Le nuove norme sulla responsabilità civile dei giudici costituiscono un "rischio" per i "principi di autonomia e indipendenza della magistratura". Lo scrive il Consiglio superiore della magistratura in un parere approvato a larga maggioranza (19 sì, 4 no) sull'emendamento Pini , il provvedimento che prevede che le toghe siano punibili non solo per dolo o colpa grave ma anche per “manifesta violazione del diritto”.
Il documento del plenum. Così si introduce "una responsabilità civile dei giudici sostanzialmente senza limiti, in contrasto con l'indipendenza dei giudici e con il diritto dell'Unione Europea, che la impone", ha denunciato il primo presidente della Cassazione Ernesto Lupo. "E' evidente che un rischio eccessivamente elevato di incorrere in responsabilità civile diretta o indiretta avrebbe un effetto distorsivo sull'operato dei magistrati, i quali potrebbero essere indotti, al fine di sottrarsi alla minaccia della responsabilità, ad adottare, tra più decisioni possibili, quella che consente di ridurre o eliminare il rischio di incorrere in responsabilità, piuttosto che quella maggiormente conforme a giustizia". Nel documento è stato poi sottolineato come
I contrari. Voto negativo al parere dai membri laici del Pdl, Annibale Marini, Filiberto Palumbo, Bartolomeo Romano e Nicolò Zanon, che hanno accusato il Consiglio superiore di comportarsi come "Terza Camera" per la coincidenza temporale della discussione sul parere con l'esame dell'emendamento, oggi al vaglio della Camera.
Vietti: "Se non ora quando?". Pronta la replica del vicepresidente Vietti: "Se non ora quando?", ha detto l'ex deputato Udc, ricordando che, nello "spirito di leale collaborazione" che anima l'attività del Consiglio, è doveroso esprimersi prima che le norme siano approvate, anche per "segnalare al ministro eventuali ricadute negative". Dopo, ha sottolineato Vietti, si tratterebbe di un "intervento tardivo".
Il richiamo alla Carta di Nizza. Nel parere approvato dal plenum è stato inoltre inserito un richiamo all'articolo 47 della Carta di Nizza così come richiesto dal primo presidente della Corte di Cassazione Ernesto Lupo. "E' anomalo e paradossale - ha sottolineato Lupo - che un adattamento a una legge comunitaria sia invece in contrasto con il diritto dell'Unione europea. Infatti l'articolo 47 della Carta di Nizza impone come garanzia fondamentale l'indipendenza del giudice mentre l'attuale formulazione della norma prevede la responsabilità diretta del giudice senza limiti".
Terzo Polo: "Sì all'arresto di Papa". Intanto, al termine dell'incontro tra Fli, Api, Udc e Mpa, i vertici del Terzo Polo hanno annunciato il voto favorevole all'arresto di Alfonso Papa. A confermarlo è stato Giuseppe Consolo, deputato di Futuro e Libertà e vicepresidente della Giunta per le Autorizzazioni di Montecitorio.
(28 giugno 2011)
Nessun commento:
Posta un commento