Procuratore, quali saranno le conseguenze sulle indagini se passa il ddl annunciato dal governo?
«Un conto sono le dichiarazioni di intenti, anche se fatte dal presidente del Consiglio, altro è l'articolato messo nero su bianco. Vorrei prima vedere il testo. Tuttavia, sappiamo che le intercettazioni sono uno strumento indispensabile non soltanto per il crimine organizzato e per il terrorismo ma anche per altre forme di violazione di legge... Penso alla malasanità, ai reati contro la pubblica amministrazione, a quelli economici».
«C'è un problema di divulgazione di fatti e circostanze emergenti dalle intercettazioni sui quali dovrebbe esserci un giro di vite. Dovrebbe essere utilizzato, e quindi conoscibile, solo ciò che è strettamente pertinente al processo. Va individuato un punto di equilibrio tra ciò che serve all'investigazione e ciò che è violazione della privacy. Ma non è facile».
Anche il ddl Mastella aveva tentato di mettere un freno alle forzature.
Alcuni magistrati ma anche il presidente della commissione Giustizia della Camera, Giulia Bongiorno, propongono di affidare a un collegio di giudici e non più al gip il compito di dare l'autorizzazione per le intercettazioni. Che ne pensa?
- i primi collaboravano a tutto campo, ad iniziare da Patrizio Peci primo pentito delle BR;
- i secondi si autoaccusano solo dei reati da loro commessi, senza tirare in ballo i propri compagni.
Gian Carlo Caselli era il G.I. competente, affiancato da altri magistrati, fra i quali Maurizio Laudi, oggi Procuratore della Repubblica Tortona e per molti anni giudice sportivo della F.I.F.A.
Caselli è stato anche il destinatario di una norma ad personam negativa, che poneva il paletto dell'età (66 anni) per concorrere ad incarichi di dirigenza di primo e secondo grado - escluso la Cassazione - e che gli impedì di concorrere all'incarico di Procuratore Nazionale Antimafia (Caselli, nato nel 1939, li aveva compiuti nel 2005), norma poi dichiarata anticostituzionale, ma ormai era troppo tardi.
Oggi è Procuratore capo della Repubblica a Torino, dal 30 aprile 2008. L'età massima raggiugibile è di 75 anni, ed è stato Capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e quindi Procuratore Generale della Repubblica, sempre a Torino.
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