martedì 12 luglio 2011

Paolini non sarà il relatore in Giunta "Meglio se Milanese lo difende uno del Pdl"

Il deputato leghista Luca Rodolfo Paolini ha rinunciato a fare da relatore del caso Milanese davanti alla Giunta per le Autorizzazioni a procedere della Camera. Marco Milanese , il deputato Pdl ex consigliere del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, è accusato di corruzione, rivelazione del segreto d'ufficio e associazione a delinquere . La Giunta per le autorizzazioni a procedere di Montecitorio inizierà l'esame del caso a partire da domani, dopo il voto sulla richiesta di arresto del deputato del Pdl Alfonso Papa, anche lui coinvolto nell'inchiesta P4, sul quale l'organismo di Montecitorio deve esprimersi entro il 15 luglio.

Paolini ha comunicato la sua rinuncia formalmente e per iscritto al presidente della giunta,
Pierluigi Castagnetti. Raggiunto telefonicamente, il deputato del Carroccio si è limitato a spiegare che la decisione è stata presa "per motivi di opportunità" in quanto "è meglio che il relatore sul caso Milanese sia un esponente del suo stesso gruppo, ossia un deputato del Pdl".

"Ieri l'incarico mi era stato affidato dal presidente Castagnetti - spiega ancora Paolini - Dopo aver riflettuto, ho ritenuto più opportuno rinunciare e ho consegnato la mia lettera di dimissioni". Per ora però, sottolinea il deputato della Lega, "nessun orientamento sul voto" in Giunta. "Oggi - continua - ho preso le nuove carte arrivate (tra cui la richiesta dei pm di Napoli di poter aprire cinque cassette di sicurezza riconducibili a Milanese, ndr). Vanno studiate e poi decideremo". "Con il Pdl - conclude Paolini - non ho parlato. Ma è meglio che la difesa di Milanese la facciano loro".

"Sarebbe politicamente inopportuno" ha confermato il capogruppo della Lega alla Camera,
Marco Reguzzoni, spiegando che comunque la Lega ha le "mani libere" sui casi più scottanti in Giunta. "Noi siamo per la totale trasparenza e quindi voteremo a favore di tutte le richieste della magistratura per quanto riguarda gli atti di indagine, cassette di sicurezza comprese. Quanto agli arresti, valuteremo caso per caso se c'è fumus persecutionis. Mi dispiace che il processo mediatico sia già iniziato, ma ci comportiamo sulla base della totale trasparenza". In ogni caso, Reguzzoni esclude che sulla eventuale richiesta di arresto vi sia un vincolo di maggioranza a pronunciarsi: "Non fa certo parte del programma di governo".

(12 luglio 2011)

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