole che rafforzano il sospetto che sulla pelle della città si sta facendo un gioco sporco. Proprio nel giorno in cui Luigi de Magistris presenta la sua giunta di professori ed esperti, e il primo atto del nuovo governo cittadino: una delibera sulla gestione dei rifiuti che punta su tutto quello che nei decenni precedenti non è stato fatto. Raccolta porta a porta fino a coinvolgere 325mila abitanti, dai 146mila di oggi, differenziata spinta, impianti di riciclaggio e compostaggio. Con un no fermissimo alla spesa di 480 milioni per la costruzione di un inceneritore nel cuore industriale della città.
“Le nostre scelte mettono in discussione affari vecchi e nuovi sull’emergenza rifiuti, il no all’inceneritore fa tremare le lobby del settore, la camorra delle discariche abusive, del trasporto illegale dei rifiuti, si sente messa all’angolo. Stanno reagendo, ecco tutto”. E’ lo sfogo di un giovane consigliere comunale. La situazione è drammatica tanto che lo stesso governatore Caldoro non esclude la proclamazione dello stato d’emergenza. “Non escludo la possibilità che siano le stesse Province e i Comuni a chiedere alla Regione di comunicare al governo la richiesta di stato di emergenza”. É una battaglia, quella che si combatte sulla monnezza, sull’orlo di un nuovo baratro ambientale, civile ed economico.
E’ una guerra tutta politica tra
da Il Fatto Quotidiano del 17 giugno 2011
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