di Flavia Perina
Caro direttore, Pdl e Lega ieri hanno lavorato alacremente per aumentare il “legal divide”, il divario di legalità, che spacca ricchi e poveri, potenti e pezzenti, garantiti e outsider nel nostro Paese.
Zero tutela da una parte, tutela a oltranza dall’altra. Arresto a tempo indeterminato per chi ha la sola colpa di essere uno straniero in cerca di miglior fortuna, impunità garantita a chi è sospettato di aver commesso reati gravi a danno dell’intera comunità, usando la sua qualifica di magistrato e parlamentare per ostacolare la legge e compiere reati da strada come la ricettazione di orologi rubati.
Mi chiedo spesso se nessuno si vergogni tra i garantisti in servizio permanente effettivo del Popolo della libertà. Con la mano destra votano e difendono provvedimenti all’insegna della tolleranza zero verso i poveracci e con la mano sinistra approvano scudi immunitari per i ricchi lestofanti che fanno parte del loro club, arrampicandosi sulle più fantasiose argomentazioni. E
La recita demagogica che va in onda nella maggioranza ogni volta che si parla di legalità, di diritti e di valori sta oltrepassando i limiti del ridicolo, oltreché quelli della Costituzione . Fuori dalla cerchia degli interessi del governo tutti meritano la galera, il sequestro dei beni, l’oscuramento e la dannazione: dagli studenti, per i quali furono proposti addirittura gli arresti preventivi, fino ai genitori responsabili di atti di pietas come Beppino Englaro; dagli agricoltori insolventi espropriati da Equitalia per poche migliaia di euro ai blogger che utilizzano liberamente i materiali disponibili sulla rete. Dentro il cerchio magico della maggioranza, invece, è tutto e solo fumus persecutionis, invenzione, accanimento giudiziario. Un indagato per concorso in associazione mafiosa come Saverio Romano può essere nominato ministro e rimanere al suo posto anche quando gli arriva una richiesta di rinvio a giudizio, limitandosi a dire “spiegherò”. Una indagata per sfruttamento della prostituzione come Nicole Minetti può giustificare il suo incarico con la frase “c'è chi ha avuto una Land Rover e chi è stato eletto al Consiglio regionale”, come se fosse la stessa cosa ricevere un regalo privato o un incarico pubblico pagato da tutti gli italiani. Sono atti di arroganza che sarebbe difficile mandare giù anche in un contesto diverso, ma che diventano insopportabili nel quadro delle quotidiane prediche moralistiche e misure securitarie che Pdl e Lega sfornano a getto continuo rivolgendosi ai cittadini normali e ostentando una intransigenza che vale sempre e solo per “gli altri”. Si parlava una volta di giustizia di classe “che serve a tener sotto le masse”. Non so quanto ci fosse di vero, ma la giustizia di casta è persino peggio, risulta ancora più insopportabile.
2 commenti:
Parole condivisibili al 100%
Ma a quella gente che ha la faccia di m...da, queste parole non fanno né caldo né freddo, non le ascoltano nemmeno.
Cara Anna, nel tempo, da quando non è più il direttore de Il Secolo d'Italia un tempo organo ai AN (Alleanza Nazionale)e prima ancora del MSI (Movimento Sociale Italiano) - partiti che si sono succeduti nel tempo l'uno al posto dell'altro - rappresentando al Destra Italiana, FLAVIA PERINA scrive su IL FATTO QUOTIDIANO sotto forma di lettera al Direttore, pubblicata sempre in ultima pagina.
Queste lettere al Direttore non sono sistematiche ma legate a singoli episodi della politica italiana.
Ebbene, in questo modo almeno io, ma credo non solo io, ho imparato ad apprezzare lo stile di questa brava giornalista ed intellettuale di destra (non ve ne sono molti di intellettuali a a destra). Mi piace sempre più.
La denuncia contenuta in questa lettera e le previsioni in ordine allo sviluppo dei fatti hanno una altissima probabilità di verificarsi.
Paradossalmente, il non essere più Direttore de Il Secolo d'Italia (quotidiano oggi in mano alla destra becera alleata con Berlusconi), che io non leggevo, è servito a farmi conoscere Flavia Perina, assieme a me l'oltre mezzo milione di lettori dell'edizione online e dei centomila abbonati al Fatto quotidiano.
Grazie per essere intervenuta.
Posta un commento