Nel rapporto sull'area euro, l'agenzia di rating lancia l'ennesimo sos sulla tenuta di Eurolandia: "O misure immediate o disfacimento della moneta unica". Nel frattempo l'Fmi smentisce un piano di aiuti all'Italia e lo spread tra Btp e Bund è già sopra quota 500
Possibilità di crac multipli, Eurolandia a rischio disfacimento, urgenza assoluta di misure di rilancio: più che un rapporto, quello dell’agenzia di rating Moody’s assomiglia ad un ultimatum all’Europa. Bisogna fare in fretta prima che tutto crolli. Parole nette, inequivocabili, perché le probabilità di più default fra i paesi dell’area euro “non sono più insignificanti” e, se ciò accadesse, “aumenterebbe significativamente la possibilità che uno o più paesi, oltre al default, escano da Eurolandia”.
L’aggravarsi della situazione, secondo l’agenzia di rating, non è un fulmine a ciel sereno, ma è collegato direttamente a quanto accaduto nelle ultime settimane a causa della “incertezza politica in Grecia e in Italia e il peggioramento delle prospettive economiche”. Quello di Moody’s è un aut aut: “In assenza di misure che nel breve termine stabilizzino i mercati, le valutazioni sui paesi dell’area euro e dell’Unione Europea potrebbero essere riviste”. L’agenzia prevede di completare la revisione dei rating dell’Eurozona nel primo trimestre del prossimo anno: per far ciò, Moody’s parte da una certezza non più inaffondabile: la tenuta dell’area euro, una convinzione di certo positiva, ma che “porta con sè implicazioni molto negative sul rating”.
“La rapida escalation della crisi del debito dell’area euro e del settore bancario – ha scritto Moody’s nel suo rapporto – sta minacciando tutti” i rating sovrani dei paesi europei e l’aumento della pressione su Eurolandia ha spinto le autorità ad agire rapidamente per riportare fiducia. Anche in questo caso, le parole utilizzate nel documento non sono scelte a caso: “L’area euro ha punti di forza finanziari ed economici – hanno scritto i tecnici – ma la debolezza istituzionale continua a frenare la risoluzione della crisi e pesa sui rating. Eurolandia è vicina a un bivio che la porterà o verso una più stretta integrazione o verso una maggiore frammentazione”, con il default e l’uscita dall’area di uno o più paesi.
Come se non bastasse l’allarme di Moody’s, stamane il Fondo monetario internazionale ha smentito l’indiscrezione circolata nello scorso fine settimana: non ci sarebbero, infatti, contatti con l’Italia per un piano di aiuti. “Non ci sono colloqui con le autorità italiane su un programma di finanziamento”, ha risposto un portavoce del Fmi alle domande dei giornalisti. Sul fronte finanziario, inoltre, le notizie allarmanti hanno influito sin da subito sul differenziale tra titoli di Stato italiani (Btp) e tedeschi (bund), con lo spread partito subito sopra quota 500 punti.
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09.00 – Piazza Affari apre in positivo:+1,2%.
08.55 – Germania pensa a emissione bond con 5 paesi a tripla A. Secondo il giornale tedesco Die Welt la Germania sta pensando di emettere bond in comune con altri 5 paesi dell’Eurozona tutti dotati della tripla A. Il giornale, che cita fonti di alti diplomatici dell’Ue, elenca Francia, Finlandia, Olanda, Lussemburgo e Austria. Il mini-eurobond non servirebbe soltanto a finanziare i sei paesi citati ma potrebbe essere utilizzato anche per altri paesi, come Italia e la Spagna, ma solo a strette condizioni. L’interesse su questi bond dovrebbe essere tra il 2% e il 2,5%.
08.51 – Spread a 504 punti. Lo spread tra Btp 10 anni e il Bund apre la settimana sopra a quota
8.42 – Tokio in rialzo grazie a La Stampa. A innescare il rialzo della Borsa di Tokyo è stato un articolo del quotidiano torinese La Stampa, in cui si riportava che il Fondo Monetario Internazionale avrebbe approntato un piano da 600 mld di euro per il salvataggio dell’Italia. Le azioni della Toyota Motor sono salite quasi del 3%, dopo che il quotidiano economico-finanziario Nikkei ha riportato sabato che il gruppo giapponese e Bmw avrebbero in corso discussioni per stringere un’alleanza nei veicoli ecocompatibili.
8.38 – In ripresa Borse asiatiche. Il rialzo dell’euro sul dollaro (+0,5%) e sullo yen (+0,3%) insieme alle vendite al dettaglio Usa superiori alle attese registrate nel Giorno del Ringraziamento (+16%) hanno spinto i listini asiatici decisamente al di sopra dei livelli minimi toccati nelle ultime sedute. Tokyo ha guadagnato l’1,5%, Hong Kong, ancora aperta, sale di oltre il 2% e Sidney ha chiuso con un rialzo dell’1,8%.
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