giovedì 19 giugno 2008

Chi dorme poco mangia snack e ingrassa


Adriana Bazzi
Il Corriere della Sera
11 giugno 2008

Poco sonno fa ingrassare e adesso un gruppo di ricercatori dell’Università di Chicago ha trovato negli snack i veri colpevoli di questo poco gradevole effetto collaterale dell’insonnia. Perché il fenomeno «chili in più» si manifesti ci vogliono però le condizioni adatte: l’insonne deve passare la giornata in un ambiente che non solo costringe all’inattività fisica, ma che consente anche un facile accesso al cibo. Un ufficio per esempio, vicino a un bar oppure dotato di macchinette distributrici di biscotti, merendine, patatine fritte o cioccolato. Cibi ad alta energia, che diventano «sostituti del sonno» per chi ha passato mezza notte in bianco.

CINQUE ORE E ½ - I ricercatori americani, guidati da Plamen Penev, hanno documentato questo effetto studiando undici volontari che a turno dormivano cinque ore e mezzo oppure otto ore: nel primo caso le persone, durante il giorno, erano più inclini a consumare snack rispetto a quando trascorrevano la notte dormendo a lungo. Dormire otto ore per notte, secondo gli esperti, potrebbe dunque aiutare a mantenere il proprio peso nella norma. La ricerca è stata presentata a Sleep 2008, il meeting annuale delle società americane che studiano i problemi del sonno, in corso a Westchester. Ma come riuscire a dormire otto ore se si soffre di insonnia? Un’altra ricerca, presentata sempre al congresso Sleep 2008, suggerisce che un moderato esercizio aerobico può ridurre lo stato di ansia e migliorare la qualità del sonno nelle persone con insonnia cronica.

ESERCIZIO MODERATO - Esercizio moderato, non un’attività aerobica pesante o un’attività di resistenza: confrontando infatti questi tre tipi di allenamento in un gruppo di 36 persone (otto uomini e 28 donne) Giselle Passos, una ricercatrice della Federal University di San Paolo in Brasile, ha dimostrato che soltanto nel primo caso le persone si addormentavano prima (con una riduzione del periodo di latenza del sonno del 54 per cento), dormivano più a lungo (21 per cento in più) e meglio (l’efficienza del sonno aumentava del 12 per cento) con una riduzione dell’ansia del 7 per cento. L’esercizio fisico dunque si rivela un buon sistema (che fa a meno dei farmaci) per combattere l’insonnia, un disturbo che interessa almeno il 30 per cento della popolazione adulta ed è più frequente fra gli anziani e le donne.

I CONSIGLI - In aggiunta l’American Academy of Sleep Medicine fornisce una serie di consigli (qualcuno ovvio, ma che vale la pena di ricordare) su come garantirsi una notte di buon riposo. Eccoli:
- andare a dormire sempre alla stessa ora
- stare in un ambiente tranquillo prima di coricarsi
- cercare di dormire sempre tutta la notte
- evitare cibi o bevande che contengono caffeina, o medicine a effetto stimolante prima di andare a letto.
- non portarsi a letto le preoccupazioni
- non andare a letto digiuni, ma non mangiare troppo prima di coricarsi
- evitare un’attività fisica pesante entro le sei ore prima di andare a dormire
- mantenere la camera silenziosa, senza luci e un po’ fredda
- alzarsi alla stessa ora tutti i giorni


COMMENTO


Si tratta di uno scemenzario ? Provare per credere. Io (non) ho iniziato !

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