mercoledì 21 maggio 2008

GOMORRA - Il patto di ferro tra mafia e politica

Roberto Silvestri

«E l'uomo si ricordi che molte superbe e ricche città, proprio quando l'uomo si crederà padrone del cosmo, faranno la fine di Sodoma e Gomorra». Così Giordano Bruno anticipava di 500 anni il primo volo sulla luna e l'autodistruttiva globalizzazione.
Ma oggi leggiamo alla fine di Gomorra di Matteo Garrone, che la Camorra, apocalitticamente corretta, ha già acquistato azioni per la ricostruzione delle Torri Gemelle di Manhattan...
La potenza visiva del best seller scioccante di Roberto Saviano, analisi accurata e denuncia accorata della crescita criminale, economica e politica della camorra come multinazionale, non più come sola autovalorizzazione feudale del territorio, è da ieri racchiusa nelle 2 ore e 18 minuti di questo film d'immediato successo che, attraverso 5 intrecciati affreschi necrorealisti, su manovalanza, apprendistato, controllo capillare del territorio marginale, ipersfruttamento tessile (a istigazione cinese) e incarognimento degli strati intermedi, subimprenditoriali e «di fuoco», restituisce l'esperienza emotiva e la scultura interiore di almeno un pezzo del mosaico.
Ridipinta la scenografia con il colori «fango su fango» di Toccafondo, e dotata di sensibilità populista, a glorificare i peggiori dei peggiori, perché per essi è il regno dei cieli, ecco la parte bassa della camorra: i quartieri costruiti da architetti più criminali di chi li abita, i corpi e le pulsioni deviate di chi è condannato a non poter mai volere «tutto e subito», pur producendo tutto e subito.
I più stritolati.
L' «Africa», i «rom dei rom» falso abbronzati della camorra.
Certo, il film (vedi l'episodio di Toni Servillo, smistatore di scorie cancerogene, e dell'allievo alla fine indocile «Roberto», al cui personaggio sono affidate le sole speranze etico-didattiche dell'opera) spinge troppo nel fuori campo, affidandolo alla ricezione di parte, ciò che il best seller ha scodellato con scandalo maggiore, il patto di ferro tra camorra e potere politico.
Ma, nel «dopo Rosi», dunque «a causa di Rosi», non rischiamo forse - si sarà chiesto Garrone - di essere sbeffeggiati come ideologici e demodé?
Fuori campo, se non nella didascalia finale, anche le cifre, per essere «spettatori oggettivi».
I 25 mila affiliati e i 200 mila fiancheggiatori della mafia; i 4000 morti di camorra in 30 anni, i 150 miliardi di euro l'anno di giro d'affari (per la Fiat 58) e d'investimenti planetari provenienti da tutto ciò che sappiamo e soprattutto, sono orrori recenti - e il film ne è avvelenato, dallo smaltimento dei rifiuti tossici (altro che eroina).
Se amianto e superballe di riciclaggio illegale fossero accorpati diventerebbero una montagna alta 14.600 metri.
E così torna al magnate furbetto nordista, sotto forma di mozzarelle e pomodori avvelenati, quel che lui ha fatto seppellire nelle viscere della Campania.
Già, ma le bufale non ridono neanche nel «biutiful cauntri». Che in questi giorni è furioso, senza più santi a cui votarsi, se non di apocalittica potenza di fuoco.
Sono quelli che il papa e Fini minacciano, come «relativisti culturali».
Matteo Garrone e Roberto Saviano cercano di non raggiungere Giordano Bruno sul rogo.
Se la civiltà cristiana occidentale tollera infatti non l'esistenza di indispensabili peccatori, come i «casalesi», in questo caso, ma la vista delle diavolerie urbanistico-sociali che stritolano Napoli e Caserta, così come dei ghetti di commuovente povertà che ornano Los Angeles e Lagos di identica fame, rendendo vana la caccia ai veri peccati e peccatori, vuol proprio dire che quelle «radici culturali» vanno sostituite, e presto.

4 commenti:

madda ha detto...

GIORDANO BRUNO aveva ragione.

Il passato potrebbe ancora insegnare qualcosa a qualcuno!!!

Ma oggi sono in pochi ad avere ancora voglia di imparare qualcosa.
La curiosità intellettuale, che spingeva grandi uomini (e donne) a fare scoperte prodigiose e a realizzare cose egregie per la collettività, si è andata progressivamente spegnendo in molti.
Quei molti che ora sono in giro ad aprir bocca tanto per...dando manforte a quei pochi che stanno affossando la società civile nel mondo, anche laddove si fa un gran parlare di democrazia.
O sbaglio?

madda ha detto...

GIORDANO BRUNO aveva ragione.
Il passato potrebbe ancora insegnare qualcosa a qualcuno!!!
Il guaio è che la curiosità intellettuale, quella che spingeva grandi uomini (e donne) a realizzare imprese e cose egregie per la collettività, pare si stia progressivamente spegnendo nel mondo.
Molti aprono bocca tanto per...riuscendo a sortire l'unico effetto di dare manforte a quei pochi che stanno mandando il mondo in rovina, anche laddove si fa un gran parlare di democrazia.
O sbaglio?

Anonimo ha detto...

La "mafia" non è una organizzazione o una famiglia. Così come non lo sono "camorra" e "ndrangheta". Sono solo "sistemi" che creano reddito. E oggi purtroppo un reddito sicuro si può ottenere solo se si è appoggiati da qualcuno, meglio se qualcuno di "Roma". Infatti se si vuole vincere una gara di appalto, ottenere una licenza, passare un esame, ottenere finanziamenti privilegiati o comunitari, ottenere un posto statale o altro, il tutto per ricavare un reddito sicuro, è solo possibile con l'appoggio di qualche politico. Non esiste nessun altro sistema. Ecco, per l'appunto, il "sistema".
Questo sistema è "mafia", "camorra", "ndrangheta".
La mia personale opinione.
F.to uno qualunque.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

E' bene distinguere fra un clima di malaffare e le organizzazioni criminiali (Mafia. Camorra, 'ndrangheta, Sacra Corona Unita), che sono associazioni di stampo mafioso presenti non solo in Italia.
Queste mafie hanno un volume economico annuo di oltre 150 miliardi di euro, tre volte la Fiat.
Scherziamo ?
Che poi la società italiana e lo Stato siano alla deriva, questo è ciò che dovrebbe preoccupare il cittadino.
Il singolo ormai non ha più forza, ma una coalizzazione d singoli sarebbe ben altra cosa.
Lettura consigliata: "La Deriva", di Gian Antonio e Sergio Rizzo- Rizzoli - maggio 2008.
Da leggere poco per volta, perchè si viene assolito da sgomento e timore per il futuro anche immediato.
Si può anche essere uno qualunque, ma deve essere almeno informato.