'Razzista io? No, è lui che è negro'.
Nota battuta che ben descrive l'atteggiamento di molti di noi di fronte al razzismo.
Il razzismo infatti è prima di tutto la tendenza ad attribuire a una intera categoria di persone (un popolo, un'etnia, gli abitanti di una regione o di una città, ecc.) le caratteristiche - non importa se vere o soltanto presunte - di alcuni fra loro: gli scozzesi (e gli ebrei) avari, i tedeschi pedanti, gli inglesi arroganti, gli italiani mafiosi. E questo nonostante che ognuno di noi conosca esempi di ebrei generosi, di tedeschi arguti e brillanti, di inglesi gioviali e di italiani onesti e operosi.
L'enfasi data da alcuni partiti ai problemi della sicurezza, amplificata dai media, ha portato molti a recepire acriticamente l'equazione "rom = rumeno = criminale" con il corollario inverso (che ancor meno ha una giustificazione logica) "criminale > rumeno > rom": una deriva che porta alla discriminazione razziale.
Ben volentieri perciò inoltro queste pacate parole di Lorenzo Renzi, docente di Filologia romanza a Padova, che mi sono state inviate da Pier Marco Bertinetto e Emilio Renzi.
Se le condividete vi prego di inoltrarle a vostra volta; altrimenti vi prego di scusare l'intromissione nella vostra posta.
Un caro saluto da una Bologna diluviosa.
Lorenzo Enriques
1 commento:
Bella questa!
Anche il nero, alla stessa stregua, potrebbe dire:
'Razzista io? No, è lui che è bianco'.
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