di GIULIANO BALESTRERI
La Germania non si muove di un millimetro. E nell'incontro a Strasburgo tra Angela Merkel, Mario Monti e Nicolas Sarkozy ribadisce il suo no agli eurobond: "Prima - dice la cancelliera tedesca - serve più disciplina sui bilanci". Alle Borse però la disciplina non interessa e così i mercati rallentano dopo il mini rally della mattina. Piazza Affari dopo aver recuperato a lungo oltre il 2% azzera tutti i guadagni e chiude la seduta in parità (+0,03%), a Londra il Ftse100 ha ceduto lo 0,7%,
a Francoforte il Dax lo 0,37%, mentre a Parigi il Cac40 ha recuperato lo 0,11%.
Eppure la giornata si era aperto in tutt'altra maniera. Secondo la Bild la Germania, infatti, sarebbe stata pronta a cedere sul tema degli eurobond in cambio di una riforma dei trattati dell'Unione europea . Una prospettiva che aveva rilanciato l'entusiasmo degli investitori. Ma che soprattutto avvrebbe accolto le pressioni degli altri Stati membri, Francia in testa, che vogliono anche rinforzare i poteri della Bce. Il ministro francese degli affari esteri, Alain Juppè, proprio prima del vertice di Strasburgo , ha chiesto alla Banca centrale europea di "giocare un ruolo essenziale" per salvare la zona euro. Le pressioni, infatti, si riflettono anche sulla moneta unica scambiata a 1,33 nei confronti del dollaro, ai minimi da inizio ottobre.
Le tensioni sul Vecchio continente restano alte e, per la prima volta, vola anche il rendimento dei titoli di Stato tedeschi che in avvio di seduta abbatte il muro del 2% a 2,22%, ai massimi dallo scorso 16 agosto, prima di ripiegare in chiusura a al 2,18%. A innescare la spirale negativa la fallimentare asta da sei miliardi della Bundesbank di ieri dove l'invenduto è salito al record storico del 35%. Insomma secondo gli investitori fermare l'effetto contagio diventa sempre più difficile. E, d'altra parte, l'ultimo report di Credit Suisse descrive, senza mezzi termini, gli "ultimi giorni dell'euro per come lo conosciamo ", a meno che vengano presi provvedimenti immediati. E di certo non aiuta la decisione di Fitch di tagliare a "junk", spazzatura, il rating del Portogallo sceso a Bbb- con outlook negativo. Come a dire che la situazione potrebbe peggiorare ancora.
I timori sulla Germania non riescono ad allentare la pressione sui titoli di Stato italiani: il rendimento resta a livelli record con i Btp a 10 anni rendono oltre il 7%, mentre i Bonos spagnoli scendono al 6,5%. Trema anche la Francia che con un rendimento al 3,6% rischia di perdere il suo rating a tripla A. E se in mattinata calava il differenziale di rendimento tra Bund e Btp, a fine giornata è tornato a 495 punti.
Nel frattempo il prodotto interno lordo della Germania è cresciuto nel terzo trimestre dello 0,5% (lettura finale) rispetto ai tre mesi precedenti, dato invariato dalla prima stima e in linea con le attese.
A Piazza Affari tra i brillano i bancari, Unicredit (+2,81%) e Intesa Sanpaolo (+1,48%), nel giorno della nomina di Enrico Cucchiano come nuovo ad , anche se entrambe restano lontane dai massimi. Ma la migliore performance del paniere principale va a Fiat (+4,29%) nel giorno della chiusura dello stabilimento di Termini Imerese.
(24 novembre 2011)
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