Fini e Schifani: "Non è vero che Camere non vogliono tagliare". Sul fronte del lavoro, fallisce l'incontro tra Monti e i sindacati per scongiurare lo sciopero generale. Tabacci: "Lavoriamo ancora sulla tassazione dei capitali scudati, sottoscrizione di Btp per mantenere l'anonimato"
I sindacati non cedono. Non sono bastate due ore di incontro con il presidente del Consiglio Mario Monti per cambiare la posizione. Confermate quindi tutte le iniziative di Cgil, Cisl e Uil contro la manovra. A cominciare dalle tre ore di sciopero di domani e i presidi fino ad ora programmati per protestare contro la manovra, definita un’opera “già compromessa”. Così i tre segretari hanno commentato a palazzo Chigi al termine dell’incontro “informale” con il premier. Susanna Camusso ha ribadito: “Abbiamo espresso le nostre posizioni, ma dal governo è arrivato solo un impegno generico a tener conto di quanto detto in questi giorni”. Molto delusi anche Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, che sono comparsi in sala stampa per pochi minuti, commentando laconicamente il colloquio con Monti. Di certo, ha detto Angeletti, il “risultato non è per nulla soddisfacente”.
Intanto si infiamma l’altro dibattito di questi giorni, quello sui tagli alle indennità parlamentari, con la Lega che si schiera con la Casta. Il senatore Piergiorgio Stiffoni paventa un parlamento di “sciattoni” se dovessero passare ulteriori tagli agli emolumenti di deputati e senatori: ”E’ stato approvato, tutti concordi, che i nostri emolumenti siano nella media europea”, afferma Stiffoni, “se non altro la figura del parlamentare nazionale sia commisurata nella sua totalità alla media delle nazioni europee”. E’ una questione di “decoro”, secondo il parlamentare trevigiano: “Se vogliono una classe politica di sciattoni, è una scelta che si può fare, ma mi sembra che un certo decoro ci debba essere anche di chi lavora in Parlamento”.
La sua filippica si scaglia contro la stampa e certi articoli “emozionali” e “pieni di rancore”. Che seguirebbero “i vari Rizzo e Stella (Sergio Rizzo e Gianantonio Stella, giornalisti del Corriere della Sera e autori del celebre libro “La Casta”, ndr) che evidentemente sono i portatori d’acqua di certa antipolitica, che non è quella dei grillini, ma è un’antipolitica ben più pericolosa che viene da certe lobby europee, alle quali interessano poco parlamenti nazionali e democrazia, allora sì che sono problemi!”. Da qui il passo è breve per evocare le ”potenze massoniche europee, legate a certi grandi quotidiani”, alle quali “interessa tanto avere propri omologhi al vertice decisionale dei paesi per poter imporre le loro regole”.
Quello degli stipendi dei parlamentari è solo uno dei temi caldi della giornata politica, insieme a pensioni e all’Ici sugli immobili della Chiesa. Mentre sui giornali, sul web e nella società civile monta la protesta contro l’autoconservazione dei privilegi della casta, i diretti interessati cercano di gettare acqua sul fuoco. “Non corrisponde al vero quanto ipotizzato da alcuni organi di informazione circa la presunta volontà del Parlamento di non assumere comportamenti in sintonia con il rigore che la grave crisi economica-finanziaria impone a tutti”. E’ quanto hanno dichiarato i presidenti di Senato e Camera a proposito della polemica sulle voci di un mancato taglio degli stipendi dei parlamentari. In tal senso, Renato Schifani e Gianfranco Fini hanno sollecitato il presidente Istat, Enrico Giovannini, “a concludere nel più breve tempo possibile i lavori della commissione” incaricata di studiare le indennità parlamentari in Europa “per poter subito procedere” al taglio delle indennità in Italia.
“Come dimostrano anche le recenti decisioni autonomamente assunte dagli Uffici di Presidenza di Senato e Camera sulla nuova disciplina dei cosiddetti vitalizi – hanno scritto Schifani e Fini in una nota – il Parlamento è pienamente consapevole dell’esigenza di dar vita ad atti esemplari e quindi anche di adeguare l’indennità dei propri membri agli standard europei, secondo quanto già votato in Aula nei mesi scorsi sia a Palazzo Madama che a Montecitorio“.
Intanto emergono nuovi dettagli sulla tassa ai capitali “scudati”, dopo i rilievi tecnici sulla difficoltà di applicarla. Secondo il parlamentare del Terzo Polo Bruno Tabacci, agli “scudati” si chiederà o un prelievo aggiuntivo (dall’1,5%, previsto ora dalla manovra, al 3,5% per i capitali e al 5% per gli immobili) o “in alternativa la sottoscrizione di Btp decennali con un tasso di interesse al 2,5-3%, mantenendo l’anonimato. Il Tesoro sta verificando queste ipotesi”, riferisce Tabacci a margine dei lavori in corso alla Camera. Gli introiti andrebbero a copertura delle esigenze espresse dal Parlamento, ovvero le modifiche sulle pensioni e sull’Imu.
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