venerdì 6 giugno 2008

IL CONIGLIO SUPERIORE


Marco Travaglio
Ora d'aria
L'Unità
6 giugno 2008

Innocente. Capito? Innocente. Secondo la Procura di Salerno, che ha ricevuto per tre anni una raffica di denunce contro di lui da parte dei suoi superiori e di suoi indagati, Luigi de Magistris non ha fatto nulla di illecito. Dunque va archiviato su tutta la linea perché s’è comportato sempre correttamente. Mai fatto fughe di notizie, mai passato carte segrete a giornalisti, mai perseguitato né calunniato nessuno, mai abusato del suo ufficio. Semmai erano i suoi superiori a commettere contro di lui i reati che addossavano a lui. “A causa delle sue inchieste - scrivono al gip i pm salernitani Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani - il dott. De Magistris ha subito costantemente pressioni, interferenze e iniziative volte a determinarne il definitivo allontanamento dalla sede di Catanzaro e l’esautorazione dei poteri inquirenti”.

Un complotto che coinvolge magistrati, politici, uomini delle forze dell’ordine, ispettori ministeriali e forse persino membri del Csm, tutti allarmati dalla “intensità e incisività delle sue indagini”. Un complotto andato perfettamente a segno, se si pensa che tutti i magistrati e i politici indagati da De Magistris, compresi quelli che hanno incredibilmente intercettato cronisti e agenti di polizia giudiziaria per indagare indirettamente sul pm, son rimasti al loro posto o han fatto carriera, mentre De Magistris è stato prima scippato dai suoi capi delle inchieste più scottanti (“Poseidone” e “Why Not”), poi trasferito all’unanimità dal Csm con espresso divieto di fare mai più il pm. Uno dei suoi indagati eccellenti, l’ex magistrato ed ex governatore forzista Giuseppe Chiaravalloti, aveva previsto tutto in una telefonata intercettata in cui proponeva di affidare lo scomodo pm alle cure della camorra: “De Magistris passerà gli anni suoi a difendersi”.

Naturalmente Chiaravalloti è rimasto al suo posto di numero due della cosiddetta Authority della Privacy. De Magistris invece, se le sezioni unite della Cassazione non annulleranno la condanna emessa frettolosamente dal Csm, dovrà sloggiare da Catanzaro e smettere di fare l’inquirente. In un paese normale, ammesso e non concesso che queste vergogne potessero accadere, ci sarebbe la fila sotto casa del magistrato per chiedergli scusa. Ma, nel paese della vergogna, non arrossisce e non si scusa nessuno. Resta da vedere se finalmente, ora che le 900 pagine della Procura di Salerno sono depositate, il Consiglio, anzi il Coniglio superiore della magistratura si deciderà a fare qualcosa. Non contro De Magistris (ha già fatto abbastanza), ma contro chi “concertò una serie di interventi a suo danno”, per infangare “la correttezza formale e sostanziale della sua azione inquirente”; contro quel “contesto giudiziario connotato da un’allarmante commistione di ruoli e fortemente condizionato da interessi extragiurisdizionali, anche di illecita natura”; contro chi l’ha bersagliato con “denunce infondate, strumentali e gravi; contro quegli alti magistrati, di Catanzaro e di Potenza, che spifferavano notizie segrete delle indagini di De Magistris per far ricadere su di lui la colpa delle indiscrezioni.

Si dirà: queste cose si scoprono soltanto ora. Eh no: il Csm le sapeva, per filo e per segno, dallo scorso ottobre, quando i pm Nuzzi e Verasani furono ascoltati a Palazzo dei Marescialli e anticiparono le prime conclusioni delle loro inchieste. Anticiparono che le accuse a De Magistris erano frutto di un’abile orchestrazione (mentre le sue indagini erano “corrette e buone, senz’alcuna fuga di notizie”), e che gli unici illeciti, gravissimi, emersi riguardavano proprio i superiori e gli indagati di De Magistris. Fecero pure i nomi dei magistrati di Catanzaro, Matera e Potenza, degli ispettori ministeriali, dei giornalisti, dai politici e dei faccendieri indagati anche a Salerno per corruzione giudiziaria, minacce, calunnie, rivelazioni di segreti ai danni di De Magistris. Denunciarono le interferenze dei suoi capi, Lombardi e Murone, nelle indagini. Rivelazioni agghiaccianti che avrebbero dovuto suggerire l’immediata sospensione dei magistrati coinvolti e l’immediato stop a ogni procedimento disciplinare a carico del pm.

La difesa di De Magistris questo chiese: che si attendesse l’esito delle indagini di Salerno. Il Csm non volle sentire ragioni e procedette con la foga di un plotone di esecuzione. Quasi che la sentenza di condanna fosse già scritta. Per fortuna, ogni tanto, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Contrariamente alla macabra profezia di Chiaravalloti, De Magistris ha finito di difendersi, e ora si spera che qualcun altro prenda il suo posto. C’è un giudice a Berlino. Anzi, a Salerno.

COMMENTO

Più volte ho scritto di mio, dando corpo alla raccolta di notizie di origine giornalistica sul P.M. Luigi De Magistris e sul GIP Clementina Forleo, contributi pubblicati da IL GIORNALE DI EBOLI (www.ilgiornaledieboli.it) e da IL PARLAMENTARE (www.ilparlamentare.it).
Le notizie raccolte e i ragionamenti condivisi facevano insorabilmente concludere per una campagna persecutoria nei confronti dei due ardimentosi magistrati, rei soltanto di far bene il loro lavoro, senza subire condizionamenti e pressioni, costi quel costi.
Ciò che stupiva e di cui non riuscivo a darmene conto era che ciò accadeva non in un regime politico di destra o di centro-destra, ma mentre era in sella il governo Prodi.
Le consapevolezze da me raggiunte tramite questa modesta inchiesta producevano l'effetto di un progressivo disamoramento verso quella compagine-coalizione politica e un amaro disincanto verso gli uomini politici di oggi, con la sola eccezione di Romano Prodi e di Antonio Di Pietro, mentre il ministro non parlamentare dell'Economia e Finanze Tommaso Padoa Schioppa si confermava un tecnico di valore internazionale, prestato alla politica, artefice del risanamento dei conti pubblici.
Sono convinto che in molti rimpiangeremo entrambi. Io lo sto già facendo.

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Continua l'interessantissimo dialogo 'a distanza' col mio amico Ferruccio, il quale mi invia questo messaggio:" Mi scuso con il ritardo accumulato nel leggere le Sue interessanti mail, ma questi giorni per me sono stati molto intensi: mi occupo di handycap e sto collaborando a lanciare un progetto "Serre" dove vorremmo inserire un certo numero di disabili dando loro la dovuta dignità. Peccato che i disabili siano molti e desiderosi di lavora, contrariamente a molti abili (ma disabili mentali) italiani, mentre invece i volontari a parole sono moltissimi ma quando si fa la conta si dissolvono. In questo fine settimana mi porterò alla pari.
Sono preoccupato di un fatto: vedo il nostro paese scivolare su di un piano inclinato assumendo sempre più velocità, mi permetto di chiederLe se pensa che invertiremo tendenza o dove anrdemo a finire? Cosa può fare un onesto cittadino per rendersi utile?
Condivido le sue affermazioni sugli ultimi 3 personaggi, in particolare su Padoa Schioppa che penso in molti ci indidino."
La mia replica: "Per carità, ci mancherebbe. Avevo notato la sua assenza sia dal p.c. che da casa, adesso so che è per la cura di un meritorio progetto, che le fa molto onore...
Condivido la sua preoccupazione e sono convinto che, salvo eventi traumatici o drammatici che butti a terra questo governo, la deriva è inarrestabile, su tutti i fronti.
Sto leggendo, a piccole dosi, perchè a dosi massicce è mortale, la nuova inchiesta di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, "La deriva" appunto.
Lei è un fervente cattolico, così mi ha detto qualche giorno addietro, dunque le dico, senza ironia e con grande tristezza nell'animo, che l'unica cosa che possiamo fare è pregare.
Non credo vi sia null'altro che può fare un cittadino consapevole, ma sono davvero pochi, diversamente non avrebbero mandato al governo Berlusconi per la quarta volta: INCREDIBILE !
La causa prima è una scuola indecente, che ha sfornato in quattro generazioni, tre milioni di ignoranti.
Ma si sono anche altre concause recenti.
Una è una chiesa cattolica ed un papa così invasivi ed invadenti, dimentichi del famoso piatto di lenticchie.
A proposito di Romano Prodi, ha scritto un suo amico, cattolico e democristiano, Raffaele Crovi, oggi scomparso, nel suo romanzo "Nerofumo":"Perchè la Curia vaticana, ai politici cattolici praticati e osservanti dei comandanti, preferisce politici laici, magari puttanieri, ma osservanti ?".
Il famoso "piatto di lenticchie" ecco perchè.
un cordiale saluto.